domenica 22 novembre 2020

Marco Travaglio: L’angolo del buonumore

 

  

da: Il Fatto Quotidiano

Sono tempi bui e il buonumore è merce rara. Ringraziamo dunque il noto fornitore a sua insaputa Alessandro Sallusti che, a pochi giorni dall’arresto di due dei pochi berlusconiani rimasti a piede libero – Verdini (bancarotta fraudolenta) e Tallini (voto di scambio con la ‘ndrangheta) – apre il Giornale col titolone “GLI INDECENTI”, affiancato da quest’altro: “Orgoglio Berlusconi”. Ma B., essendo solo un pregiudicato per frode fiscale, 9 volte prescritto e tuttora imputato per varie corruzioni sfuse, fa parte dei decenti. Gli indecenti sono Nicola Morra, Ciro Grillo e Chiara Appendino. 

Il primo per aver detto un’ovvietà: e cioè che i calabresi sapevano che Jole Santelli era gravemente malata di tumore, ma l’han votata lo stesso e ora si ritrovano il noto cabarettista Spirlì. L’ovvietà ha destato grande scandalo in tutti i partiti, M5S incluso (in America, al primo raffreddore, i candidati a qualunque carica devono esibire la cartella clinica). E il direttore di Rai3 Franco Di Mare – detto Mister Pampers perché ogni tanto gli scappa un goccio di censura (vedi la guerra termonucleare a Mauro Corona) – ha cacciato Morra da un programma. Perché sia chiaro che alla Rai entrano cani e porci, ma il presidente dell’Antimafia è off limits. Il secondo “indecente” è un giovane privato cittadino indagato per presunti reati sessuali, che ha la sfortuna di non essere iscritto a Forza Italia (altrimenti sarebbe un martire del moralismo togato), di non risiedere a villa San Martino (sennò la presunta vittima sarebbe la nipote di Mubarak) e per giunta di essere figlio di Beppe Grillo. La terza “indecente” è Chiara Appendino, una delle persone più

oneste mai viste in politica, imputata a Torino per una disgrazia: il fuggifuggi di piazza San Carlo, causato da malviventi armati di spray urticante (1500 feriti e tre morti). Dunque “indecente” anche lei, secondo l’house organ dei pregiudicati.


Altro giornale, altre risate: sul Messaggero Antonio Tajani, vicepresidente di FI, invoca “il vincolo di mandato” contro chi “cambia casacca”. Come la Ravetto e gli altri due forzisti appena trasvolati nella Lega. Purtroppo Tajani non precisa a quando risalga la sua conversione al nobile proposito che, quando lo propugnava il M5S, era peggio di un golpe. Ma dev’essere una cosa recente, visto che il primo e il terzo governo B. si ressero su parlamentari eletti all’opposizione e acquisiti in saldo, mentre il Prodi-2 cadde perchè B. s’era comprato il dipietrista De Gregorio per 3 milioni e Mastella era ripassato al centrodestra. Quindi la nuova Costituzione della Repubblica Tajana dirà così: “Per chi vuole uscire da FI, vige il vincolo di mandato. Per chi vuole entrare resta il vincolo di comprato”.

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