Il “governo del cambiamento” - quello di
Salvini e del “cugino” Di Maio - sta partorendo la “manovra del popolo”. In
tale manovra è contenuta anche la riforma della legge Fornero che, a quanto si
legge, introduce la quota 100 con due paletti: avere 62 anni di età e 38 anni
di contributi.
Reintrodurre un criterio di quota per
andare in pensione è una scelta equilibrata. Sennonchè…il cosiddetto “governo
del cambiamento” non può spacciare in toto questa riforma come quella che
supera la legge Fornero anticipando il diritto alla pensione degli italiani.
E’ vero che ci saranno italiani che beneficeranno
di tale quota ma è anche vero che parte degli italiani se lo prenderanno in
quel posto. Sì, sempre quello….
Perché introdurre un limite anagrafico di
62 anni significa che parte di coloro che sperano in un anticipo pensionistico
si vedranno invece allungare la data. Come scrive https://www.lettera43.it/it/:
“i lavoratori nati dopo
il 1957 che hanno cominciato a lavorare giovani ma oggi non hanno ancora raggiunto i 43 anni
di contributi
previdenziali infatti sono i penalizzati dalla decisione del governo di rinviare
al 2019 la discussione sull'uscita dal lavoro con 41 anni di
contributi indipendentemente dall'età anagrafica. Se la quota 100 messa a
punto dal governo consente l'uscita di chi ha compiuto 62 anni e ha all'attivo almeno 38 anni di contributi, per chi ha 41
anni di contributi ma non ha ancora compiuto i 62 c'è dunque ancora da
aspettare.
Ci sono poi coloro che hanno scelto l’Ape Social. Anche questi non saranno
entusiasti della “manovra del popolo” del “governo del cambiamento”. Quanto
meno in tema di pensioni.
Come si legge nel sito https://www.today.it:
“un lavoratore disoccupato di 63 anni,
oggi, potrebbe accedere all'Ape sociale con 30 anni di contribuzione maturata.
Con 'Quota 100', ipotizzando che non riesca a trovare un altro lavoro, questa
persona rimarrebbe senza tutele fino al compimento dei 67 anni, l'età della
pensione di vecchiaia. Un lavoratore con una disabilità o che assiste un
familiare disabile, oggi potrebbe accedere all'Ape sociale con 30 anni di contribuzione
maturata a 63 anni di età. Con l'introduzione di 'quota 100' dovrebbe lavorare
ancora per altri 3 anni e 6 mesi, fino al compimento di 66 anni e 6 mesi per
arrivare a quota 100, con un anticipo sulla pensione di vecchiaia attuale di
soli 6 mesi.
Ci sono poi coloro che, in virtù di accordi
aziendali, hanno anticipato l’uscita dal
lavoro rispetto alla data di maturazione pensionistica. Tale uscita è
pagata fino al raggiungimento della finestra pensionistica da fondi appositamente costituiti dalle
aziende con versamenti effettuati anche dai lavoratori.
A questi che succede con la riforma Salvini
e “cugino” Di Maio. Rimarrano, in virtù degli accordi aziendali, sotto la
riforma Fornero o con la riforma del “cambiamento” si troveranno in una zona “ibrida”.
Insomma: il duo Salvini e Di Maio sta
creando un patteracchio come fecero Fornero e Monti “ignorando” gli esodati?
Poiché i propagandisti Salvini e “cugino”
Di Maio hanno il “vezzo” tipico dei fanfaroni, il rischio è che le norme siano
scritte alla maniera dei peracottari.
Altro che governo del cambiamento…
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