da: Il Fatto Quotidiano
Nel leggere le lagne quotidiane del Pd –
dichiarate o spifferate ai retroscenisti di corte – contro il governo, il
premier e gli alleati a 5Stelle, sorge spontanea una domanda: ma glielo
prescrive il medico, a questi signori, di sostenere il Conte-2 viste le atroci
sofferenze che ciò provoca alle loro animucce candide? Perché non aprono la
crisi e non fanno un altro governo o ci rimandano alle elezioni e provano a
vincerle? Forse si sono già scordati come e perché un anno fa erano tornati
nella stanza dei bottoni. Non per merito loro, ma di Salvini: senza l’harakiri
del Cazzaro, il famoso “partito a vocazione maggioritaria” veleggiava sul 16%
dopo la più ciclopica batosta della storia del centrosinistra, con la
prospettiva di restare all’opposizione altri vent’anni. Invece, con sua grande
sorpresa, risalì al governo per grazia ricevuta e per puro culo, aggrappato
alla scialuppa di Conte che, essendo da due anni in cima ai sondaggi,
sommamente schifava. Salvo poi scoprire che bastava fingersi morto e mandare avanti
il premier per rivedere il 20%.
Ora, da qualche settimana, non passa giorno senza una presa di distanze, uno sgambetto, un’imboscata del Pd al suo governo, e nella forma più vile e viscida perché nessuno ci mette mai la faccia. Uno stillicidio quotidiano, tipico delle guerre di logoramento. Le menate giornaliere sul Mes e sul rimpasto (ma perché non si rimpastano la De Micheli?). Le critiche alla Azzolina, prima perché non riapre le scuole, poi perché non vuole richiuderle e ora perché vuole riaprirle. La difesa dell’impresentabile De Luca che insulta premier e alleati.
Gli attacchi a Morra in stereofonia con le destre. Il voto per regalare a Gasparri la licenza di diffamare. La guerra alla Raggi, magari a costo di digerire Calenda o di candidare la Lorenzin (le alleanze locali sono obbligatorie solo se il candidato è del Pd). Le mire su Rai, servizi segreti e cybersicurezza. L’insofferenza per la cabina di regia sui 209 miliardi del Recovery Fund (e chissà mai chi li ha ottenuti). Le dichiarazioni d’amore a B. Insomma, dopo un anno di distrazione che avevamo preso per timido cambiamento, il Pd è tornato a fare il Pd, cioè a dare il peggio di sé. Tant’è che non si capisce perché non si riprenda l’Innominabile e il Giglio Fradicio.
Tutte scelte legittime, intendiamoci: in
politica i sentimenti non esistono e nulla è indissolubile. Basta dirlo: si
apre la crisi, Conte finalmente si leva dalle palle e torna a fare il
professore e l’avvocato, nasce un nuovo governo con un’altra maggioranza
(auguri), guidato da uno dei tanti Cavour pidini che troneggiano nei sondaggi
(non ce ne viene in mente nessuno, ma fa niente), o si va a votare. E poi si
ride. O si piange.
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