venerdì 19 giugno 2015

Vittorio Sereni: Le Mani



Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell'arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.


Sandro Penna: Vivere vorrei addormentato



Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.

Lorenzo Jovanotti: video, Un'illusione

Lorenzo Jovanotti: testo, Un’illusione



E lo sai perchè
io ti voglio bene
perchè solo te
riesci a star con me
come respirare.
Ci sei e non ci sei
proprio come l'aria
prendi i miei silenzi
e poi me li ridai
pieni di profumi.
Cosa non farei
per riuscirti a dire
quanto insieme a te
nonostante me
io mi senta vero.

E' vero ma è vero che è vero che io
che mi fai impazzire
se penso che le cose
che ho toccato insieme a te
debbano svanire.

Nella vita mia
niente mi appartiene
tranne quegli istanti
in cui insieme noi
siamo stati bene.
Guarda queste mani
guarda quante linee
le casualità
mi han portato qua
con che precisione.

E' vero se è vero che è vero che io
che mi fai impazzire
se penso che le cose
che ho toccato insieme a te
debbano svanire.

The Champs: Tequila

Papa Francesco, Enciclica ‘Laudato sì’: abbiamo maltrattato il pianeta



da: Avvenire

«Così abbiamo maltrattato il pianeta»
Il Papa: è l'ora di rallentare il passo

È il concetto di ecologia integrale, il cuore dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, colui che per ammissione dello stesso Pontefice ha scritto la prima stesura del documento, non ha dubbi e l’ha sottolineato davanti ai giornalisti di tutto il mondo, oltre 300, durante la cerimonia di presentazione del testo, avvenuta nell’Aula Nuova del Sinodo e non, come di consueto, nella Sala Stampa della Santa Sede. L'enciclica papale - la seconda dopo la Lumen fidei, scritta a quattro mani con Benedetto XVI, è il secondo documento bergogliano dopo l'esortazione apostolica Evangelii Gaudium - 192 pagine, sei capitoli, due preghiere finali) esce oggi in sei lingua (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, arabo).

Location eccezionale, dunque. Come del resto un documento lungamente atteso (“Raramente – ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – mi è capitato di vedere tanta aspettativa di fronte a un testo papale”),

giovedì 18 giugno 2015

L’Amaca di Michele Serra



da: la Repubblica

Si dirà – già lo si dice – che l’enciclica francescana di papa Francesco sarà molto più radicale, in tema di “cura della Terra” e di critica ai meccanismi che ne consentono la predazione e lo scempio, di quanto la cultura politica odierna possa permettersi. Le anticipazioni lo confermano. Ne basti una: “l’accesso alla proprietà dei beni e delle risorse è vietato (ai poveri del Sud del mondo, ndr) da un sistema di relazioni commerciali e di proprietà strutturalmente perverso”. Segnate con l’evidenziatore giallo le parole “sistema di relazioni commerciali e di proprietà strutturalmente perverso”, e cercate qualcosa di vagamente somigliante nel documento di un partito politico occidentale di qualche rilevanza. Buona fortuna.
Ma allora: questo Papa è marxista? Ovviamente no, traendo dalla fede in Dio, e non dalla critica dell’economia politica, la sua forza dialettica. Se rischia di sembrarlo è solo perché la critica dell’economia politica, e con essa la politica tout court, è sbiadita al punto che ogni giudizio strutturale sulle relazioni economiche tra umani, dunque sul potere, suona insolito se non straordinario. Non ci siamo più abituati. Non è più pane per i nostri denti – per restare in metafora agricola – e in questo senso possiamo considera- re una vera fortuna

mercoledì 17 giugno 2015

Cecilia Strada: risposta collettiva a tutti quelli che dicono: “perché non ospiti i profughi in casa”


da: Facebook

"Risposta collettiva per tutti quelli che "perché non ospiti i profughi a casa tua, eh?": e perché dovrei? Vivo in una società e pago le tasse. Pago le tasse così non devo allestire una sala operatoria in cucina quando mia madre sta male. Pago le tasse e non devo costruire una scuola in ripostiglio per dare un'istruzione ai miei figli. Pago le tasse e non mi compro un'autobotte per spegnere gli incendi. E pago le tasse per aiutare chi ha bisogno. Ospitare un profugo in casa è gentilezza, carità. Creare - con le mie tasse - un sistema di accoglienza dignitoso è giustizia. Mi piace la gentilezza, ma preferisco la giustizia".


martedì 16 giugno 2015

Elezioni amministrative, Renzi 1 e Renzi 2: le sconfitte del Pd, colpa di Fassina……..(chi?!)



