da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Jacopo Tondelli
Dieci milioni di italiani alle elezioni
comunali non sono 40 milioni di italiani alle elezioni politiche. Ma i quasi
dieci milioni di italiani che erano chiamati al voto ieri non sono un
dettaglio, un caso marginale, un accidente qualsiasi. Sono i cittadini di
Palermo, di Genova, di Taranto, di Verona, di Parma, di Sesto San Giovanni, e
di altri 840 comuni italiani. Sono un pezzo importante del nostro paese, e
dell’espressione di democrazia rappresentativa del nostro paese. Lo sono nel
contesto delle elezioni comunali dove, tutto sommato, votare i simboli astratti
della lotta alla casta, o della lotta al populismo, o della propria idea di
appartenenza, è un po’ meno facile senza confrontarsi direttamente con una
faccia, una voce, una credibilità. Nell’Italia dei cento campanili, dei
localismi plurisecolari, nel paese in cui ci si conosce tutti anche fuori dal
castello natìo, le elezioni comunali sono da sempre – e da quando c’è
l’elezione diretta del sindaco molto di più – un test di credibilità diretta
del candidato sindaco non meno che un una misura di consenso di partiti e
movimenti.
I primi risultati che arrivano dalle
varie città e dai territori interessati dal voto ci dicono diverse cose che
dobbiamo annotare e ricordare. Il Movimento 5 Stelle, dopo gli exploit dello
scorso anno in cui conquistò la capitale Roma e l’antica capitale Torino,
insegue, arranca, e non va al ballottaggio in nessuna principale città. Colpa
dei cattivi risultati amministrativi e mediatici delle giunte Raggi
(soprattutto) e Appendino (più recentemente)? Colpa dei singoli candidati in
giro per l’Italia? Colpa di un calo di consenso più ampio che impatta anche al
livello delle elezioni comunali? Vedremo. Il dato di fatto resta oggettivo.
Anche se enfatizzarlo non sarebbe corretto trascurando che, appena un anno fa,
i grossi successi di Roma e Torino furono – per paradosso – eccezioni in un
panorama di insuccessi a 5 stelle, ovviamente e giustamente nascosti, nella
narrazione mediatica, dalle roboanti affermazioni in due importantissime città
italiani e internazionali.
Il fatto stesso che i primi commenti di
tutti siano rivolti al movimento fondato da Beppe Grillo, peraltro, conferma
l’attenzione, l’insofferenza e la paura che i due oligopolisti del vecchio
bipolarismo italiano – centrodestra e centrosinistra – nutrono nei confronti
del Movimento. Una sua sconfitta, anche in una tappa intermedia non decisiva,
come questa, serve a sventolare bandiere trionfanti da ambo i lati. Bandiere da
tifosi, o da membri interessati di un establishment, che però trascurano il
dato di fondo. Il Movimento 5 Stelle che soffre sul territorio, quando deve
trovare candidati credibili e programmi realistici e concreti, da presentare
lungo le strade in cui il radicamento qualcosa ancora conta, è lo stesso
movimento che, a livello nazionale, ancora catalizza la rabbia e il disprezzo
per il ceto politico dei “vecchi partiti”. Credere semplicisticamente che
questo voto è l’inizio della fine sarebbe come dimenticare che la batosta alle
Europee del 2014, per il movimento di Grillo, è successo prima di espugnare
Roma e Torino nel 2016. Giusto per fare un esempio.
Per il resto, lo schema tripolare è
comunque, sostanzialmente, confermato. Dove non arrivano ai ballottaggi, i 5
stelle sono comunque quasi sempre la terza forza. La cosa interessante è che,
in diversi contesti, il tripolarismo rende imprevedibile l’esito dei ballottaggi
ma restituisce con chiarezza un dato: il vecchio schema del centrodestra
berlusconiano è vivo, vegeto e solido. Dove non arriva primo, arriva secondo e
porta il suo candidato al ballottaggio nelle migliori condizioni per
giocarsela. Il risultato di Genova, storica roccaforte rossa in cuiMarco Bucci,
candidato del centrodestra unito, arriva al secondo turno con tutte le carte in
regola per provare a vincere, è solo la punta dell’iceberg di un quadro
generale in cui i candidati del centrodestra si difendono bene o molto bene. Un
dato su cui varrà la pena di riflettere a proposito di resistenza dei modelli
politici, e di capacità di scalfire davvero, concretamente, quanto ereditato
dall’ultimo scampolo di Novecento.
Infine, guardando dall’alto e senza avere ancora
dati attendibili sulla maggioranza dei comuni, un pensiero va alla Parma di
federico Pizzarotti. Che arriva al ballottaggio da favorito, scaricato dal
Movimento Cinque Stelle e avversato comunque da centrodestra e Centrosinistra.
Eppure, appunto, favorito. La sua parabola sembra quella di chi, arrivato a
guidare la sua città in nome della buona amministrazione, dell’onestà e del
buongoverno, del buonsenso del cittadino contro il mondo a parte dei partiti,
conserva, nonostante diversi anni di governo, l’allure di quando aveva
iniziato. Conserva la fiducia dei cittadini a prescindere dal Movimento che lo
ha inizialmente sostenuto. Quasi che le promesse e le premesse del Movimento 5
Stelle, la lotta ai partiti e all’establishment, a certe condizioni, siano
meglio incarnate da chi dal Movimento è stato rigettato che non dal movimento
stesso. Un caso isolato o un’immagine che prefigura il futuro? Una traccia in
più da seguire con attenzione, questo è certo.
Adesso dicono che "avevano dato per morto" il B troppo presto. Io penso che lo stiano dando per "ancòra vivo" troppo presto. Se non ci fosse stato Lord Salvini, starebbe a chiagnere fra le zampette di Dudù. I comuni erano quasi tutti del Centro-nord. Le politiche racconteranno un'altra storia. E, per parlare in punta d'ironia, spero che il distruttore di ciò che restava del PD lo prenda nel giglio magico. Che bello se perdessero tutti. Se può fa'?
RispondiEliminaCiao MAB...beh...il fanfarone Renzi è l'erede di Silvio...ergo...perchè non prenderlo nel suo giglio magico....
RispondiEliminase perdessero tutti? ...tecnicamente non si può fare....ma, di fatto, questa classe politica "mediocre" è perdente..il problema è che c'è una parte del paese che le "assomiglia"....
Velvet,caVa, non mi riferivo al Berlusca quando auguravo a Renzi di prenderLO nel giglio magico.
RispondiEliminaMAB....qualcosa finirà per prenderLO....poco giglio...poco magico...piuttosto ruvido!
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