martedì 29 settembre 2020

Reddito di cittadinanza: un dovere, un diritto, ma così come congegnato favorisce i disonesti più che i poveri

 

 

Nel lontano 26 maggio 2018, dopo appena due mesi dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018, pensavo e scrivevo in questo post quanto pensavo della flat tax e del reddito di cittadinanza. Sono stata anche profeta. Ma non era difficile.

“Quanto al reddito di cittadinanza:

1. contraria, fintanto che non ci saranno criteri e controlli che impediscano che i finti poveri possano usufruirne; in un paese di evasori fiscali, dove accanto a poveri reali ci sono i finti poveri che dichiarano redditi oscenamente bassi, dove nessun governo ha finora mai perseguito seriamente evasori ed elusori, il reddito di cittadinanza finirebbe nelle tasche sbagliate;

2. contraria, se pensata, realizzata, gestita, come una forma di assistenzialismo perché nel cosiddetto nostro bel paese c’è una buona quota di gente che non ha voglia di fare un cazzo, mentre altri lavorano, si sbattono ogni giorno e pagano le tasse per mantenere fancazzisti. Di Maio, Grillo & Casaleggio si leggano Muhammad Yunus;

3. contraria, se tale misura non sarà accompagnata da altre misure volte a creare

condizioni per diminuire la disoccupazione, incentivare il lavoro, fermo restando che, non si può pensare che ritornino le condizioni ante 2008. La lunga crisi dovrebbe farci comprendere che il modello sociale va rivisto.

Grillo ha abbandonato discorsi sulla decrescita felice. A parte alcuni aspetti che mi lasciano a dir poco perplessa delle teorie di Serge Latouche, c’è un’analisi di fondo che ha senso. Ma parlare di decrescita felice fa perdere voti (per questo Grillo non la nomina più da parecchio tempo). E il M5S ne sta già perdendo e altri ne potrebbe perdere se non riuscirà a far due o tre cose bene e a capitalizzarle. Contrariamente a quanto dicono nella coalizione di Salvini, è lui il più forte in questo accordo con Di Maio. E, in prospettiva, è quello che se ne avvantaggerà in termini elettorali. Anche perché il M5S perderà i voti che gli sono venuti da sinistra”.

Premesso che non ho cambiato idea rispetto a quanto pensavo e scrivevo due anni fa (ancor più in tempo di Covid-19), condivido quanto ho letto oggi sull’Avvenire. L’articolo di Francesco Riccardi (post sotto) contiene verità ineludibili.

Il reddito di cittadinanza è un dovere per uno Stato e un diritto per chi veramente non ha di che vivere dignitosamente. Così come è stato congegnato dal primo governo Conte, però, è un altro modo per favorire i disonesti e fottere i cittadini onesti.

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