martedì 12 ottobre 2021

Governo Draghi: Carta digitale multifunzione

 


Il rischio che con un'unica carta digitale, in presenza di malfunzionamenti tecnologici (non certo rari), non si possa accedere ai diversi servizi si evita/risolva con capaci analisti funzionali/tecnici informatici. 

La carta digitale ipotizzata non sarebbe altro che la "somma" di "n" carte che consentirebbe di accedere a più servizi. Al cittadino è rilasciata un'unica carta – es: carta A - ma è il sistema informativo che riconosce che con quella carta il cittadino accede ai più servizi, es: A1, A2, A3, ecc.. Nel momento in cui la "carta unica A" si blocca per un disguido, deve scattare un backup informatico (mai sentito parlare di "continuità operativa") con il quale sia possibile attivare uno dei servizi previsti, es: A1 o A2 o A3. Ovviamente, almeno quest'ultimo servizio (sottoservizio della carta unica) deve funzionare!

Quanto al rischio della riduzione delle libertà individuali, se per queste si intende: libertà di evadere, eludere, ecc..siamo alle solite. Per alcuni la libertà è la "loro". Esiste anche la libertà degli altri cittadini di non pagare anche per questi. Si può conciliare il diritto alla privacy con il DOVERE di controllare. Anche qui, servono organizzativi e informatici di valore. 

 

da: Italia Oggi – di Marino Longoni

Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che il governo Draghi sta studiando una carta digitale che assumerà le funzioni  attualmente  svolte da  carta  d’identità,  tessera  sanitaria, carta di credito e Spid. In pratica, un documento unico per identificare il cittadino nei confronti di tutte le pubbliche amministrazioni e del sistema sanitario, con la possibilità di utilizzarla  anche  come  carta di credito o borsellino elettronico. In previsione, forse, di una graduale restrizione all’utilizzo dei contanti come strumento decisivo nella lotta contro l’evasione fiscale.

Un’ottima idea, apparentemente, che va nella direzione della semplificazione del rapporto tra cittadini e P.a..


Ma c’è anche un rovescio della medaglia. Perché la tecnologia, soprattutto quella digitale, è un’invenzione straordinaria. Quando funziona. Ogni tanto però, come sa chiunque utilizzi abitualmente un computer o un qualsiasi altro strumento informatico, fa le bizze. Consegnarsi mani e piedi ad un unico strumento potrebbe creare qualche problema, come è successo, per esempio, a chi è stato regolarmente vaccinato ma, chissà per quale motivo, non ha ricevuto il certificato verde. E ha dovuto penare non poco per ottenerlo.

Non ha senso essere contro gli strumenti tecnologici, ma nemmeno accettarli senza le dovute cautele e precauzioni, vista la delicatezza dei compiti che dovranno svolgere.

Ma c’è di più. In Cina strumenti di questo tipo sono già utilizzati da tempo e vengono utilizzati anche come micidiale strumento di controllo sociale. In alcune regioni è già in uso una sorta di patente di cittadinanza a punti che, grazie proprio a strumenti di questo tipo, premia i cittadini più virtuosi e penalizza quelli con comportamenti ritenuti scorretti dall'autorità politica, fino al punto da ridurre drasticamente i diritti di cittadinanza, arrivando alla privazione di servizi pubblici essenziali, blocco dei conti correnti, impossibilità di effettuare pagamenti elettronici. È vero che le democrazie occidentali non sono paragonabili al dirigismo cinese. Ma quando si comincia a sventolare bandiere come la lotta all’evasione, la difesa dell’ambiente, l’inclusione ecc. la giustificazione di una riduzione delle libertà individuali è dietro l’angolo. E non basta certo il garante della privacy a rassicurarci.

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