da: http://www.corriere.it
Treno
deragliato, la lettera del sopravvissuto: «Mi vergogno»
La
testimonianza di chi si è salvato, e prova vergogna per non aver fatto abbastanza,
ma anche per essere italiano: «A cosa serve essere straordinari nel rimediare
agli errori se non li si riesce ad evitare?», chiede a Massimo Gramellini
«Caro
Gramellini, sono un superstite del treno 10542, deragliato a Pioltello. Anche
se
ho scoperto che per Trenord si è
trattato di uno “svio”, dopo che il web si era ribellato contro i primi
annunci che parlavano di “inconveniente tecnico”. Leggo questo strano vocabolo
quando sto per riabbracciare la mia famiglia alla stazione di Treviglio. Lì,
dove l’odissea era cominciata e si stava concludendo, alzo lo sguardo su uno
dei monitor e vedo l’annuncio che comunica lo “svio” di un treno, il mio treno.
Dapprima avverto un pugno nello stomaco che mi fa piangere tutte le lacrime che
sono riuscito ad ingoiare durante le 4 ore precedenti. Poi rivivo tutto,
istante dopo istante, e con la mente sono di nuovo sull’ultimo vagone del
treno, nel momento in cui si sentono le mitragliate dei sassi contro il
pavimento, e il fumo e le scintille e lo sbandamento a oltre 100km orari.