Con le primarie ha scalato il partito e n’è diventato il segretario, con un twitter #enricostaisereno ha rassicurato Letta per poi “scalzarlo” da presidente del consiglio.

Ora le primarie non gli vanno più bene. Ha la maggioranza del partito e la minoranza gli crea disturbo ma non mette a rischio il suo governo. Bersani, Cuperlo, Fassina e Civati prima di lasciare il Pd, sono stati considerati solo dei gufi e ad ogni riunione del partito le loro richieste sono sempre state cassate perché Renzi ha il controllo della maggioranza. Ergo: dove sta il problema?
Non sta.

Sta invece che da buon fanfarone qual'è e da professionista della balla, sposta l’attenzione, elude la domanda, e, ovviamente, non si assume una responsabilità. Nel momento in cui la sua cosiddetta narrazione, cioè il modo con il quale racconta le balle al paese supportato dalla slide parlante Boschi (a proposito…….sull’immigrazione la Boschi è assente, come mai? si è bloccato il power point?) è in netta crisi, superato dall’altro Matteo, ecco che scarica le scelte delle candidature su altri. Su chi? Sulla minoranza del partito. Sui gufi.
E’ noto che le scelte politiche le fanno gli uccelli…

Dice che vuole tornare il Renzi 1. Cioè? Più fanfaronate ancora e altre slide

“Devo tornare Renzi 1”



da: La Stampa

Il premier: “Devo tornare il vero Renzi e voglio riprendermi il partito”
«Non ho scelto io i candidati; fosse per me la stagione delle primarie sarebbe finita»
di Massimo Gramellini

«Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince. Devo tornare a fare il Renzi 1. Infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito». Dopo lo schiaffone di Venezia, che segue di poche settimane quello di Genova, Matteo Renzi non si sente un leader dimezzato. Semmai doppio. Renzi 1 il rinnovatore e Renzi 2 l’istituzionale, che non porta voti e va quindi archiviato al più presto per ritornare alla foga rottamatrice delle origini. Perché nelle urne si può anche perdere, ma perdere con dei candidati imposti e in qualche caso addirittura subiti è il segnale di una leadership distratta o confusa. «Una cosa è certa: le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita». 

Nelle speranze di Renzi 1 (ma forse anche 2) lo strumento che lo ha lanciato nel firmamento della politica locale e poi nazionale doveva servire a selezionare

Roberto Saviano: Droga e machete, quel codice rosso sangue delle gang latine



da: la Repubblica

Violente e organizzate militarmente, puntano al monopolio dello spaccio. Sono le Maras salvadoregne,di cui fanno parte gli aggressori del ferroviere a Milano

Il machete è una sorta di ibrido tra un coltello e una spada, usato per tagliare la canna da zucchero, le noci di cocco e, nelle guerre in Sierra Leone o Ruanda, la spietata arma adoperata per tagliare mani, braccia, piedi.

Vedere usare con disinvoltura il machete in un treno di Villapizzone a Milano,
tagliare il braccio a un giovane capotreno per la sola ragione di aver chiesto il biglietto fa credere a nuove invasioni di barbari, terrore che si insinua nella vita quotidiana dei pendolari. In realtà questo episodio c'entra poco con l'ordine pubblico ed è sbagliato paragonarlo alla follia omicida di Kabobo che uccise tre persone in zona Niguarda.

Questa vicenda riguarda il crimine organizzato. I tre ragazzi arrestati secondo le accuse fanno parte delle Maras, precisamente la Mara Salvatrucha: ricordatevi questo nome perché si tratta di una delle organizzazioni criminali più

lunedì 15 giugno 2015

Jobs Act, decreti attuativi: demansionamento dei lavoratori


Il Sole 24 Ore – quotidiano della Confindustria - “eufemisticamente” li chiama: “passaggi di ufficio” (post sotto) con lo stipendio base che non cambia. Il Fatto Quotidiano lo chiama come dev’essere chiamato: demansionamento e in più sostiene che avrà effetti anche “sulla retribuzione in presenza di trattamenti accessori legati a specifiche modalità di svolgimento del lavoro”.

