da: Il Fatto Quotidiano
Il segreto del secondo e del terzo mestiere più antichi del mondo – la politica e il giornalismo – è non avere una faccia. Così puoi dire di tutto senza perderla. E, se uno ti rinfaccia un voltafaccia per sputarti in faccia, puoi ridergli in faccia: “Faccia? Quale faccia?”.
Meloni vuole alzare il tetto del contante per favorire i poveri: perderanno i 500 euro al mese di Reddito, ma potranno girare col rotolo di 5.000 euro legati con l’elastico. Sono soddisfazioni.
Il ministro FdI Luca Ciriani spiega alla Stampa: “Intanto c’è una questione di privacy: ognuno deve poter spendere i soldi come crede”. Non capisce che il tetto al contante riguarda come paghi, non come spendi. E la privacy non tutela chi compra droga, bazooka, prostitute, favori illeciti. “Le mafie e i grandi gruppi non sono spaventati dal tetto ai contanti”. Se è per questo, neppure da Fiamme Gialle, tribunali, carceri e Codice penale: aboliamo anche quelli?
Lucio Malan, deputato FdI, twitta giulivo: “Se paghi in nero non hai alcun limite”. Gli risponde G. De Nada: “Sì, se paghi in nero hai un limite: che devi pagare in contanti. Per questo ci sono dei limiti al contante: per limitare i pagamenti in nero. Cos’è che non hai capito esattamente?”. Malan sottosegretario, come minimo.
Enrico Letta attacca Meloni perché “non ha mai pronunciato la parola pace” in 68 minuti di discorso alla Camera. Ma non spiega come mai Letta non ha mai pronunciato la parola pace in 68 giorni di campagna elettorale.
L’unica volta che De Luca ne fa una giusta – la marcia a Napoli per la pace in Ucraina – il Corriere lo accusa di “pacifismo destabilizzante” perché ignora “il ‘no grazie’ della comunità ucraina, della Cisl, del centrodestra” e ora “un altro governatore” potrebbe indire una marcia “per la vita”. Sì, ma esattamente cosa destabilizzerebbe?
Su Rep Giovanna Vitale svela la vera causa del disastro Pd: “l’avvocato pugliese” (Conte) e la sua “campagna aggressiva e non priva di ferocia ai danni di Enrico Letta”. Per dire il sadismo, pare che “punti a un suo candidato” alle Regionali nel Lazio: “Marino o Fassina” e “in casa dem masticano amaro: ‘Una provocazione, è come se noi proponessimo di candidare Di Maio’”. Ma il Pd non ha bisogno di proporre di candidare Di Maio: l’ha già candidato e i suoi elettori l’hanno già trombato.
Il portavoce e l’ambasciatore del governo ucraino criticano il capogruppo leghista Romeo (“cerca di compiacere il Cremlino”) e Conte (“Ipocrita manifestare per il cessate il fuoco”). Quando Von der Leyen e una ministra francese criticarono Meloni, Mattarella e Meloni protestarono contro le due euroingerenze. Ma ai due impiccioni ucraini nessuno risponde di chiudere il becco. E poi dicono che abbiamo un governo sovranista: magari.
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