martedì 24 novembre 2020

Crisanti ha detto senza ipocrisia ciò che la maggior parte delle persone pensano

 


da: https://www.glistatigenerali.com/ - di Francesco Donnini

Chiarissima la posizione espressa dal prof. Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, circa i pre-requisiti per lui necessari per accettare di farsi inoculare il nuovo vaccino anti Covid-19. Anzi, mi hanno molto colpito gli attacchi che lo stesso professore ha ricevuto da più parti; e che denotano un certo grado di nervosismo in ambito accademico, governativo e farmaceutico.

Chi ha una minimo di dimestichezza con le procedure di approvazione di un farmaco sa perfettamente che sono necessari anni di ricerca e test per conoscerne il profilo di efficacia e sicurezza. Parlo di molecole relativamente sicure ma il cui meccanismo di azione, spesso, non è chiaro – perché è bene sapere che per molti farmaci l’esatto meccanismo di azione è sconosciuto – a tal proposito potete leggere i foglietti illustrativi di alcuni medicinali presenti nel vostro armadietto casalingo.

Tutti abbiamo letto nei bugiardini che molti degli effetti avversi al principio attivo o ad alcuni dei suoi eccipienti arrivano dalla fase post marketing del farmaco, cioè dopo che lo stesso è stato assunto da milioni di persone nel mondo. Nel caso dei vaccini contro il virus da Sars-CoV-2, i ricercatori non hanno avuto a disposizione anni di tempo per monitorare gli effetti a lungo termine del medicamento. Non è stato possibile a causa dell’urgenza di avere un arma sicura contro la Covid-19 nel più breve tempo possibile.

Inoltre, nel caso dei vaccini di Pfizer e Moderna, si tratta di una vera e propria rivoluzione nel modo di progettare un vaccino. Per cui è lecito che le persone manifestino un certo grado di diffidenza, se non addirittura di paura, verso i nuovi prodotti della scienza. È per questo che condivido l’opinione espressa dal prof. Crisanti, ovvero di non limitarsi a leggere le sole informazioni diffuse dalle due aziende farmaceutiche – notizie rilasciate all’interno di una dinamica chiaramente di business correlato al mercato azionario – ma di voler conoscere e studiare i dati ufficiali delle sperimentazioni, prima di decidere di farsi inoculare un nuovo medicinale.

Moderna e Pfizer hanno infatti sviluppato per la prima volta al mondo dei vaccini con vettore a mRna messaggero; e lo hanno fatto in tempi ultrarapidi rispetto agli standard abituali necessari per l’approvazione di questo tipo di medicinali: a detta degli esperti un periodo compreso tra sette e dieci anni. Per queste ragioni credo sia normale che i cittadini chiedano un’informazione chiara, precisa e super partes rispetto alle garanzie di sicurezza a lungo termine del vaccino.

 

È un preciso dovere delle istituzioni preposte fornirle, dopo una verifica attenta e imparziale dei dati, e compito dei vari governi diffonderle ai cittadini con una comunicazione chiara, efficace, “gentile”. La comunicazione, per ottenere la più alta adesione alla campagna vaccinale contro il Sars-CoV-2, che partirà nel 2021, a mio avviso dovrà essere “delicata”, precisa, trasparente e veritiera. Dovrà essere in grado di costruire un rapporto di serena fiducia tra cittadini e istituzioni, dissipando dubbi, sospetti, paure diffuse a piene mani in rete attraverso deliranti fake news. Solo così, la comunicazione, potrà ottenere il risultato di adesione atteso dai governi di tutto il mondo. Oltreché da cittadini anelanti di riprendersi la libertà di una vita in larghissima parte sequestrata dalla Pandemia.

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