da: Il Fatto Quotidiano
Scusandoci con i merlettai che discettano sull’articolo “il” e si stupiscono se una premier di destra dice e fa cose di destra, proviamo a concentrarci su dettagliucci più trascurabili.
Caro-bollette. Non è una sorpresa dell’ultima ora: è iniziato un anno fa ed esploso con la guerra e le autosanzioni. Giorgia Meloni quando l’ha scoperto, visto che solo ora si dice costretta a rinviare le promesse di agosto e settembre? Perché, in 70 minuti di discorso, non dice nulla di preciso su cosa farà sulla prima emergenza? Cingolani non l’ha risolta, l’ha aggravata: sbagliava lei a fargli l’opposizione o sbaglia lei a volerlo suo consulente sull’energia?
Pace e tregua. Possibile che le sole citazioni della pace e della tregua nel discorso di Meloni siano riferite al condono fiscale per non chiamarlo col suo nome?
Povertà. Ha mai chiesto a un povero se condivide gli slogan, tipo “la povertà non è mancanza di soldi” e “il Reddito di cittadinanza è una sconfitta”? Se lo facesse, si sentirebbe rispondere che è una sconfitta solo per chi lo perde.
Clientelismo. Se Meloni accusa i 5Stelle di aver introdotto il Rdc (che esiste in tutta Europa) “per fare cassa elettorale” tra i poveri, come definirebbe chi promette e poi fa condoni fiscali (che esistono solo da noi) per fare cassa elettorale fra i delinquenti?
Libertà. L’Italia fu il primo paese Ue a subire la pandemia e dunque, col Conte2, a varare il lockdown. Ma lo fece presto e bene, infatti non ne varò altri, mentre quasi tutti gli altri ne vararono due o tre. Dunque l’attacco e le minacce di indagini sulle “misure più restrittive d’Europa” deve riferirsi al Green pass per lavorare e all’obbligo vaccinale per gli over 50, imposti da Draghi: allora per che cosa l’ha ringraziato?
Osare. È giusto ricordare “le donne che hanno osato”, da Iotti ad Anselmi, da Fallaci a Levi Montalcini, da Alpi a Cutuli. Ed è sbagliato domandarsi che diavolo ci azzecchino Casellati e Cartabia: per sostenere che Ruby è la nipote di Mubarak e concepire la schiforma dell’improcedibilità, ci è voluto un bel coraggio.
Mattei. Bello ricordare il partigiano che creò l’Eni. Ma ebbe contro gli atlantisti così cari a Meloni per il multilateralismo verso l’Est e il Sud del mondo. Ed era un alfiere dell’industria di Stato e dell’economia regolata: il “non disturbiamo chi vuol fare” non s’ispira a Mattei, ma a Guzzanti: “Nella Casa delle libertà facciamo un po’ come cazzo ci pare”.
Borsellino. Bello citare anche lui, un po’ meno stare con B., Cuffaro, Dell’Utri, Schifani.
Merito.
Mentre Meloni lo esaltava, le telecamere indugiavano sui ministri tutt’intorno
a lei: un gerontocomio e un inno al demerito. Diceva Leo Longanesi: “Non mi
spaventano le idee, ma le facce che le rappresentano”.
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