Tanto per iniziare: di demansionamento si tratta. E, qualora non avesse effetti sullo stipendio, si tratterebbe di una forma di mobbing senza rischi legali per gli imprenditori. Perché se ti demansionano lasciandoti lo stipendio invariato quale giudice darà ragione al lavoratore? Stessa sorte per il lavoratore davanti al giudice qualora il demansionamento abbia effetti sulla retribuzione, perché le imprese sosterranno che tale modifica è originata da ristrutturazioni organizzative. E nessuno potrà confutare tale scelta alle aziende che diranno: se non ristrutturo, chiudo o sposto all’estero. E chi oserà mai condannare un’impresa...

Questo sarà l’effetto di parte dei decreti attuativi del Jobs Act di Renzi. E favore finiamola con la tiritera: ma Renzi fa una politica di sinistra o di destra?. Quesito inutile che si pone la minoranza di stramorti viventi del Pd che hanno avuto

Jobs Act, via libera ai decreti: stretta sulla cassa integrazione, congedo parentale più ampio


da: Il Sole 24 Ore

Meno rigidità sulle mansioni. Da gennaio il sostegno al reddito verrà esteso alle piccole imprese e agli apprendisti con durata fino a 24 mesi. Per i contratti a termine sanzione se si supera il 20%, gli over 50 esclusi dal tetto

1. Collaborazioni
Stretta più «soft» sui collaboratori
Giro di vite sulle finte Co.co.co. Dal 1° gennaio 2016 saranno considerate “lavoro subordinato” le collaborazioni caratterizzate come prestazioni esclusivamente personali, continuative, con modalità di esecuzione organizzate dal committente anche con riferimento a tempi e luoghi di lavoro. Alle eccezioni già previste si aggiunge un'altra fattispecie: quelle certificate dagli organismi deputati, dove il lavoratore può farsi assistere dal sindacato, da un avvocato o da un consulente del lavoro.
2. Contratti a termine
Sanzione se si supera il 20% Over 50 «esclusi» dal tetto
Per i contratti a tempo determinato il superamento del limite del 20% di utilizzo comporterà una sanzione amministrativa e non più una multa (come previsto nel testo originario); in sostanza invece di finire nelle tasche del dipendente, la

Jobs Act, decreti attuativi: il lavoro nero potrà essere condonato



da: Il Fatto Quotidiano di Salvatore Cannavò

La CGIL denuncia la norma che abolisce la sospensione dell’attività per chi occupa personale irregolare: “una ulteriore spinta all’illecito”.

Con il Jobs Act si potrà condonare anche il lavoro nero. Lo stabilisce la norma inserita in uno dei nuovi decreti legislativi varati l’altra sera dal governo e che ora saranno al vaglio delle Camere. Il decreto riguarda la Semplificazione delle procedure e degli adempimenti e, al punto d) della sintesi pubblicata sul sito di Palazzo Chigi si legge che viene inserita la modifica “alla c.d. maxisanzione per il lavoro ‘nero’ con l’introduzione degli importi sanzionatori ‘per fasce’, anziché legati alla singola giornata di lavoro irregolare”. Il termine “per fasce” fa rizzare i capelli alla Fillea-Cgil, il sindacato degli edili che per prima ha individuato in questa modifica e che, con il suo segretario Walter Schiavella, sottolinea che a una “assoluta emergenza il governo risponde con un’ulteriore spinta de-regolativa”.
“Il provvedimento sulla semplificazione è scritto sotto dettatura delle associazioni imprenditoriali”, commenta Schiavella, perché “per chi viene scoperto con dipendenti in nero non c’è più la sospensione dell’attività fino alla regolarizzazione, ma l’invito a sanare l’illecito”. 

Adriano Sofri: Per chi suona la campanella



da: la Repubblica

Torniamo sul sostegno: cioè sugli alunni, i genitori, gli insegnanti di sostegno (e non) e le autorità competenti.

Sapevo di toccare un nervo molto sensibile, le reazioni al mio articolo del 21 maggio sono state molte e accese. Questo mostra prima di tutto che non c’è stata finora un’informazione chiara e una discussione adeguata, e ce n’è tanto più bisogno dal momento che la “Buona Scuola” chiede una delega al governo per riformare il sostegno nei successivi 18 mesi. Le reazioni mi hanno aiutato a farmi un’idea più ampia, e a interpellare più stringentemente le autorità competenti. (Non terrò conto delle accuse vicendevoli di voler umiliare o strumentalizzare i bambini disabili). Una prima questione riguarda la possibilità di passaggio (consentita oggi dopo 5 anni) dal sostegno all’insegnamento “normale” delle materie.

