Pensieri su ciò che ci circonda. Media, politica, attualità, libri, film e quant’altro.
giovedì 29 agosto 2019
OGM politici: M5S e il PD che non è cambiato…
Da quando è nato, il M5S ha avuto delle
trasformazioni. Che piaccia o no, non è più il movimento dell’”uno vale uno”
(grandissima idiozia). Subirà, inevitabilmente, altre trasformazioni. Chissà
mai se riuscirà a essere una forza politica - quindi con una classe politica -
in grado di pensare e realizzare in modo progettuale. Al momento, questa classe
politica non c’è, tanto è vero che a livello locale non esiste, tranne rare
eccezioni, comunque discutibili (Raggi più ancora che Appendino).
Ma se ancora non è ciò che servirebbe a
questo paese, mantiene nel suo dna alcune idee, alcune spinte, alcune volontà
di ascoltare il paese reale e rispondere con scelte diverse rispetto a quelle
disastrate della classe politica che ha sgovernato dai tempi della D.C ad oggi.
La “stampa autorevole”, referenziale,
autoreferenziale, i cosiddetti “giornaloni”, e anche alcuni siti, l’hanno
definita “antipolitica”. No. E’ politica. Dovrebbe essere, quella del M5S, “una
politica diversa”.
Ho sentito in questi giorni citare da
Giuseppe Conte e da Luigi Di Maio le parole “Nuovo Umanesimo”. Non so se si
riferiscono a quel manifesto culturale/politico rappresentato dal libro scritto
da Luigi Ciotti e Vittorio V.Alberti e di cui ho pubblicato alcune pagine nel blog. Io mi ci ritrovo in quel libro e penso che
possa rappresentare un punto di partenza teorico per un modello culturale e
politico diverso da quello del cazzaro, sloganista, Salvini.
Ovviamente, conta far seguire alla teoria
la pratica. Un Nuovo Umanesimo è tutto da realizzare.
Ora. Con tutti i limiti del M5S, con tutti
i limiti del “leghista mancato” Luigi Di Maio (l’ho visto provato, quindi, non
infierisco su di lui) come può il Movimento di Grillo (mai come in questi
giorni è il movimento di Grillo) fare un accordo politico, un accordo di
governo, con il PD.
Tommaso Merlo: L’occasione del PD
L’intellighenzia sinistroide e giornalaia
non è affatto entusiasta del governo giallorosa. C’è da capirlo, se nascerà
davvero non sapranno più dove sversare la loro dose di bile quotidiana. Per Lorsignori,
i cinquestelle hanno sempre rappresentato una politica di seconda categoria,
una banda di amatori indegni di frequentare il loro olimpo morale ed
intellettuale. Amatori da infamare nella speranza di farli evaporare nel nulla
e riprendersi così il centro della scena. Un’ostilità feroce che in realtà ha
solo aiutato l’ascesa del Movimento e non ne ha affatto boicottato l’azione di
governo, in compenso i resti del loro centrosinistra si sono squagliati.
L’intellighenzia sinistroide e giornalaia è arrivata a definire il Movimento
una forma di fascismo e a preferire Berlusconi a Di Maio. Due esempi di
un’operazione denigratoria durata anni. Ma si sa, la cattiveria acceca e
l’arroganza abbaglia e se partiti come il Pd hanno raggiunto livelli comatosi, è
anche perché hanno dato retta a quelle idee malsane sfornate su misura
dall’intellighenzia sinistroide e giornalaia. Ed invece di rinnovarsi, invece
di evolversi sia come contenuti che come classe dirigente, il Pd si è arroccato
fino a trasformarsi in una casta tronfia e detestata.
Grazie
all’incommensurabile genio politico di Salvini, lo
scenario politico italiano è cambiato di botto. Grazie a lui i resti malconci
del centrosinistra e il Movimento pare facciano un pezzo di strada insieme dopo
anni di sanguinose ostilità. Una svolta che si deve anche all’altro genio
incompreso della politica nostrana, quel Renzi che ufficialmente vuole salvare
il paese dal sovranismo nero e visto che c’è, pure il suo sederino. Il tutto
con il sommesso beneplacito di Zingaretti che avrebbe preferito restare nelle
trincee radical-shit, ma è stato travolto dagli eventi. Si è rotta la diga.
Adesso si tratta di vedere come il Pd gestirà questa
mercoledì 28 agosto 2019
Matteo Salvini e il Cuore Immacolato di Maria…
A chiusura di un comizio a Milano, brandendo
il Rosario, Matteo Salvini ha dichiarato che affidava l’Italia al Cuore
Immacolato di Maria.
L’8 agosto 2019, Matteo Salvini ha
presentato una mozione di sfiducia per far cadere il governo. Obiettivo (dichiarato esplicitamente a Conte): andare alle
elezioni anticipate per “capitalizzare” i sondaggi che lo davano ancora in
crescita dopo il risultato elettorale delle elezioni europee che lo aveva visto
vincitore.
