da: http://www.ilpost.it/ - 2
gennaio 2018
Ok,
cosa sta succedendo in Iran?
Per
chi negli ultimi giorni è stato distratto: breve guida sulle grandi proteste
degli ultimi giorni e sul loro significato
Da giovedì scorso in Iran ci sono grandi manifestazioni dei cittadini
per chiedere migliori condizioni economiche e per protestare contro l’aumento
dei prezzi e la disoccupazione. Negli ultimi due giorni le proteste sono
diventate violente: la tv di stato ha dato notizia di oltre venti morti e
centinaia di persone arrestate (200 solo a
Teheran, la capitale). Le
manifestazioni sono le più grandi in Iran dal 2009, anno delle enormi proteste
del cosiddetto “movimento dell’Onda Verde”, che nacque per denunciare i brogli
elettorali nelle elezioni presidenziali vinte dal conservatore Mahmud
Ahmadinejad.
Ci sono molte cose ancora confuse e poco
chiare delle manifestazioni iniziate cinque giorni fa in Iran. Abbiamo messo
insieme le più importanti cose da sapere, nel caso in cui in questi giorni di
festa abbiate voluto fare tutto tranne che stare aggiornati sulle notizie del
mondo.
– Le manifestazioni sono cominciate giovedì
a Mashhad, una città molto conservatrice di due milioni di abitanti nel
nord-est dell’Iran. Alcuni analisti sostengono che quel giorno le proteste
siano state segretamente organizzate dagli ultraconservatori, cioè quello
schieramento politico che fa riferimento alla Guida suprema Ali Khamenei e che
si oppone alle politiche moderate del presidente Hassan Rouhani.
– Nel giro di pochissimi giorni le proteste
si sono diffuse in decine di città iraniane e sono sfuggite di mano agli
ultraconservatori, che sono diventati parte degli obiettivi degli slogan dei
manifestanti.
– Le ragioni delle proteste sono
principalmente economiche: si chiedono migliori condizioni di vita e si
protesta contro gli altissimi indici di disoccupazione giovanile e contro
l’aumento dei prezzi. Fin da subito si sono però cominciati a sentire anche
slogan politici contro la teocrazia islamica (il sistema di governo dell’Iran
dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista), contro Ali Khamenei e contro il
governo di Hassan Rouhani. Al momento, comunque, sembra continuare a prevalere
la motivazione economica.
– I manifestanti sono soprattutto giovani e
persone molto povere, che vivono in provincia o in città medio-piccole e che
non sembrano avere un orientamento politico comune di riferimento. Queste sono
grosse differenze rispetto alle proteste del 2009, a cui parteciparono persone
della classe media, che abitavano soprattutto nelle grandi città come Teheran e
che erano vicine ai riformisti.
– Le manifestazioni sembrano essere
completamente spontanee: non c’è una leadership e gli stessi partiti politici
iraniani stanno avendo grandi difficoltà a posizionarsi. Alcuni politici e
religiosi stanno chiedendo un dialogo con i manifestanti, anche se diversi
esponenti del governo e delle forze di sicurezza hanno minacciato interventi
ancora più duri e decisi nei prossimi giorni nel caso in cui le proteste vadano
avanti. Lo stesso Rouhani in un discorso in televisione due giorni fa ha
ribadito il diritto di manifestare ma ha chiesto che non venga più usata la
violenza.
– Il regime iraniano ha cercato di fermare
le proteste bloccando temporaneamente l’accesso di alcuni social network e app
per comunicare, come Telegram. A
Teheran, città finora coinvolta in maniera marginale nelle manifestazioni, sono
stati dispiegati moltissimi poliziotti in tenuta anti-sommossa, checkpoint per
le strade e mezzi con cannoni ad acqua.
– Giornalisti e analisti esperti di Iran
sono molto cauti nel fare previsioni sulle prossime settimane. L’inizio delle
manifestazioni ha sorpreso un po’ tutti ed è difficile dire cosa potrebbe
succedere in futuro, anche perché una cosa del genere – di queste dimensioni e
caratteristiche – non si era ancora vista nella storia recente dell’Iran.
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