venerdì 20 maggio 2022

Lombardia, Disabilità: perché il riconoscimento del diritto alla vita indipendente è una rivoluzione

 


da: https://www.tag43.it/ - di Adriana Belotti

In Lombardia è stato presentato un disegno di legge per garantire alle persone con disabilità il diritto alla vita indipendente. Saranno così libere di scegliere il proprio luogo di residenza accedendo a una serie di servizi per promuovere l’inclusione. Una piccola grandissima rivoluzione.

Laura, 40 anni, è una donna con disabilità motoria. Vive a Milano in una residenza sanitaria per persone con disabilità da quando ne aveva 22. Desidererebbe andare a vivere da sola in un appartamento ma non può farlo perché la cifra che i servizi sociali riservano al pagamento della retta della struttura non possono cambiare destinazione d’uso e essere impiegati per assumere un’assistente personale che la aiuti a domicilio. Anche Mario, una persona con sindrome di Down di 32 anni vorrebbe lasciare la casa in cui vive con la famiglia, nel Bresciano, e iniziare un percorso di vita indipendente. Chiede aiuto ai servizi sociali ma gli viene risposto che non ci sono risorse economiche sufficienti per realizzare il suo progetto. Dovrà continuare a abitare con i genitori, ormai anziani. Anna, invece, si muove in sedia a rotelle, ha 64 anni e da 30 vive in una comunità alloggio per persone con disabilità a Bergamo. Al compimento del suo 65esimo compleanno, verrà trasferita in una residenza sanitaria per anziani, seppure contro la sua volontà.

Finalmente riconosciuto il diritto alla vita indipendente per le persone con disabilità

Queste non sono storie vere ma sicuramente sono verosimili. A oggi, infatti, non è affatto

scontato che una persona con disabilità sia libera di decidere autonomamente come, dove e con chi vivere. Fortunatamente la situazione sta per cambiare, sia in Lombardia che a livello nazionale. Il progetto di legge “Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità”, presentato lo scorso 17 maggio al Consiglio regionale della Lombardia e sottoscritto in maniera bipartisan da tutti i componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio è una piccola, grande rivoluzione.

Il documento, frutto della collaborazione tra le associazioni lombarde per la difesa dei diritti delle persone con disabilità – riunite in LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità – e le istituzioni regionali, ha l’obiettivo di dare piena attuazione all’articolo 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che difende il diritto di tutte le persone con disabilità a “a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone” e promuove “la loro piena integrazione e partecipazione nella società”.

Concretamente il progetto di legge vuole garantire a tutte le persone con disabilità il diritto di scegliere il proprio luogo di residenza, dove e con chi vivere e di accedere a una serie di servizi – domiciliari o residenziali, e sociali di sostegno – su base di uguaglianza con gli altri, per promuovere l’inclusione. Fulcro della proposta è il Progetto individuale di vita indipendente che verrà redatto da e con la persona beneficiaria, prima che acceda alle risorse pubbliche, ad esempio a un centro diurno o a un progetto abitativo finanziato dalla legge “Dopo di noi”. Questo per mettere al centro e rispettare la volontà e i desideri dell’interessato, primo e diretto protagonista della sua vita.

Il finanziamento dell’assistenza personale autogestita e i Centri per la vita indipendente

Orientata allo stesso scopo è la Valutazione Multidimensionale, uno strumento che faciliterà sia l’emersione dei desiderata e dei progetti dei cittadini con disabilità, che le loro caratteristiche e necessità, nonché di quelle della loro rete sociale. La realizzazione del Progetto individuale sarà possibile grazie al Budget di progetto, cioè un “Budget per la vita indipendente”, diverso quindi dai già esistenti “budget di cura” o “di assistenza”. Nella proposta di legge si chiede anche lo stanziamento di nuove risorse per finanziare l’assistenza personale autogestita, che permetterebbe a molte persone con disabilità di realizzare il loro progetto di vita indipendente. Un’altra importante novità riguarda l’istituzione dei Centri per la vita indipendente, ovvero servizi di sostegno, co-progettazione e consulenza offerti dai Comuni e rivolti alle persone con disabilità che necessitano aiuto per costruire o modificare il proprio progetto individuale.

Destinatari del progetto di legge sono i cittadini con disabilità residenti in Lombardia, in possesso di una certificazione di invalidità civile non inferiore al 46 per cento, che abbiano compiuto 14 anni o frequentino la scuola secondaria di primo grado. Le risorse stanziate per la sua realizzazione ammontano a 2,75 milioni di euro per il triennio 2022-2024, una cifra promettente che ci si auspica possa aumentare nel tempo. «L’obiettivo è chiaro, ed è quello di permettere all’intero sistema di welfare sociale di mettersi al servizio delle persone con disabilità, perché tutte possano esprimere le proprie mete e preferenze e partecipare alla vita sociale, in condizioni di uguaglianza con il resto della popolazione», spiega a Tag43 Giovanni Merlo, direttore di LEDHA. «La presentazione del progetto di legge è un primo fondamentale passo in questa direzione ma ne restano ancora molti da fare: primo fra tutti l’approvazione della proposta da parte del Consiglio regionale della Lombardia».

Il progetto di legge lombardo, che sarà discusso e votato dal Consiglio regionale entro la fine della consiliatura, si pone in continuità con i contenuti e le finalità della Legge Delega in materia di disabilità, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso dicembre. La Legge Delega, di cui si attendono nei prossimi mesi i decreti attuativi, infatti disciplina a livello nazionale vari aspetti e temi legati alla disabilità ed è finalizzata, tra l’altro, a garantire il diritto alla vita indipendente, all’autonomia e alla piena inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità, nonché il loro vivere su base di pari opportunità con gli altri, nel pieno rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione.

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