mercoledì 18 settembre 2019

Israele: Benjamin Netanyahu ha perso le elezioni



Israele ha parlato: Netanyahu deve abdicare
di Carlo Panella

Il premier uscente è il grande sconfitto alle urne. Per bloccarlo si sono mobilitati l'elettorato ebraico e quello arabo. In un voto che spinge il Paese un po' più a sinistra.

L’unico vincitore certo delle elezioni in Israele è Avigdor Lieberman che col suo Yisrael Beiteinu conquista solo una decina di seggi, su 120, ma può decidere liberamente quale governo fare perché ha la golden share della Knesset. L’unico perdente certo è Benjamin “Bibi” Netanyahu perché la sua coalizione di centrodestra ha mancato la maggioranza di ben cinque seggi ed è certo che non sarà più premier, anche se non è escluso che il suo Likud entri in un governo di coalizione. Non sfonda il partito Blue and White di Benny Gantz, che però ottiene gli stessi seggi (32) del Likud e ha ottime probabilità di entrare in una coalizione con discrete possibilità di ottenerne la premiership. Sfonda la Joint List dei partiti arabi che finalmente si presentano uniti e prendono 12 parlamentari. Disastro invece, e per fortuna, di Otza Yehudit, partito para fascista ebraico che non ottiene nessun parlamentare (e Netanyahu era pronto persino a fare un governo con questo gruppo xenofobo e razzista).

Come spenderà ora la sua golden share Lieberman? Nel modo a lui più utile, mettendosi al centro di un governo di coalizione nazionale con Blue and White e col Likud. È questa la
proposta che infatti ha subito avanzato ed è quella che gli permette di dominare la scena politica, forse addirittura assumendone la premiership. Ma il Likud e Blue and White accetteranno questa proposta? Gantz ha tutto l’interesse ad accettarla per condizionare da posizioni di centrosinistra l’esecutivo. Più difficile prevedere cosa farà un Likud terremotato dalla sconfitta personale di un Netanyahu che per di più a breve andrà a processo per vari episodi di corruzione. A oggi, la guida del partito non è insidiata a Netanyahu da nessun forte oppositore e quindi Bibi, in un certo senso, “dá sempre le carte”. Ma non è detto che così sarà anche un domani. Né è prevedibile che Lieberman accetti di appoggiare la coalizione di centrodestra di Netanyahu dopo aver provocato elezioni anticipate proprio per averla rifiutata tre mesi fa.

SOFFIA VENTO DI CENTROSINISTRA
Nel complesso è una situazione fluida, dominata però da un dato di fatto ineludibile: per bloccare Netanyahu si è mobilitato sia l’elettorato ebraico che quello arabo con una partecipazione al voto eccellente. È questa mobilitazione ha vinto. Una volta “ferito” il leader del Likud, il sistema elettorale ultra proporzionale di Israele rende complicato costruire una alternativa. Ma il vento di centrosinistra che caratterizza questo voto dovrebbe infine imporsi anche a livello governativo.

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