La situazione è in continua evoluzione, gli aeroporti sono chiusi e in alcune aree si sta vivendo una situazione mai provata prima. La gente è molto spaventata e si muove il meno possibile.
Muhameda
Tulumovic, Direttrice del programma di EMERGENCY in Sudan, ci
ha comunicato che abbiamo rimodulato l’attività e lavoriamo a regime ridotto in
tutti e quattro i nostri ospedali presenti nel Paese.
Il Centro pediatrico di Mayo, alle porte della capitale, è stato chiuso
per motivi di sicurezza. A Nyala, la situazione è delicata e
preoccupante perché anche là si sta combattendo come a Khartoum, e i
combattimenti sono molto vicini a noi, mentre a Port Sudan la situazione
al momento sembra più stabile.
Nel Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum molti membri dello staff sudanese non possono tornare a casa per motivi di sicurezza, abbiamo quindi messo a disposizione lo spazio per dormire in ospedale. Abbiamo chiuso il triage e riceviamo solo i nostri pazienti che hanno già un appuntamento o eventuali urgenze.
Nel
weekend abbiamo effettuato due interventi cardiochirurgici e continueremo a
fare quelli già programmati, nei prossimi giorni però potremmo iniziare ad
avere necessità di sangue e piastrine e quindi di donatori di sangue.
I nostri ospedali non sono un obiettivo e non sono stati minacciati. Siamo in
costante contatto con il nostro staff, che sta bene e continua a lavorare per
offrire cure gratuite alla popolazione, che al momento è molto spaventata e
rimane per lo più chiusa in casa.
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