da: http://www.dazebaonews.it/
- di
Vincenzo Musacchio
Sono passati ventuno anni dalla carneficina
di Srebrenica. Era l’11 luglio 1995 e in televisione assistemmo solo ad alcune
immagini di quello che è passato alla storia come il più feroce massacro in
Europa dai tempi del nazismo di Hitler.
A rivelare quel genocidio furono delle
macchie chiare rilevate dai satelliti spaziali sulla superficie della Bosnia.
Erano le tracce delle fosse comuni scavate in profondità dagli escavatori poche
ore prima delle esecuzioni di massa. A rivelare i massacri di
Aleppo è invece un nuovo genere di comunicazione: il social network.
Personale medico e infermieristico, giornalisti, volontari, semplici cittadini,
confermano che non verranno risparmiati dalle truppe di Assad poiché
il solo fatto di appartenere al personale medico, e quindi curare sia civili che
combattenti, è considerato un atto di terrorismo. C’è un'immagine
che racconta meglio di tante parole l’orrore in atto in Siria: il bambino di
cinque anni, seduto su un'ambulanza dopo essere stato estratto vivo dalle
macerie di un palazzo colpito da un bombardamento ad Aleppo, che guarda davanti
a sé con occhi terrorizzati, il volto sporco di sangue, ricoperto dalla testa
ai piedi di polvere. Secondo l’Unicef, oltre un milione e mezzo di
persone ad Aleppo e
dintorni sono costrette a ricorrere a mezzi di fortuna per approvvigionarsi d’acqua.
dintorni sono costrette a ricorrere a mezzi di fortuna per approvvigionarsi d’acqua.
In questi anni sono stati scavati molti
pozzi di fortuna, ma l’acqua prelevata spesso è inquinata e in città aumentano
costantemente i casi di malattie altamente infettive quali tifo e di
salmonella. Ciò che mi colpisce oltre misura è la strage di bambini. Negli
ultimi dieci giorni, nella parte ovest di Aleppo ne sono morti più di cento e
oltre duecento sono feriti, alcuni dei quali molto gravi. Vittime di
bombardamenti o di spietati cecchini, ma anche della fame, dalla sete e della
mancanza dei medicinali. Molti di loro sono usati anche come kamikaze. Se solo
gli aiuti umanitari potessero raggiungere la parte est della città, questi
poveri innocenti potrebbero essere salvati. Non ho parole per descrivere le sofferenze
di questi bambini: ma che umanità è questa? Siamo di fronte ad un genocidio di
bambini! Questi sono crimini di guerra della peggior specie! Non ho timore
nello scriverlo con gran forza! Mi vergogno quasi a scrivere questo articolo
perché probabilmente non smuoverà gli animi totalmente ammantati da una
indifferenza spaventosamente agghiacciante. Eppure le ragioni per indignarsi
non mancano. Cosa possiamo fare noi comuni cittadini? In primis non essere
indifferenti e provare a pressare i politici affinché scelgano la strada
del buon senso e della pace. Se vogliamo uscire da questo incubo
cominciamo col mettere al bando la nostra indifferenza perché tutti nel nostro
piccolo siamo colpevoli e quando a Natale festeggeremo con le nostre famiglie
perlomeno doniamo un pensiero per chi soffre ingiustamente.
Nessun commento:
Posta un commento