lunedì 25 novembre 2019

Gli odiosi pregiudizi degli italiani sulla violenza sessuale contro le donne



Il 23,9% pensa che possano essere loro a provocare lo stupro con il modo di vestire. E il 10,3% ritiene che spesso le accuse siano false. Gli stereotipi da abbattere fotografati dall'Istat.

Pregiudizi odiosi e stereotipi pericolosi, da smontare pezzo dopo pezzo. Secondo l’Istat, per il 6,2% degli italiani le “donne serie” non vengono violentate.

Il 39,3% ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. E il 23,9% – cioè quasi una persona su quattro – pensa che possano essere loro a provocare lo stupro con il modo di vestire, mentre il 15,1% è convinto che una donna che subisce violenza quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile.

I dati – inquietanti – sono contenuti nel report “Gli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza sessuale”, diffuso dall’istituto di statistica in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Come se non bastasse, per il 10,3% della popolazione italiana spesso le accuse di violenza
sessuale sono false, dato che sale al 12,7% tra gli uomini e scende al 7,9% tra le stesse donne. Il 7,2% è convinto che di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono di no, ma in realtà intendono sì. Infine, l’1,9% ritiene che non si tratti di violenza se un uomo obbliga la moglie o la compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.

Se poi si parla di conciliazione tra lavoro e famiglia, secondo il 32% degli intervistati «per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro»; per il 31,5% «gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche»; per il 27,9% «è l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia». Mentre per l’8,8% «spetta all’uomo prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia».

Non a caso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato che «benché molto sia stato fatto anche in Italia», la violenza «non smette di essere un’emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute». Ogni donna «deve sentire le istituzioni vicine, dobbiamo continuare ad adoperarci nella prevenzione, nel sostegno delle vittime e dei loro figli, nel reperimento delle risorse necessarie e nell’elaborazione di ciò che serve per intercettare e contrastare i segnali del maltrattamento».

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