mercoledì 11 ottobre 2017

Rosatellum, l’ultima “versione” della riforma elettorale: come funziona



E’ in corso di votazione in Parlamento l’ultima versione della legge elettorale: il Rosatellum, che prende il nome da Rosato, il capogruppo del PD alla Camera che l’ha “pensata”.
Si tratta di una riforma che introduce un sistema misto proporzionale-maggioritario e soglie di sbarramento, cioè percentuali di voti minimi da raggiungere per entrare in Parlamento. Le soglie previste sono il 3 per cento per il partito che si presenta senza alleanze, il 10 per cento se i partiti si presentano alleati in una coalizione. I partiti che non raggiungono questa soglia non eleggeranno alcun parlamentare.

Alla Camera ci saranno 232 collegi uninominali in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato. I rimanenti 386 seggi saranno assegnati con metodo proporzionale: ogni partito o coalizione presenterà una lista di candidati, si conteranno i voti ricevuti da ogni lista e ogni partito o coalizione eleggerà un numero di parlamentari proporzionale ai voti ottenuti. Al Senato i collegi uninominali saranno 102, 207 i collegi proporzionali.
Non è previsto il voto disgiunto, quindi l’elettore esprimerà un solo voto che andrà per la quota maggioritaria al candidato del collegio e per la quota proporzionale alla lista lo appoggia.
Sono consentite le pluricandidature; sarà possibile presentarsi in diversi collegi ma solo nella quota proporzionale: ogni candidato potrà presentarsi in cinque collegi proporzionali differenti. Ci si può candidare in un unico collegio uninominale, ma si può essere contemporaneamente candidati in cinque collegi proporzionali.

Se il Parlamento approverà la riforma con i meccanismi sopra indicati, saranno avvantaggiate le coalizioni. Infatti, il Rosatellum sta mettendo d’accordo centro-destra e centro-sinistra, al momento rappresentato il PD a caccia di un “partner” con cui coalizzarsi.
Piaccia o no il M5S, è indubbio che il Rosatellum è pensato, scritto, votato, contro di loro. Un movimento che non intende allearsi, anche se risultasse il primo partito, sarà superato numericamente da una coalizione e, quindi, non avrà la maggioranza in Parlamento per governare da solo.  

Il centro-destra ringrazia per questo Rosatellum perché – da sempre - è una coalizione più simile e compatta del centro-sinistra. Renzi pensa di vincere girando l’Italia in treno e di raccattare ciò che manca coalizzandosi con il furbo Pisapia che da avvocato, borghese, comunista, pensa di patteggiare con Renzi. Gli darebbe ciò che manca per risultare numericamente la coalizione vincente e in cambio si farà dare qualche norma di “sinistra”: diritti civili, sostegno al reddito coperto finanziariamente da presunti recuperi fiscali, ecc..Che poi Renzi gli dia quanto pensa di ottenere è tutto da vedere…
Come tutto è da vedere quale sarà il risultato alle prossime elezioni. Si sa, il diavolo fa le pentole e non i coperchi e….Berlusconi e Renzi potrebbero aver fatto i conti senza l’oste: gli elettori italiani.
Che poi, qualora il M5S, nonostante una riforma che non li favorisce, possa guidare un esecutivo sapendo governare…è anche questo tutto da vedere. Roma docet. Ci vuole tempo, dicono i Di Maio e Di Battista.
Vero. Ma il buon giorno si vede dal mattino. E Roma pare ancora in pieno tramonto…

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