domenica 19 maggio 2019

Luigi Ciotti e Vittorio V.Alberti: Per un Nuovo Umanesimo / 2



Oggi il grado di umanità si è corrotto. L’altro-da-noi è trascurato, respinto, umiliato anche con l’indifferenza e il silenzio. Basta guardare come trattiamo i giovani, i migranti, i poveri, chi vuole lavorare e ha delle ambizioni, ma è privo di «amicizie utili».
Il nostro Paese - duole dirlo - ha tradito la Costituzione, i sogni e gli ideali di chi l’ha scritta. L’aumento della povertà, la perdita del lavoro, il talento girato in corruzione, la dispersione scolastica, l’analfabetismo di ritorno, la riduzione o lo smantellamento dei servizi sociali, la potenza di mafie e corruzione, il linguaggio imbarbarito, sono fenomeni indegni di un Paese che voglia essere democratico non solo di nome ma di fatto, un Paese civile.
Ma non siamo solo noi ad aver tradito. L’Europa intera dovrà rendere conto delle sue politiche. Da un lato l’indifferenza o lo scaricabarile degli Stati fondatori, dall’altro la vergogna, intellettuale e morale, dei muri e dei fili spinati.
Le riforme però non bastano. Occorre un cambiamento radicale, non soltanto politico, una rivoluzione delle coscienze: ed ecco la leva culturale.
Occorre riflettere a fondo sulle nostre vite disorientate e riscoprire gli altri, fuori ma anche dentro di noi, prima di tutto come azione intellettuale. Ed ecco perché più che mai la solidarietà deve farsi giustizia. Solidarietà e giustizia non possono essere separate, altrimenti l’impegno sociale non incide sulle cause politiche ed economiche delle ingiustizie, di cui rischia anzi di diventare la foglia di fico, l’inconsapevole complice. L’impegno sociale non è mai neutrale ma sempre intrinsecamente politico.
Stiamo correndo tre grandi rischi: la morte della democrazia europea, un nuovo conflitto globale, una catastrofe ecologica. Gli scenari che abbiamo davanti sono: la nascita di un’Europa a due velocità con i Paesi del Sud sempre più in difficoltà oppure la disgregazione dell’Europa stessa a causa delle forze politiche di ispirazione neonazionalista.
Se non vogliamo accettare questi esiti, abbiamo bisogno di costruire iniziative politiche che abbiano alla base la cultura, il pensiero, una identità ideale coerente con la nostra civiltà. Tale prospettiva è un nuovo umanesimo che sia base dell’Europa sociale. Un progetto, questo, trafitto da un lato dal neoliberismo che ha provocato la crisi e, dall’altro, dalle forze nazionaliste e sempre più apertamente neofasciste che stanno speculando sull’aumento delle disuguaglianze fomentando la guerra tra poveri - guardandosi bene dal rimediare alle cause che l’hanno generata - e imputando colpe ai migranti.

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