giovedì 14 gennaio 2021

Nuovo decreto dal 16 gennaio al 5 marzo: spostamenti vietati tra le regioni, visite agli amici solo in due

 


da: https://www.corriere.it/ - di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Con un decreto (e con ancora con il nuovo Dpcm), il governo ha approvato le misure in vigore dal 16 gennaio fino al 5 marzo. In fascia arancione vietati gli spostamenti anche verso le seconde abitazioni. A casa di amici solo in due persone, fascia bianca con rischio minimo

Spostamenti vietati tra le regioni; visite agli amici e ai parenti soltanto in due e una volta al giorno (in tutta Italia, ma con differenze a seconda del colore in cui si trova la propria regione); misure restrittive per le regioni con rischio «alto»: il governo ha approvato nella serata di mercoledì 13 gennaio il nuovo decreto per contrastare i contagi da Covid- 19.

Il consiglio dei Ministri convocato mercoledì sera alle 21,30 in piena crisi politica, ha dato il via libera al provvedimento che limita i movimenti dei cittadini anche in fascia gialla e fa entrare direttamente in fascia arancione le regioni che hanno un livello «alto» di rischio.

Nelle prossime ore, dopo il confronto tra governo e Regioni, sarà varato un nuovo Dpcm, che conterrà ulteriori disposizioni per il contenimento della pandemia.

Nella giornata di venerdì ci sarà la pubblicazione del nuovo monitoraggio: in base ai dati, il ministero della Salute stabilirà, con una ordinanza, i «colori» delle regioni.

Il governo decide la stretta perché — come chiarito da Speranza in Parlamento — «dovremo continuare a convivere con la circolazione del virus fino a quando le vaccinazioni non avranno un forte effetto epidemiologico. Non dobbiamo farci nessuna illusione». Mercoledì è stata superata la quota di 800mila dosi somministrate arrivando al 44,6% del personale sanitario.

Spostamento tra Regioni

Nel decreto è stabilito che, «fino al 15 febbraio 2021», «è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione».

Il divieto vale anche per le regioni che si trovano in fascia gialla.

La regola sulle visite solo in due persone

Per limitare gli incontri, nel decreto è stato stabilito di prorogare la norma che era stata approvata in vista delle festività natalizie. E dunque «in ambito regionale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi».

Attenzione: il governo ha stabilito che questo spostamento «può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa», fatto salvo «quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti» (vedi il punto qui sotto).

Questa norma vale dal 16 gennaio 2021 al 5 marzo 2021.

Deroga per i piccoli comuni

Resta la deroga varata con il decreto che ha preceduto il Dpcm di Natale: «Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia».

Anche questa norma vale dal 16 gennaio 2021 al 5 marzo 2021.

I criteri per la fascia bianca

Il decreto istituisce una «fascia bianca», dove la liberta è quasi totale. I criteri stabiliti per entrare in fascia bianca sono: «Scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso con una incidenza settimanale dei contagi, per due settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti». Nel decreto è specificato che «l’eventuale successivo superamento dei parametri per il collocamento nello scenario di tipo 1 ha effetto, ai fini dell’applicazione di misure più restrittive, se il superamento perdura per almeno 14 giorni consecutivi». In area «bianca» non si applicano le misure restrittive previste dai Dpcm per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli — e possono comunque essere adottate, con Dpcm, «specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico».

Anche questa norma vale dal 16 gennaio 2021 al 5 marzo 2021.

Rischio alto in arancione

Il governo decide di ampliare la possibilità di far scattare l’ingresso nelle fasce che prevedono restrizioni e nuovi divieti. Secondo i parametri attuali si entra in fascia arancione con un Rt pari a 1 e in fascia rossa con Rt pari a 1,25. Si è però deciso che vanno in arancione «secondo la medesima procedura ed in presenza di una analoga incidenza settimanale dei contagi, anche le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio alto». In questo caso scatta la chiusura di bar e dei ristoranti e il divieto di uscire dal proprio comune. Sono aperti i negozi, i parrucchieri e i centri estetici.

I divieti per le seconde case

Per tutto il periodo di durata del decreto è vietato andare nelle seconde case che si trovano fuori regione. Se si è residenti in una regione in fascia arancione è vietato andare nella seconda casa fuori comune. L’unica deroga riguarda motivi di urgenza , ad esempio la riparazione di un guasto oppure per recuperare oggetti o materiale indispensabile. Lo spostamento non deve trasformarsi in un trasferimento, dunque deve avere la durata necessaria a risolvere il problema.

Lo stato di emergenza prorogato fino al 30 aprile

Il consiglio dei ministri ha anche prorogato fino al 30 aprile 2021 lo stato d’emergenza. Lo stato di emergenza consente di agire in deroga su numerosi aspetti della vita pubblica grazie all’emanazione di Dpcm (i decreti della presidenza del Consiglio dei ministri, che non possono essere emanati se non in stato di emergenza) e ordinanze del ministro per la Salute. Lo stato di emergenza consente inoltre, sia ai dipendenti pubblici sia a quelli privati, di ricorrere allo smart working: allo scadere di questa situazione, le norme dovranno essere riviste. Le Regioni possono inoltre continuare a firmare ordinanze, ma devono consegnare le linee guida al governo: è dunque in funzione la «cabina di regia» alla quale partecipano i governatori proprio per seguire una linea comunque, sia pur differenziata a seconda dell’andamento della curva epidemiologica nelle diverse aree. Durante lo stato d’emergenza continua il monitoraggio settimanale effettuato dal ministero della Salute sulla base dei dati forniti dalle Regioni. Il monitoraggio consente di tenere sotto controllo la situazione dell’epidemia in Italia, calcola l’indice di trasmissione del coronavirus — l’Rt — sulla base del numero dei nuovi contagi, e analizza la tenuta delle strutture sanitarie e in modo particolare i posti liberi nei reparti Covid e quelli delle terapie intensive. Da ultimo, lo stato d’emergenza consente di prendere provvedimenti in grado di restringere l’ingresso nel Paese da parte di cittadini di altri Stati.

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