E, allora, i casi sono due:
O il Cuore Immacolato di Maria non lo ha ascoltato…..o…il
Cuore Immacolato di Maria ha accolto la sua preghiera.
E fu così che cadde il governo gialloverde…
Chi ha orecchi per intendere, intenda…come
diceva il figlio di Maria…
Governo Conte bis o Conte 2: la “discontinuità” di Zingaretti
In questo giorni “convulsi” (si fa per
dire) si sente e si legge di tutto sulla formazione del governo: Conte bis o
Conte 2.
Zingaretti, che voleva andare alle elezioni
ma ha subito lo scacco matto di Renzi, quello che ancora non ha fatto la benchè
minima autocritica sulle sconfitte politiche collezionate, né ha spiegato il perché tali
sconfitte siano avvenute, ha chiesto “discontinuità”, una “svolta".
Dopo questi mirabili concetti, si legge, si
sente, che il PD vorrebbe il ministero della Giustizia. Il partito di Lotti che
va alle cenette con il CSM vorrebbe il ministero della Giustizia?!. Questa
sarebbe la “discontinuità” di Zingaretti.
Si sente/legge che a fare il vicepremier
non sarebbe più il "cuginetto" di Salvini, il leghista mancato Luigi Di Maio ma
Franceschini o Orlando. Straminchia! Che discontinuità!.
A questo punto manca solo che il PD voglia
le Infrastrutture.
Per metterci Del Rio (giusto per rimanere continui..)?. No.
Ci metterà un tecnico: Benetton.
Ovviamente si tratta di bufale
giornalistiche o di battute comiche del segretario PD..
Bacioni a Salvini. Ecco perché la vittoria alle europee è stata l'inizio della sua fine (per ora)
Il
grande risultato del 26 maggio è stata una vittoria di Pirro per il leader
della Lega che è diventato di colpo il nemico numero uno per la stabilità
dell'Unione europea
Fuori dal Viminale, tornato all’opposizione
e scaricato anche da Donald Trump. Matteo Salvini ricorderà a lungo l’estate
del suo suicidio politico. In pochi giorni il leader della Lega ha perso tutto:
visibilità, potere, la possibilità di comandare la maggioranza del Parlamento.
E la colpa è stata proprio la vittoria clamorosa alle elezioni europee. Dal 26
maggio Salvini è diventato il nemico numero uno dell’establishment europeo che
prima ha isolato i sovranisti dalle cariche più importanti, poi ha istituzionalizzato
il Movimento Cinque Stelle e infine ha convinto l’opposizione dem a fare un
governo con i nemici di sempre. Così lo spread ieri ha chiuso a 183, Conte è
diventato di colpo uno statista e la coalizione giallorossa sembra l’alleanza
più naturale del mondo. Avviso per i naviganti complottisti: non c’è stato
nessun colpo di Stato, né una trama ordita dal gruppo Bilderberg, ma una lenta
azione di moral suasion sui protagonisti italiani da parte delle cancellerie
internazionali e alcuni errori marchiani dello stesso Salvini che hanno
accelerato il processo. Uno su tutti il discorso di Pescara in cui dopo mesi di
stallo e con la paura di una legge di bilancio entro i limiti imposti dai
trattati europei, il leader della Lega ha chiesto: «Pieni poteri per fare
quello che abbiamo promesso di fare fino in fondo senza rallentamenti e senza
palle al piede. Siamo in democrazia, chi sceglie Salvini sa cosa sceglie» Ecco,
con la prospettiva di un governo che facesse il deficit al 5% senza rispettare
i vincoli europei, e un Parlamento sovranista che potesse scegliere in libertà
il prossimo presidente della Repubblica, il sistema ha attivato gli anticorpi.
Per la paura di non avere contrappesi allo strapotere leghista, i politici
italiani hanno rispolverato il loro schema migliore: tutti uniti contro l’uomo
solo al comando.
domenica 25 agosto 2019
Marco Travaglio: Le parole per dirlo
Siccome la confusione regna sovrana, com’è
naturale nei preparativi di nozze di due promessi sposi che si insultano da 10
anni, urge un po’ di igiene linguistica.
“Conte-bis”.
L’eventuale ritorno del premier uscente non sarebbe un “Conte-bis”, come lo
chiamano tutti, ma un “Conte-2”. Il Conte-bis sarebbe un nuovo governo
giallo-verde e con qualche ministro rimpastato. Questo invece avrebbe un’altra
squadra e una maggioranza diversa (giallo-rosa). Il che è normale in un sistema
proporzionale, qual è tornato a essere il nostro. De Gasperi fece 8 governi, 3
col Pci e 5 col centro. I centristi Fanfani e Moro aprirono al Psi e lo stesso
Moro al Pci. Andreotti, uomo della destra Dc, guidò il governo della “non
sfiducia” con Berlinguer.