Chi vuole abolirla ha a cuore la continuità del sostegno (in realtà, in molte situazioni attuali, anche un paio d’anni continui sarebbero un passo avanti) e depreca che si scelga il sostegno come un accesso più facile alla docenza, con la riserva di lasciarlo appena possibile. Il proposito è giusto, ma è dubbio che lo

venerdì 12 giugno 2015

Marco Travaglio: L’orina legale


da: Il Fatto Quotidiano

Ogni tanto è bene attivare il Tom Tom per capire dove siamo. Dunque, ricapitoliamo.
1) Il Pd di Renzi è ricattabile dalla gang di Roma Capitale, attualmente al gabbio, che può dire qualunque cosa (anche inventata) per spiegare perché Buzzi lo foraggiasse a livello sia locale (pagava gli stipendi ai funzionari su richiesta del tesoriere capitolino) sia nazionale (sedeva alla cena di finanziamento di Roma Eur del 7 novembre, dove staccò un assegno da 15 mila euro per il Pd e un altro da 5mila euro per la Leopolda, perché “a me me piace Renzi, che cazzo vuoi eh? Tu devi di’, alla Renzi, ‘siamo diventati tutti renziani’…”, nel senso che il malaffare è governativo a prescindere). Il fatto che da sette mesi Renzi e i suoi tacciano su quei soldi e si guardino bene dal restituirli, li mette ancor più nelle mani di Buzzi&C.

2) Renzi è ricattabile politicamente dal sindaco Marino, la cui giunta – scopriamo ora – era teleguidata via sms dal solito Buzzi. Il premier si libererebbe volentieri di lui, se non sapesse che azzerare la giunta, o peggio ancora scioglierla per mafia, avrebbe due conseguenze per lui nefaste: marchierebbe vieppiù d’infamia la Capitale alla vigilia del Giubileo e

Snap: video, Ooops Up

giovedì 11 giugno 2015

Michele Ainis: I fantasisti della scappatoia



da: Corriere della Sera

In Italia va così: norme dure come il ferro, interpretazioni al burro. Succede quando la politica aumenta le pene dei delitti, salvo poi scoprire che aumentano, in realtà, i prescritti. Succede con le regole del gioco democratico. Talvolta arcigne, spesso cervellotiche. E allora non resta che trovare una scappatoia legislativa al cappio della legge. Almeno in questo, noi italiani siamo professori. Come mostrano, adesso, tre vicende. Diverse una dall’altra, ma cucite con lo stesso filo.

PRIMO: il caso De Luca. Nei suoi confronti la legge Severino è severissima: viene «sospeso di diritto». Dunque nessuno spazio per valutazioni di merito, per apprezzamenti discrezionali. Tanto che il presidente del Consiglio «accerta» la sospensione, mica la decide. Però l’accertamento è figlio d’una procedura bizantina: la cancelleria del tribunale comunica al prefetto, che comunica al premier, che comunica a se stesso (avendo l’interim degli Affari regionali), dopo di che tutte queste comunicazioni vengono ricomunicate al prefetto, che le ricomunica al Consiglio regionale. Ergo, basterà un francobollo sbagliato per ritardare l’effetto sospensivo, permettendo a De Luca di nominare un viceré. E poi, da quando dovrebbe mai decorrere codesta sospensione?

La riunione del gruppo Bilderberg



da: http://www.ilpost.it/

La conferenza al centro di mille teorie del complotto inizia oggi in Austria: ci saranno importanti politici, imprenditori e giornalisti, anche italiani

Giovedì 11 giugno comincerà a Telfs-Buchen, nell’Austria occidentale, la conferenza annuale del gruppo Bilderberg”, a cui parteciperanno molte persone importanti sia europee che nordamericane. La conferenza durerà fino al 14 giugno e i temi in discussione saranno – come di consueto – molto diversi: si parlerà di intelligenza artificiale, di globalizzazione, di questioni economiche mondiali e di situazioni problematiche della politica internazionale (relative tra le altre cose alla Russia, all’Iran e al terrorismo). Negli anni il gruppo Bilderberg è stato definito spesso come il consesso dei “potenti del mondo” e attorno alle sue riunioni – anche per via della riservatezza che le circonda – si sono sviluppate diverse teorie cospirazioniste.

