da: https://www.glistatigenerali.com/ - di Marco Giovanniello
L’ingresso delle Ferrovie dello Stato in
Alitalia pianificato dal Governo è una truffa, perpetrata dalla politica ai
danni del popolo italiano.
Come in tutte le truffe, si fa credere a
chi è ingannato qualcosa che non è vera, in questo caso che sia necessario che
le Ferrovie dello Stato versino centinaia di milioni di euro nelle casse di
Alitalia perché questa venda biglietti ferroviari insieme ai suoi biglietti
aerei, per esempio un biglietto Frecciarossa da Roma a Salerno insieme a quello
di un volo Alitalia da Tokyo a Roma.
Dal 2 agosto Emirates, che è veramente una
delle compagnie aeree leader nel mondo, vende ai suoi clienti biglietti
delle Frecce di Trenitalia in congiunzione con i biglietti aerei. Quanto ha
dato Trenitalia a Emirates? Assolutamente nulla e anzi ovviamente incassa
i soldi dei biglietti e si accaparra interamente un mercato che poteva finire
in parte al concorrente italo di NTV.
Sarebbe interessante che il Governo
spiegasse perché FS, che è interamente proprietà degli Italiani, dovrebbe dare
all’acciaccata Alitalia una fortuna per fare quello che una delle migliori
compagnie aeree del mondo, la Emirates, fa gratis. Questo non è il Governo
sostenuto dalla forza politica che aveva come obiettivo primo la lotta agli
sprechi? E quale spreco maggiore ci può essere del pagare centinaia di
milioni per avere qualcosa che costa zero?
L’esperienza lascia presagire
che tutti i soldi che si sta per dare ad Alitalia verranno divorati dalle
perdite dei prossimi anni, Ferrovie sta per gettare denaro in un pozzo senza
fondo. L’operazione è soltanto finanziaria, un imbellettamento per fingere che
ci sia una logica industriale nel tenere in vita Alitalia così com’è, ad
esempio con l’integrazione fra aereo e ferrovia che, lo dimostra l’accordo con
Emirates, può essere raggiunta senza spendere un solo euro.
Peggio ancora, si allontanerà la
possibilità che l’integrazione treno-aereo sia estesa a tutte le compagnie
aeree che lo desiderano e soprattutto c’è il rischio che si arrivi ad
un rialzo dei prezzi dei biglietti dove Alitalia e le Frecce ora si fanno
concorrenza, ad esempio fra Roma e Milano e fra Roma e Venezia.
Alitalia continuerà a perdere soldi,
nonostante qualche lodevole risultato ottenuto dai commissari, perché non
decide di dedicarsi esclusivamente al mestiere di hub carrier,
abbandonando i voli punto-a-punto alle low cost e uscendo dall’attività
di handling e finché resterà una modesta linea aerea regionale e non
sarà parte di un gruppo ben più ampio e ramificato, come Swiss e la spagnola
Iberia, che hanno ritrovato equilibrio e crescita unendosi rispettivamente con
Lufthansa e British Airways.
Il prezzo da pagare sarebbe un taglio
chirurgico delle attività in perdita e dell’occupazione, ma la politica ha
deciso di comprare il consenso dei gonzi buttando altri soldi del contribuente
nello scarico dove già sono andati tanti miliardi, buttati da tutti i Governi
precedenti, cominciando dal no alla vendita di Berlusconi all’osceno accordo
con Etihad di Letta e Renzi ai 900 milioni elargiti da Gentiloni come se
fossero noccioline.
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