mercoledì 30 settembre 2020

Vaticano: il Londongate si allarga. Altri 110 milioni per case di lusso

 

da: la Repubblica - di Antonello Guerrera

Non solo il famigerato palazzo di Sloane Avenue numero 60, che ha scatenato uno scandalo finanziario in  Vaticano culminato, dopo un’inchiesta dell’Espresso, con le dimissioni del cardinale Becciu. Perché la Santa Sede negli ultimi anni ha investito almeno altri 110 milioni di euro, secondo il Financial Times, in appartamenti e immobili di lusso a Knightsbridge, una delle zone più esclusive della capitale britannica: Cadogan Square n. 7-9 e 25, al 28-29 di Hans Place, al 130 di Pavilion Road. Totale: 105 milioni di euro, più altri cinque per ristrutturare le case e in teoria farle fruttare.

Stando a documenti consultati dall’“Ft”, Becciu e il segretariato di Stato avrebbero effettuato le compravendite grazie a prestiti dell’ex banca svizzera Bsi e Rothschild. Non solo: le proprietà sarebbero state acquistate dal Vaticano tramite quattro compagnie “incorporate” e con sede nel paradiso fiscale di Jersey (Charybdis, Princeps, Civitas e Valerina), mentre la gestione e la rivendita degli appartamenti sarebbero state affidate alla società londinese Sloane and Cadogan.

Per ora, non sono emerse irregolarità in tali compravendite. Ma un piccolo mistero sì: a un certo punto, nel 2017, il monsignore Alberto Perlasca e il funzionario amministrativo Fabrizio Tirabassi informano Sloane and Cadogan di voler coinvolgere nella gestione degli immobili un’altra compagnia svizzera, Valeur, per lo scetticismo di Sloane and Cadogan. Il progetto cadrà nel nulla. Becciu sostiene di non aver “mai sentito nominare Valeur”.

A Londra si gioca poi un’altra partita. Raffaele Mincione, il finanziere italiano e intermediario coinvolto nell’acquisto del palazzo di Sloane tramite il suo fondo Athena, ha chiamato in giudizio la Santa Sede con un “declaratory judgement”. Ossia vuole che l’Alta Corte della capitale britannica “si pronunci sulla legalità” dell’affare e della “buonuscita” per lui di 40 milioni da parte del Vaticano, quando quest’ultimo decise di comprare l’intero edificio per un controverso investimento complessivo di 350 milioni. Un guaio per il Vaticano, per cui quell’indennizzo è invalido e che vuole la vicenda giudiziaria a Roma, e non, pubblica, a Londra. Il 5 ottobre il tribunale si esprimerà.

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