da: Corriere della Sera
Non bisognerebbe mai leggere le buone notizie fino in fondo. Prendiamo quella che è senza dubbio un’ottima notizia: da oggi sarà possibile bloccare le telefonate moleste dei venditori di ogni risma e tenore. Certo, per farlo occorrerà iscriversi al Registro delle Opposizioni e vorrei tanto sapere chi ha avuto l’idea di chiamarlo così: il nome è persino nobile, mutuato dalla politica, ma proprio per questo emana un immediato senso di impotenza e sterilità. Pazienza, l’importante è che garantisca ciò che promette: la fine delle chiamate indigeste entro quindici giorni. Ormai le aziende-stalker se ne vergognano al punto che per farle non utilizzano neppure più esseri umani, ma voci preregistrate: robot insensibili al tono dolente o insolente dell’interlocutore, strappato al pisolino postprandiale per essere sensibilizzato su una offerta vantaggiosissima di cui fino a un attimo prima ignorava serenamente l’esistenza.
Fin
qui il succo della lieta novella, poi però c’è l’ultima riga. C’è sempre
l’ultima riga, ed è quella che ti frega. «La stretta non si applica ai call
center che chiamano dall’estero né a quelli illegali», che sono la maggioranza
e da oggi anche un po’ di più. In Italia le leggi si applicano solo a chi le
rispetta, ma poiché non le rispetta quasi nessuno e quei pochi che lo fanno
sono considerati dei fessi, il risultato è che, iscrivendoci al Registro delle
Opposizioni, bloccheremo i molestatori onesti, lasciando campo libero agli
spregiudicati e ai cialtroni.
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