mercoledì 12 giugno 2019

Luigi Ciotti e Vittorio V.Alberti: Per un Nuovo Umanesimo / 8


Quale antimafia? Quale legalità? 
Corruzione, Responsabilità, Coscienza 
di Luigi Ciotti  

Le mafie non sono un mondo a parte ma parte del nostro mondo. La forza delle mafie poggia sull’indifferenza e sull’egoismo, le malattie spirituali della nostra epoca, sull’interesse privato che divora il bene pubblico, sull’individualismo insofferente delle regole e incapace di distinguere tra libertà e arbitrio. La prima riforma, allora, è una riforma delle coscienze, dei nostri comportamenti, delle piccole e grandi scelte quotidiane.
Una recente ricerca sulla disoccupazione ha rilevato che il 61% dei disoccupati è disposto ad accettare un posto di lavoro in un’attività dove la criminalità organizzata ha investito per riciclare denaro, mentre una percentuale non trascurabile di persone - una su dieci - compirebbe piccoli reati pur di condurre una vita più dignitosa. Secondo un altro sondaggio, un italiano su cinque non avrebbe problemi a recarsi in pizzerie, bar o negozi dietro ai quali ci sono le mafie se questo consente di risparmiare.
Sono segnali inquietanti, e la riprova che il lavoro educativo e culturale, l’opera di informazione e di denuncia, i percorsi nelle scuole e nelle università a poco servono se manca a monte l’impegno per eliminare le diseguaglianze, per garantire a tutte le persone occasioni di lavoro, di libertà, di dignità.
Prima che un fatto criminale, la mafia è un problema politico che affonda le radici nel vuoto
dei diritti, nella trasformazione dei diritti in privilegi. Occorre dunque reprimere, dotare la magistratura, le forze di polizia di tutti gli strumenti necessari, ma prima di tutto occorre un impegno per il bene comune, della politica e della società tutta, una società che, più che civile, preferisco chiamare responsabile.

[..] Oggi non si può parlare di mafia senza parlare di corruzione. Il nostro Paese è malato di corruzione, la quale è l’avamposto delle mafie. C’è una vasta zona grigia in cui è ormai difficile stabilire dove finisce la mafia propriamente detta e dove inizia la mafiosità, la mentalità che ha inquinato tanti ambiti della vita sociale.
Le mafie stesse oggi sono mafie «imprenditrici», capaci di muoversi nei mercati finanziari, di reclutare competenze e professionalità, d’investire e di ampliare i loro fatturati. E di fare da «banche» per tanti piccoli e medi imprenditori in difficoltà.

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