L’intellighenzia sinistroide e giornalaia
non è affatto entusiasta del governo giallorosa. C’è da capirlo, se nascerà
davvero non sapranno più dove sversare la loro dose di bile quotidiana. Per Lorsignori,
i cinquestelle hanno sempre rappresentato una politica di seconda categoria,
una banda di amatori indegni di frequentare il loro olimpo morale ed
intellettuale. Amatori da infamare nella speranza di farli evaporare nel nulla
e riprendersi così il centro della scena. Un’ostilità feroce che in realtà ha
solo aiutato l’ascesa del Movimento e non ne ha affatto boicottato l’azione di
governo, in compenso i resti del loro centrosinistra si sono squagliati.
L’intellighenzia sinistroide e giornalaia è arrivata a definire il Movimento
una forma di fascismo e a preferire Berlusconi a Di Maio. Due esempi di
un’operazione denigratoria durata anni. Ma si sa, la cattiveria acceca e
l’arroganza abbaglia e se partiti come il Pd hanno raggiunto livelli comatosi, è
anche perché hanno dato retta a quelle idee malsane sfornate su misura
dall’intellighenzia sinistroide e giornalaia. Ed invece di rinnovarsi, invece
di evolversi sia come contenuti che come classe dirigente, il Pd si è arroccato
fino a trasformarsi in una casta tronfia e detestata.
Grazie
all’incommensurabile genio politico di Salvini, lo
scenario politico italiano è cambiato di botto. Grazie a lui i resti malconci
del centrosinistra e il Movimento pare facciano un pezzo di strada insieme dopo
anni di sanguinose ostilità. Una svolta che si deve anche all’altro genio
incompreso della politica nostrana, quel Renzi che ufficialmente vuole salvare
il paese dal sovranismo nero e visto che c’è, pure il suo sederino. Il tutto
con il sommesso beneplacito di Zingaretti che avrebbe preferito restare nelle
trincee radical-shit, ma è stato travolto dagli eventi. Si è rotta la diga.
Adesso si tratta di vedere come il Pd gestirà questa
opportunità che gli è
piombata dal cielo. Se coglierà cioè l’occasione per aprire le finestre e
cambiar aria oppure se cercherà di approfittarne per rivendicare il vecchio
regime a cui appartiene e continuare a sabotare il cambiamento.
Vedremo
se ad esempio proporrà come ministri i soliti capibastone, i soliti dinosauri
che si spartiscono le spoglie del partito da decenni oppure lasceranno
finalmente spazio a facce nuove e perlomeno della generazione pentastellata. E
soprattutto vedremo se avranno il coraggio di affrontare le battaglie di
civiltà portate avanti dal Movimento, battaglie nate anche dall’inerzia
ipocrita dei vecchi partiti come il Pd. Come quella sui conflitti d’interesse, simbolo dello storico inciucio con la destra
berlusconiana o la battaglia contro l’arroganza delle lobby e contro le indegne
concessioni oppure la battaglia per una riforma della giustizia degna di un
paese civile o quella sul salario minimo e del taglio delle poltrone. Fatti,
non chiacchiere.
Vedremo
se il Pd scenderà dagli attici del centro e ricomincerà a sporcarsi le mani per
strada. Con la realtà, coi problemi dei cittadini. Perché,
checché ne ha sempre detto e scritto l’intellighenzia sinistroide e giornalaia,
il populismo di cui è artefice il Movimento non è altro che questo. Una
reazione squisitamente democratica e popolare, una reazione fattiva e libera da
giurassiche paturnie, ad una politica avida, ipocrita ed elitaria che ha
devastato il nostro paese.
Tommaso Merlo
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