giovedì 30 settembre 2021

Schermo Colle

 


da: https://www.tag43.it/ - di Giovanna Predoni

I nuovi vertici Rai pensano di congelare le nomine dei Tg fino all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Grande attivismo di Maggioni per il Tg1. De Stefano punta a Raisport, Pacchetti sulla Tgr. Il peso dell’affaire Morisi.

L’ultima parola d’ordine che gira al settimo piano di viale Mazzini è: proroga. Finalmente consapevoli di quanto sia complesso gestire un’azienda come la Rai i nuovi vertici, l’ad Carlo Fuortes e la presidente Marinella Soldi, stanno rivedendo i tempi annunciati per riorganizzazione e nomine.

La nuova parola d’ordine è: proroga

La cosa non dispiace affatto ai direttori dei tg in scadenza a ottobre, che ora possono sperare di restare in sella fino all’elezione del presidente della Repubblica (febbraio 2022) appunto in regime di proroga. Soluzione gradita soprattutto a Giuseppe Conte e ai 5 stelle che continuerebbero ad avere totalmente dalla loro il Tg1 di Giuseppe Carboni. Ma soluzione che non dispiacerebbe nemmeno a Giorgia Meloni, la quale comunque ha già chiesto la conferma di Gennaro Sangiuliano alla guida del Tg2, e nemmeno alla Lega che così manterrebbe il controllo di Tgr, l’informazione regionale, con Alessandro Casarin e quello di Raisport con

Auro Bulbarelli. Questa soluzione però stride con il mandato ricevuto dalla coppia Soldi-Fuortes di rinnovare e alzare il livello qualitativo dell’informazione pubblica, soprattutto della testata ammiraglia. Così mentre la presidente ma soprattutto l’ad sfogliano la margherita sul da farsi, avanzano le candidature e le segreterie dei partiti come ai vecchi tempi sono assediate dai postulanti.

L’attivismo di Monica Maggioni e le possibilità di Alessandra De Stefano

I tg in scadenza sono appunto Tg1, Tg2, Tgr e Raisport, dove hanno resistito – inspiegabilmente in alcuni casi – i nominati dal governo gialloverde del Conte 1, in quella che fu una delle stagioni più buie per la Rai. La più attiva è Monica Maggioni che si sente predestinata al Tg1 in virtù anche della necessità del nuovo vertice Rai – dopo la gaffe delle prime nomine tutte al maschile – di dare spazio alle quote rosa. La triangolazione Letta (Gianni)-Bettini-Di Maio che ha molta voce in capitolo le ha assicurato il posto al sole che già l’ex dg Luigi Gubitosi le aveva promesso. Maggioni, che è stata anche presidente della tivù pubblica, ha caratteristiche e curriculum, ma è poco gradita dalla redazione, e soprattutto non sarebbe ritenuta un nome di cambiamento. Più facile raggiungere l’obiettivo per Alessandra De Stefano, che punta alla direzione di Raisport dopo il gran successo del programma olimpico Il circolo degli anelli (mentre Sette storie della Maggioni non decolla e costa sempre di più).

Quasi sicura la riconferma di Sangiuliano al Tg2

Alla Tgr il cambio potrebbe essere tutto giocato in casa leghista con il condirettore scalpitante Roberto Pacchetti pronto a subentrare ad Casarin. Infine viene data per sicura la conferma di Sangiuliano al Tg2, nonostante i non esaltanti ascolti e i frequenti incidenti di percorso di cui l’ultrarenziano onorevole Michele Anzaldi tiene il conto aggiornato. Sempre che Fratelli d’Italia non decida alla fine di puntare su Paolo Corsini, oggi vicedirettore a Raidue e considerato più ortodosso. Ipotesi non peregrina, visto che la Meloni è stata esclusa dal giro delle nomine per il nuovo cda, e aspetta legittima compensazione.

Il peso dell’affaire Morisi

Naturalmente anche sulla Rai si è abbattuta la vicenda che ha coinvolto il social media della Lega Luca Morisi, e la cosa non potrà non pesare sulle scelte del duo Fuortes-Soldi. Anche in virtù del conflitto sempre più evidente in senso al Carroccio tra la linea draghiana di Giancarlo Giorgetti e il movimentismo di Matteo Salvini, i cui uomini a viale Mazzini ora temono fortemente il ridimensionamento.

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