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Le nuove misure entrano in vigore dal 26 ottobre e restano in vigore fino al 24 novembre. Riammessi i concorsi
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm con le misure restrittive per contenere l’emergenza coronavirus. «Gli ultimi dati epidemiologici che abbiamo analizzato non ci possono lasciare indifferenti. L’analisi segnala una rapida crescita con la conseguenza che lo stress sul sistema sanitario nazionale ha raggiunto livelli preoccupanti - ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi -. Dobbiamo proteggere insieme salute ed economia. Le misure prese adesso servono per evitare di chiudere tutto per Natale».
Più smart working nella Pa e nel privato
Il premier Conte ha anche detto che è implementato il ricorso allo smart working nella Pa e raccomandato anche nel privato, giudicando la chiusura di teatri, sale concerto e cinema «una decisione particolarmente difficile, tra le altre». «Non abbiamo introdotto il coprifuoco, non è una parola che amiamo - ha aggiunto Conte - ma raccomandiamo di muoversi solo per motivi di lavoro, salute studio e necessità. e di non ricevere a casa persone che non siano del nucleo familiare».
Possibili primi vaccini entro dicembre e per soggetti fragili e operatori sanitari
Il premier ha anche sottolineato che ci sono impegni contrattuali per far arrivare i primi vaccini entro dicembre. Se questi impegni saranno rispettati, Conte ha detto che le prime dosi andranno a soggetti fragili e operatori sanitari.
Le regioni potranno fare misure più restrittive
«I dati che stiamo esaminando dicono che la pandemia sta correndo in maniera uniforme e critica in tutta italia. Di qui l'intervento del governo a ridefinire quadro di misure restrittive. E potremo già nei prossimi giorni lasciare alle regioni di concordare con noi misure più restrittive», ha detto Conte.
Nessuno spazio per professionisti disordini
Il premier ha spiegato che le proteste ci sono e «ci mancherebbe: se fossi dall'altra parte anche io proverei rabbia contro misure del governo, anche se direi di aspettare e vedere il sostegno economico che sarà cospicuo». Ma bisogna stare attenti «perché non dobbiamo offrire ai professionisti della protesta e dei disordini sociali di avere spazio».
Confermata la chiusura di bar e ristoranti dalle 18 di sera, ma potranno restare aperti alla domenica. Nessun blocco agli spostamenti tra regioni ma “forte raccomandazione” a limitarli così come le uscite dal proprio comune di residenza. Le misure entreranno in vigore dal 26 ottobre, domani, e resteranno in vigore fino al 24 novembre. Le Regioni erano contrarie a chiudere alle 18 bar e ristoranti e proponevano differenziazioni in base all'orario di apertura complessivo dei locali. Le loro richieste sono state recepite in parte: chiusura alle 18 anche la domenica ma possibilità di apertura all’ora di pranzo. Inoltre sono stati riammessi i concorsi.
Ristoranti e bar chiusi dalle 18
Il decreto: «A decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00». E poi: «il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi».
Nel provvedimento si prevede che dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico mentre è consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitaria. È consentita fino alle ore 24.00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Forti proteste dei commercianti che chiedono aiuti immediati o «la ristorazione è morta».
Invito a non uscire dal comune
Non un obbligo, ma una raccomandazione: «È fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».
Raccomandato non ricevere a casa “non conviventi”
Con riguardo alle abitazioni private, «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza» si legge nella bozza. La stessa bozza dice che «è fortemente raccomandato l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all'interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».
Stop a feste dopo matrimoni e cerimonie
Niente più banchetti e ricevimenti dopo matrimoni, comunioni e battesimi. «Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto - si legge nel documento - ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose».
Chiusi cinema, teatri, sale giochi e scommesse
«Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto».
Stop a piscine e palestre
Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati sono consentite nel rispetto delle regole sanitarie.
Scuole aperte, Dad almeno al 75% alle superiori
L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione - materna, elementari e medie - e per i servizi educativi per l'infanzia continuerà a svolgersi in presenza, come anticipato. Le scuole superiori adotteranno invece una Dad pari almeno al 75% delle attività e dunque potrebbe esserci un 25% in presenza su tutto il territorio nazionale, uniformando le ordinanze regionali. La parola spetterà alle autonomie scolastiche, in raccordo con le autorità locali e sanitarie. La presenza potrebbe essere organizzata «modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00».
Possibile chiusura delle piazze alle 21
«Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».
Stop a convegni e congressi “in presenza”
“Sono sospesi i convegni, i congressi e gli
altri eventi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza.
Nell'ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità
a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni; è fortemente raccomandato
svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza”.
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