lunedì 14 dicembre 2020

Piano Recovery Fund / 1: Conte ha fatto e deciso tutto da sé? cominciamo da pagina 13 e 25…

 


In considerazione di alcune affermazioni che ho sentito/letto, cioè che Conte è un accentratore che avrebbe fatto tutto da sé, che vuole pieni poteri e non considerando Conte attrezzato per definire da solo progetti e metodi organizzativi - non esattamente competenze di un avvocato e docente universitario - ho scaricato il documento Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), cioè il cosiddetto piano Recovery Fund.

Si tratta di 125 pagine che richiedono un’attenta lettura e rilettura. In una prima rapida e parziale lettura mi sono imbattuta in alcune asserzioni che, o sono state buttate lì per “dovere” oppure corrispondono a intenzioni di metodo e realizzative.

Queste affermazioni non sembrano confermare le affermazioni di alcuni politici, giornalisti, osservatori - tutta gente che voglio ritenere onesta mentalmente e non piegata ai propri interessi e ai propri editori - cioè che il PNRR sia stato definito all’insaputa di ministri, segretari di partito e…del Parlamento.

Si tratta di alcune sintetiche affermazioni. E’ indubbio che va letto il documento nella sua interezza. Da parte mia completerò la lettura con la stessa attenzione con la quale al tempo della riforma costituzionale del fanfarone pericoloso nonché Sfascista Renzi ho letto la SUA aberrante e pericolosa puttanata, confutando nel dettaglio il perché della mia opposizione a quell’obbrobrio che doveva dare PIENI POTERI a Matteo Renzi.

Prima di riportare le frasi in questione, affermo senza tema di essere smentita, che qualsiasi giudizio si faccia su questo piano e conseguente struttura, non può avvenire in assenza di specifiche su ruoli e funzioni, cioè su come debbano funzionare tutti gli attori coinvolti. E queste specifiche, al momento, non ci sono.

Ritornando alle frasi che sottopongo all’attenzione di chi non sia né deficiente né in malafede…

Capitolo 1.2 La strategia di rilancio per la resilienza e la crescita sostenibile e inclusiva  - pag.13

1. “In preparazione al PNRR, il Governo ha attuato un’ampia consultazione con gli stakeholder (per dirla sinteticamente in italiano: soggetti interessati e coinvolti nelle iniziative, nelle attività). Nella primavera del 2020 ha incaricato un Comitato di esperti, coordinati da Vittorio Colao, di elaborare delle proposte per il Piano di Rilancio del Paese. Nei mesi successivi, anche alla luce delle raccomandazioni del Comitato Colao, il Governo ha ascoltato le opinioni e i suggerimenti delle imprese italiane, delle organizzazioni sindacali e della società civile.

Da agosto, il coordinamento dei lavori per la stesura del PNRR è stato assunto dal Comitato interministeriale per gli Affari Europei (CIAE), che ha a sua volta il Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) di gestirne operativamente i lavori. In settembre, il CIAE ha approvato una proposta di Linee Guida per la redazione del PNRR che è stata sottoposta all’esame del Parlamento.

Il 13 e 14 ottobre il Parlamento si è pronunciato con un atto di indirizzo, che invita il Governo a predisporre celermente il Piano, garantendo un ampio coinvolgimento del settore privato, degli enti locali e delle eccellenze pubbliche e private che il Paese è in grado di offrire.

Domanda: quanto sopra sono balle? Il Parlamento è stato ignorato oppure si è trattato solo di un passaggio formale?

Per quanto mi riguarda, l’approccio sopra indicato è quello corretto. Sono le fasi che precedono la predisposizione di un piano. La domanda che farei a Conte è però: se e quanto del piano Colao è stato recepito nella predisposizione del PNRR, se e quanto degli Stati Generali è stato recepito.

Capitolo 1.4 La struttura del PNRR - pag.25

“Il presente piano può variare in base alle proposte del parlamento e al negoziato con la task force europea nella struttura del capitolo 2 (progetti e saldi) sempre nel rispetto delle linee economiche indicate nella Nadef.

Domanda: Parlamento sarà bypassato e ignorato?

Orbene.

Poiché ritengo di essere non solo onesta mentalmente ma anche dotata di qualche neurone - soprattutto in alcune materie - so che quanto sopra non dimostra che i detrattori di Giuseppe Conte abbiano torto. Dimostra però che alcune affermazioni di politici e giornalisti sono false. Si tratta di gente che non ha letto il documento, o che l’ha letto e non ci ha capito un organo sessuale maschile, che l’ha letto ed è in malafede.

Concludo (al momento) con quest’osservazione: da questo documento (che non è solo un insieme di titoli e di affermazioni generiche) si evince che…c’è trippa per gatti. Ci sono progetti di peso, in termini di attività, di metodo e di tempi realizzativi. Alla spartizione di questa trippa Matteo Renzi non vuole rinunciare. Quando lui e le Bellanova dicono che non vogliono una poltrona in più, dicono il vero. Gli credo. Matteo Renzi vuole ben altro. Vuole essere in tutti i progetti dall’inizio alla fine. O meglio: vuole che ci siano i suoi “commissari straordinari”, quelli che nel suo Piano Shock per l’Italia “sono responsabili di tutto il processo che va dalla progettazione all’esecuzione sul modello del Commissario di Genova e dell’Expo”.

Matteo Renzi deve “qualcosa” a “qualcuno” (più di uno). Quanto meno deve dimostrare a questi “qualcuno” che ha fatto di tutto per farli accomodare al tavolo.

E’ solo la prima puntata della serie PNRR. Se il governo Conte 2 non cadrà, Matteo Renzi continuerà nel suo ruolo. Entrerà a gamba tesa durante le fasi di decisione, revisione, attuazione.

Da un certo punto di vista, sarebbe meglio andare a votare. Per spazzarlo via. Un’altra volta.

Nessun commento:

Posta un commento