La norma del governo Renziloni – pardon:
Gentiloni – che introduce il pagamento dei sacchetti biodegradabili sta
provocando una reazione “webbiana” assente o piuttosto timida rispetto alla
marea di aumenti che subiamo da questo inizio anno 2018.
Che siamo bombardati da aumenti continui e che per alcuni di questi brontoliamo o “twittiamo” timidamente
(bollette telefoniche, aumento gas e luce, aumenti pedaggi autostradali, ecc…)
ok. In effetti, la reazione collettiva dovrebbe essere maggiormente incisiva. C’è
solo un particolare…
Se dovessimo reagire ai continui aumenti e quell’esercizio
di presa per il sedere dei nostri sgovernanti
e amministratori (?) che è quello – eventualmente – di mettere 1 euro nella tasca di alcuni italiani per toglierne
2, Roma sarebbe continuamente “frequentata” da manifestazioni neppure tanto
pacifiche di cittadini italiani. Ergo: meglio che gli italiani continuino a
fare i “contestatori” da salotto o a twittare solo per i sacchetti biodegradabili.
O no?
La reazione “webbiana” sul pagamento dei
sacchetti biodegradabili muove anche l’”interesse”
(derivante dalla pubblicità dei loro siti web) della stampa cosiddetta di informazione. Si sa, la stampa
professionista (?!) legge i social network e conseguentemente da spazio,
amplifica questa partecipazione. Sono talmente preoccupati delle fake news – dopo averne prodotte per anni con
“brillanti” articoli di fondo e non solo – che alcuni si erigono a informatori
per salvare gli italiani dalle false notizie. Il tentativo in atto da giorni è
quello di sminuire gli effetti di questa norma e, soprattutto da parte del quotidiano la
Repubblica, di salvare Renzi, considerato l’autore di questa norma che
favorisce l’azienda leader del settore: la Novamont
il cui amministratore delegato è Cinzia
Bastioli, rimasta folgorata da Renzi sulla via della Leopolda e nominata presidente
di Terna nel 2014 dal suddetto fanfarone.
Gli autorevoli (?!) giornalisti ci stanno
spiegando che in Italia ci sono più
aziende che producono sacchetti di plastica. Ma va? Peccato che sia la
stessa Bastioli (ci manca solo che la Gruber la inviti nel suo talk…) ad
affermare che l’azienda di cui è amministratore delegato è leader nel settore.
Ergo: se 2 + 2 fa 4…
Il perché questa norma sia una presa per il
sedere da parte di Renziloni sta nel
fatto che i sacchetti già li pagavamo, già li stiamo pagando. Sono costi impliciti nel prodotto. Oppure c’è qualche
pirla o disonesto mentalmente che vuole far credere che i supermercati facciano
beneficienza e non ribaltino tutti i costi sostenuti sul cliente consumatore.
Quindi: ogni sacchetto lo pagheremo due volte. Per la gioia della Novamont
di Catia Bastioli e delle altre aziende che li producono. L’avesse mai fatta Berlusconi una roba simile, il quotidiano la Repubblica sarebbe sceso in campo
con tutte le sue penne autorevoli o presunte tali per criticarlo.
Ma se lo fa Renziloni…la loro onestà
intellettuale è tale che non obiettano. Anzi: ci spiegano che siamo manipolati
dalle fake news.
Il fatto che paghiamo due volte il
sacchetto è una fake new?
Ora…
Che si
paghino i sacchetti nei quali trasportiamo il contenuto di ciò che
compriamo al supermercato ci sta. Sono sacchetti che possiamo comunque
riutilizzare o optare per borse non usa e getta. Ma pagare ogni sacchetto nel
quale collochiamo frutta e verdura al supermercato è inaccettabile perché lo
stiamo già pagando sul prodotto.
Che ci
siano altri aumenti/pagamenti quasi sempre ingiustificati non rende
giustificabile e meno irritante questa norma, indipendentemente dal fatto che a
beneficiarne principalmente sarà con tutta probabilità la Novamont di Catia
Bastioli. La Novamont non è certo l’unica azienda che ha creduto alla chimera
Renzi e che ne trae beneficio.
Che si
mettano in condizione le aziende italiane di essere competitive è
certamente un compito della politica ma questo non si traduce con le prese per
il sedere cui siamo sottoposti costantemente.
Il risultato di questa norma sarà che, dove
possibile, per chi sarà possibile, gli acquisti di frutta e verdura si
sposteranno sul prodotto confezionato
che non necessità del sacchetto biodegradabile e dal supermercato al mercato,
dove il consumatore può mettere in uno stesso sacchetto più frutta e più
verdura. E qualora si obbligassero anche gli ambulanti a mettere i prodotti nei
sacchetti biodegradabili si spera che questi non siano così pirla e disonesti
da caricare due volte il prezzo.
Bel risultato: diminuzione di vendita di
frutta e verdura sciolta al supermercato. E’ questo che si propone Renziloni?
Ma c’è un aspetto di questa vicenda che può
rivelarsi positivo.
Un sacchetto
di plastica messo in testa a qualcuno può farlo soffocare. Viste le recenti
reazioni in merito alle battute di
Travaglio sulla legislatura da buttare nell’acido, spero che questa mia
affermazione non urti la sensibilità dei parenti di coloro che sono morti per
soffocamento. Ma, tant’è..un sacchetto può produrre effetti devastanti e
definitivi.
Quindi, la domanda è: ci sarà qualche politico che morirà soffocato –
in senso politico, ovviamente – causa il sacchetto biodegradabile?
Insomma: chi di sacchetto biodegradabile
ferisce, di sacchetto biodegradabile perisce?. Sarebbe ora che i fanfaroni e i finti pacati sotto dettatura si togliessero dalle balle. Purtroppo,
con questa pessima riforma elettorale Gentiloni
sarà – molto probabilmente – il prossimo presidente del Consiglio.
Renzi potrebbe scalzarlo come ha fatto con
Letta?. Più difficile che il giochetto gli riesca questa volta perché ormai si
è fatto conoscere per quello che è: materiale
non ecocombustibile. Materiale nocivo per
la salute degli italiani…
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