“Discontinuità”. In
politica non dipende dalle persone, salvo che siano indegne, ma dal programma.
Ed è ovvio che quello giallo-rosa sarebbe discontinuo dal giallo-verde. Se M5S
e Pd trovassero l’intesa, sarebbe un delitto mandarla a monte perché Zingaretti
ritiene Conte un emblema della “continuità” e i 5Stelle no. Fu il M5S a siglare
con Salvini il Contratto giallo-verde dopo il no del Pd. Conte, neppure
iscritto, arrivò dopo. Da indipendente di area. E come tale si comportò, da
premier-mediatore, dando torto ora a Salvini ora a Di Maio. Il Pd, se vuole
“discontinuità”, dovrebbe chiederla a tutta la prima linea 5Stelle. Ma allora
che senso ha trattare con loro? Meglio dire “voto subito”, almeno si capisce.
Senza contare che un governo senza i big della sua maggioranza durerebbe poco.
Beppe Grillo: “Giuseppe Conte, l’Elevato”
Gli
Elevati
di Beppe
Grillo – Così scrivevo a proposito del nostro Presidente del Consiglio, a
maggio del 2018: “Saluto con grande piacere il Professor Giuseppe Conte, lo
abbiamo visto attraversare una foresta di dubbi e preoccupazioni maldestre,
faziose e manierate, che ha saputo superare grazie a dei requisiti fondamentali
per la carica che è destinato a ricoprire: la tenuta psicologica e l’eleganza
nei modi.
Abbiamo portato di fronte al Presidente
della Repubblica un uomo che escludo ci farà sfigurare nel mondo. Non soltanto
perché conosce le lingue ed è molto ben orientato nelle regole che governano il
mondo latino ed anglosassone. Ma, e sopratutto, perché non si riconosce in lui
traccia del macchiettismo compulsivo della stragrande maggioranza dei suoi
predecessori.
Anche per questo non vivrà conflitti
interiori “fracchiani” ogni qualvolta dovrà scegliere fra le ragioni delle
persone e quelle delle caste che imperversano nel mondo.
Finalmente potremo pensare al governo come
ad un sistema immunitario sano, pronto a trovare il giusto equilibrio fra
questo splendido popolo e le sue istituzioni; così come quelle oltre confini
sempre diversi, a seconda di cosa si stia parlando. Non fosse per la
testimonianza della nipote di una bidella, che riferisce di una bocciatura in
seconda elementare per cattiva condotta, saremmo a posto!
In alto i cuori e prepariamoci a non dover
più vergognarci di chi ci rappresenta”.
Questo è Giuseppe Conte, giunto a noi dopo
una serie di personcine davvero incredibili, come dimenticare le incredibili
figuracce internazionali che ci hanno regalato?
Matteo Salvini: “Un politico scarso”
Solo l'insipienza, l'incapacità del “leghista mancato” Luigi Di Maio,
perennemente attaccato al sedere di Salvini che lo ha “scoreggiato” via - salvo fare retromarcia totale (come si può
rinunciare a Luigino “con tutto il bene che mi ha fatto”) - poteva far sembrare
‘sto sloganista rozzo, falso che è Matteo Salvini come uno politico, uno “stratega”.
Come sempre, la saggezza popolare ha
ragione: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”.
Sul governo MS5-PD ho i brividi…nonostante
il caldo ancora imperante ma….brividi più intensi e profondi me li dà Salvini
Ministro dell’Interno….
Dal punto di vista teatrale e spettacolare
– il punto di vista incosciente con cui ormai assistiamo alla gran parte degli
eventi pubblici – il
dibattito in Senato (20 agosto 2019) ha sicuramente mostrato una messa in scena
rara e affascinante (da popcorn, direbbe quello): benché niente sia ormai più
sorprendente e ogni pagliacciata sia solo un’evoluzione della precedente, un
presidente del Consiglio che si pronuncia così severamente e drasticamente
contro il suo ministro dell’Interno, seduto peraltro al suo fianco, non si era
mai visto. Ma è vero che non si era mai visto un governo in cui il ministro
dell’Interno è il capo del presidente del Consiglio, e non si era mai vista
un’alleanza di guitti così sbilenca e improvvisata: ed è vero che superato
l’attimo di divertimento per l’ascolto di Conte che tratta Salvini come il più
sventato dei cialtroni, è subentrato in chi lo ascoltava un più prolungato
momento “te sei svejato?”. La ramanzina di Conte – pur fondata e ben esposta, Russia compresa – non
restituisce al temporaneo PresdelCons nessuna credibilità, e rende anzi ancora
più imbarazzante e goffo il suo anno di silenzio docile a godersi i buffet
europei e comporsi la pochette: “dov’eri finora?”, gli hanno diversamente
chiesto molti avversari politici nei loro interventi successivi, e molti
italiani che seguivano il dibattito. C’avevi judo?
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