Cosa
prevede la bozza del Def in Consiglio dei ministri
Verso
ipotesi di due aliquote Irpef a partire dai redditi più bassi, riformando
deduzioni e le detrazioni. Pil del 2019 che sale dello 0,2%, anziché dello
0,1 per effetto delle misure sulla crescita.
L'obiettivo del documento di programmazione
fiscale ed economica atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri è la
riduzione della pressione fiscale sul lavoro che dovrebbe essere coperta da una
riduzione delle spese fiscali. Già con la prossima manovra per il 2020, si
legge nella bozza del documento, ci sarà un«paziente lavoro di revisione della
spesa corrente» e «delle agevolazioni fiscali».
I
SALDI STRUTTURALI PEGGIORANO
Intanto peggiorano i saldi dei conti
pubblici, ma il governo punta ad ottenere comun que il via libera. Nella bozza
del Def che sarà all'esame del Consiglio dei ministri è previsto infatti un saldo
strutturale peggiorato di 0,1 punti percentuali quest'anno, ma che risulta «in
lieve miglioramento al netto della clausola per eventi eccezionali». Secondo il
documento «la sostanziale compliance»del programma di finanza pubblica
«dovrebbe costituire un fattore rilevante per la valutazione dell'osservanza
della regola del debito da parte dell'Italia» nonostante un nuovo rialzo del
rapporto debito/Pil previsto al 132,7% quest'anno dal 132,2% del 2018.
IMPATTO
POSITIVO DEL REDDITO, MA QUOTA 100 NON È CALCOLATA
Stando al documento del governo grazie al Reddito
di cittadinanza il Pil quest'anno crescerà di un ulteriore 0,2% mentre
l'effetto cifrato nelle tabelle del Def per Quota 100 è pari a zero. Tra gli
altri effetti stimati per il Rdc anche quello sui consumi (+0,5% nel 2019 che
arrivano a +1,2% nel 2022). Sempre per i consumi invece Quota 100 produrrà un
aumento dello 0,1% nell'anno in corso.
SCHIZZA
IL DEBITO PUBBLICO
Schizza anche il debito pubblico al 132,7%
del Pil per quest'anno, in rialzo dal 132,2% del 2018 a causa della «bassa
crescita nominale» e «rendimenti reali relativamente elevati», con un calo nel
2020 al 131,7% e «via via fino al 129,8% nel 2022». Per questo il governo, di
fronte al rialzo della stima di deficit-Pil per quest'anno «intende attuare la
clausola contenuta nella legge di Bilancio 2019, in base alla quale due
miliardi di euro di spesa delle amministrazioni centrali resteranno congelati
nella seconda metà dell'anno». Sul fronte flat tax, «la progressiva
introduzione ridurrà il cuneo fiscale sul lavoro e sarà coperta da una
riduzione delle spese fiscali, salvaguardando quelle destinate al sostegno
della famiglia e delle persone con disabilità».
LE
MISURE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA
1.
ALIQUOTE AL 15 E 20% PER LE PERSONE FISICHE
«Il sentiero di riforma per i prossimi anni
prevede la graduale estensione del regime d'imposta sulle persone fisiche a due
aliquote del 15 e 20 %, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando
le deduzioni e detrazioni. Per incentivare gli investimenti, le imprese
potranno beneficiare di una riduzione dell'aliquota Ires applicabile agli utili
non distribuiti». È quanto si può leggere in una bozza del Piano nazionale
delle riforme allegato al Def destinato ad approdare in Consiglio dei ministri.
2.
NESSUNA MODIFICA PER LE TASSE SUGLI IMMOBILI
«Il governo», si legge, «non ritiene
opportuno in questa fase rivedere l'imposizione sugli immobili, già oggetto di
numerosi cambiamenti legislativi negli ultimi anni». E ancora: «Nel quadro
tendenziale, la previsione di crescita media del Pil in termini reali per il
2019 scende allo 0,1%, dall'1% del più recente documento ufficiale». La
crescita tendenziale aumenterà nel 2020 (0,6%), 2021 (0,7%) e nel 2022 (0,9%).
Il programmatico invece sarebbe dello 0,2% nel 2019, per poi salire allo 0,7%
nel 2020, 2021 e 2022.
3.
MENO TASSE PER LE FAMIGLIE PIÙ NUMEROSE
Il governo, poi, «intende proseguire sulla
strada dell'alleggerimento del carico fiscale sulle famiglie e destinare
maggiori risorse finanziarie al servizio delle stesse con particolare riguardo
a quelle numerose e con componenti in condizione di disabilità. Iniziative
future verteranno prioritariamente sul riordino dei sussidi per la natalità e
la genitorialità».
4.
IPOTESI SALARIO MINIMO
«Un salario minimo orario per i settori non
coperti da contrattazione collettiva e la previsione di trattamenti congrui per
l'apprendistato nelle libere professioni» sono tra «gli interventi che
potrebbero essere oggetto di valutazione» sul fronte del lavoro. È quanto si
legge nella bozza del Pnr che accompagna il Def, che sarà discusso dal
Consiglio dei ministri. Nel documento si precisa anche che «si lavorerà per
ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e gli adempimenti burocratici per i datori
di lavoro, anche attraverso la digitalizzazione».
5.
TURNOVER AL 35% DOPO QUOTA 100
Nel 2019 nella P.a. c'è un'ipotesi di
turnover al 35% a fronte delle uscite aggiuntive con quota 100. È quanto si
legge nella bozza del Pnr che accompagna il Def, in cui si ricorda che per
quest'anno i pensionamenti aggiuntivi sono calcolati in circa 100mila ma le
assunzioni potranno avvenire a partire dal quarto trimestre, visto il blocco
delle assunzioni fino a metà novembre stabilito con la manovra. Nei due anni
successivi, il numero previsto di fuoriuscite di lavoratori pubblici sarà di
poco superiore a 110 mila unità e il turn over vicino al 100%.
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