lunedì 19 dicembre 2016

La selezione del M5S, le caratteristiche per fare politica e quelle di Virginia Raggi



Poniamo pure che madre natura sia stata generosa. Abbiamo dotato l’essere umano di capacità di analisi e di sintesi che gli consentano di approcciare e gestire le fasi della vita personale e professionale capendo caratteristiche, situazioni, modalità di approccio e di gestione dei momenti critici. Poniamo pure che oltre a questa capacità possieda una certa dose d’intuito, un’attitudine a capire la persona e ciò che ha di fronte.

Mettiamo tutto insieme e abbiamo una persona attrezzata a sopravvivere a certe intemperie della vita, a scansare rischi di colossali fregature, ad arrivare a raggiungere degli obiettivi. La persona in questione perderà delle battaglie ma è probabile che possa vincere qualche guerra o quanto meno non perdere quelle in cui verrebbe fatta prigioniera con scarse possibilità di sopravvivenza.

Mettiamo adesso che una persona con queste caratteristiche decida di darsi alla politica attiva, in un movimento o partito. Le caratteristiche e capacità di cui sopra non le eviteranno errori, inciampi dovuti all’inesperienza, ma le dovrebbero consentire di capire almeno gli aspetti e le criticità principali e di fare delle valutazioni oggettive non fallimentari.
Errori ne farà, ma con il passare del tempo, le caratteristiche neuroniche di cui sopra unite all’acquisizione dei meccanismi “della macchina” dovrebbero consentire a una persona onesta e con capacità di dare una fisionomia al proprio impegno e di ottenere dei risultati.


Unitamente alle caratteristiche neuroniche di cui sopra, non guasterebbe, prima di darsi alla politica attiva, l’aver maturato un’esperienza professionale tale da acquisire una conoscenza di certe dinamiche e meccanismi, patrimonio che si può utilizzare nel corso della vita, dei cambiamenti personali e professionali. Politica inclusa.

Per capirci: se una persona ha certe caratteristiche e doti organizzative, conoscenza di alcune dinamiche e meccanismi, non le perde nel momento in cui decide di fare politica attiva. Anche se cambia l’oggetto, fatte le salve le nuove specificità, il suo background non va alle ortiche. Avrà problemi, incontrerà ostacoli, ma non disperderà quel patrimonio che serve anche nella gestione politica.  Altro che…se serve.

Detto quanto sopra, ecco la prima domanda: in questo ritratto macro qualcuno di voi riconosce Virginia Raggi?

Detto quanto sopra, ecco la seconda domanda: qualcuno di voi pensa che aver lavorato nello studio dell’avvocato Previti (ma potrei dire di quello dell’avvocato Calvi o della Bongiorno o di Pisapia) sia un’esperienza, un background che si può utilizzare in politica per creare una squadra, per fare valutazioni, per capire le priorità, per gestirle?

La mia risposta a tutte e due le domande è “NO”.  Nella migliore delle ipotesi, essere un avvocato, aver esercitato questa professione, aiuta nell’eloquio, nella comunicazione: cosa dire e come, cosa non dire. Capacità che si acquisiscono, comunque, anche lavorando in altri ambiti…

E se fosse vero ciò che ho letto, che Virginia Raggi è stata voluta dalla “mente” dei Cinquestelle: Casaleggio, padre o figlio che sia, l’errore grossolano è loro. Sono loro che dovrebbero capire come rimediare. E non solo a Roma. Eppure Grillo e Casaleggio si permettono di mettere Pizzarotti in condizione di uscire dal M5S e si tengono la mina vagante Virginia Raggi. Che non sanno come gestire, che non sanno come cacciare senza passare loro per i più incapaci rispetto al sindaco di Roma. Del resto…uno è un numero uno come comico non come leader di un team, l’altro sta ancora cercando di imparare le “tecniche di  marketing” di suo padre.

Il punto della questione è che all’inesperienza c’è rimedio, all’incapacità, no. A meno che….l’incapace non sia badato (tecnica aziendalista).
Per esperienza personale e professionale so che anche con un idiota si possono evitare danni. A una condizione: che metti l”impalcatura”, cioè le persone giuste intorno a imbragarlo. Qualcosa “assimilerà”. Non foss’altro perché vede cosa fanno, come si muovono, come iniziano, come gestiscono quelli che lavorano sull’impalcatura. Che, ovviamente, devono avere più neuroni funzionanti dell’idiota. Di fondo, rimarrà scarso, ma non farà danni nella misura in cui avrà dei bravi badanti.
So di che parlo…ho fatto la badante professionale a qualche imbecille (eufemismo…).

La responsabilità, i limiti, gli errori grossolani sono di Grillo e Casaleggio. E per Casaleggio intendo il padre. Indubbiamente era la mente e indubbiamente il M5S ne sente la mancanza, ma ciò non significa che la sua mente non partorisse idiozie.

Ma veramente c’è qualcuno che pensa che si possa prendere un nominato da qualche click in rete e questo diventa un politico. Perché di questo si tratta quando si entra in Parlamento o alla Regione o al Comune: di avere le caratteristiche per fare politica. Onesta e di qualità. Il Movimento 5 Stelle di Grillo e Davide Casaleggio non ha ancora capito “chi” e “come” bisogna selezionare. Cittadini italiani che hanno idee e buona volontà ce ne sono, ma questo non li qualifica automaticamente come capaci attivisti che, con buona pace dei Grillo e Casaleggio e della “filosofia” dell’”uno vale uno”, sono chiamati a rappresentare gli italiani che li votano, non con un click, ma con una scheda depositata in un’urna elettorale.

Prima di selezionare quella che gli “autorevoli giornalisti” chiamano classe dirigente vanno selezionati i Cinquestelle che si propongono alla politica attiva. La classe dirigente di cui parlano gli “esimi addetti ai lavori” è quell’insieme di trombati dei partiti di centro sinistra e di centro destra che sono “buoni per ogni occasione”.
Non è questa la classe dirigente che serve al M5S. E, comunque, prima di questa sono i Parlamentari, gli assessori, i sindaci sotto il simbolo dei Cinquestelle che devono avere quelle caratteristiche di onestà e di capacità – l’onestà da sola non basta - che non ha quella classe politica che si diletta di riforme costituzionali e di leggi elettorali. Solo una squadra politica di questo tipo attirerà a sé quegli italiani dotati di buona volontà e di capacità ma che stanno ai margini della politica perché sono stufi, perché non credono più nel cambiamento.

E’ l’incontro tra attivisti del M5S capaci di essere politici e, quindi, di rappresentare gli italiani, e quella parte del paese che ha maturato esperienze anche in campi istituzionali o associativi, ma si è trovata emarginata per il prevalere d’incapaci e corrotti, o di quella parte di paese che non si è mai fatta parte attiva perché non ci crede più, ma ha un un senso del bene collettivo e non individuale, che ha i geni per cambiare questo paese.
Se non avverrà questo incontro, il M5S verrà ridimensionato ma, soprattutto, verrà considerato come tutti gli altri: PD, Forza Italia, Lega, ecc…ecc…ecc…

Ultima domanda: ma Grillo e Casaleggio associati sono in grado di capire quanto sopra? 
La mia risposta, al momento attuale è: NO.


P.S: alla Raggi pare stiano per mettere l’”impalcatura”; ammesso e non concesso che sia quella appropriata, non basta. Vedremo se limiterà o eviterà i danni di Virginia Raggi, ma rimane aperta la questione sulla selezione dei Cinquestelle, poi quella della squadra che devono scegliere, che si deve unire a loro.
Non è che possiamo “imbragare” tutto lo stivale…

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