da: http://unoenessuno.blogspot.it/
Se
la società è liquida, anche la politica che dovrebbe rappresentare questa
società (o una sua parte), lo è.
Così,
in queste ore frenetiche stiamo assistendo ad un riposizionamento delle
correnti e dei capi e capetti nei partiti e anche nel poco di poteri forti
rimasti.
Berlusconi vuole le mani libere, nel senso
il liberale in senso lato non ama altri competitor nel campo del centro destra
(leggi Salvini).
Confindustria scarica PD e Berlusconi,
togliendo di mezzo eventuali tabù ad un governo a 5 stelle: che ingrati, dopo
tutti i miliardi che vi abbiamo dato.
Non solo la società è liquida, ma i partiti
tolte di mezzo ideologie, apparati locali, riferimenti politici, diventano spa
scalabili come tutte le aziende private.
Non bisogna fare un altro
partito ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado ad iscrivere
al @pdnetwork. https://t.co/5Jem2aDZfO
— Carlo Calenda
(@CarloCalenda) March 6, 2018
Renzi
e il senso dello Stato: altro che rituale degli incontri con Mattarella (altro
ingrato), io me ne vado a sciare.
Infine, il senso de Il foglio per il ridicolo:
pur di non ammettere errori e cappellate, ci si arrampica sugli specchi.
L'attuale crisi del PD e di FI (che di quello stiamo parlando) è figlia della
stagione di Mani pulite.
E’ l’onda lunga del 1993,
l’anno in cui i partiti politici italiani furono messi in gattabuia, e la
chiave buttata via insieme con la credibilità delle istituzioni. Berlusconi
all’inizio fu una reazione di equilibrio, era un rivolgimento totale, si parlò
di Seconda Repubblica, ma era anche un lascito sghembo del pentapartito,
l’eversore brillante e pop di un sistema di cui aveva fatto parte.
Quando
si dice aver capito tutto del paese.
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