Alla conferenza di quest’anno del gruppo Bilderberg parteciperanno circa 140 persone provenienti da 22 paesi. Ci saranno esponenti della politica, dell’industria, ricercatori, docenti universitari e giornalisti. Per avere un’idea: parteciperanno Ahrenkiel Thomas, il direttore dei servizi segreti della

Pensioni, Boeri: “La flessibilità a cui pensa il governo? Costa oltre 10 miliardi”



da: Il Fatto Quotidiano

Il presidente dell'Inps ha spiegato che l'idea di permettere l'uscita anticipata dal lavoro a fronte di un taglio dell'assegno non è sostenibile per i conti pubblici. Bocciata anche la proposta di Cesare Damiano e Pier Paolo Baretta già depositata in Parlamento, che determinerebbe un buco di 8,5 miliardi

L’introduzione di una maggiore flessibilità dell’età di pensionamento può arrivare a costare, nel 2019, oltre 10 miliardi. Per la precisione 10,6. Un peso decisamente eccessivo per le casse dello Stato. A fare i conti è stato il presidente Inps, Tito Boeri, che ha bocciato l’idea di rendere meno rigidi i paletti fissati dalla legge Fornero per l’uscita dal lavoro annunciata a fine maggio dal premier Matteo Renzi, e dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulla scia di quanto auspicato dal titolare del Lavoro Giuliano Poletti. Idea ribadita mercoledì mattina dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che ha confermato come l’esecutivo intenda “procedere ad alcuni aggiustamenti di natura previdenziale”, con un’idea di “flessibilità in uscita che permetterà anche un recupero dell’occupazione giovanile”.

mercoledì 10 giugno 2015

Fisco, 730 precompilato: il contribuente potrà correggere gli errori da solo


da: Corriere della Sera

730 precompilato, il contribuente potrà correggere gli errori da solo
Lo ha deciso l’Agenzia delle Entrate. Non sarà necessario rivolgersi al Caf o a un professionista, basta presentare un modello Unico correttivo o integrativo

Il contribuente che ha già inviato il 730 precompilato via web tramite il sito internet dell’Agenzia delle Entrate e si è accorto di aver commesso degli errori può effettuare un nuovo invio che annulla e sostituisce il precedente. Lo ha stabilito l’Agenzia delle Entrate, con un provvedimento pubblicato oggi.
Una nota dell’Agenzia diretta da Rossella Orlandi fornisce indicazioni su modi e tempi per inviare la nuova dichiarazione correttiva. Per agevolare i cittadini nel primo anno di avvio sperimentale del 730 precompilato, l’Agenzia offre la possibilità di correggere direttamente la dichiarazione inviata, senza la necessità di rivolgersi al Caf o a un professionista abilitato per la presentazione di un modello 730 integrativo o di presentare un modello Unico correttivo o integrativo. È possibile, ad esempio, «aggiungere degli oneri precedentemente dimenticati, modificare la dichiarazione a seguito delle rettifiche della

I Beatles a Milano: foto inedite alla libreria Feltrinelli




da: http://milano.repubblica.it/

In posa sulle terrazze del Duomo o sul palcoscenico del velodromo Vigorelli, all'uscita dall'hotel o sommersi dai fan in delirio: sono 'I Beatles dal vivo!' raccontati negli scatti inediti degli archivi Farabola esposti fino al 9 luglio alla libreria Feltrinelli di piazza Duomo. Il 24 giugno 1965 i Fab Four tennero i loro due unici concerti milanesi - uno pomeridiano e uno serale - al Vigorelli, per poi continuare il loro breve tour italiano con le tappe di Genova e Roma. All'epoca furono fotografati dagli inviati dell'agenzia Farabola e finora erano stati messi in circolazione solo una decina degli scatti realizzati quel giorno, ovvero quelli che Farabola aveva selezionato, stampato e distribuito ai giornali. "Per quasi 50 anni si è creduto che quelle fossero le uniche fotografie esistenti dei Beatles a Milano - spiegano dagli archivi Farabola - La mostra allestita alla Feltrinelli presenta in anteprima assoluta una selezione di immagini inedite" (Lucia Landoni)