Sono definite – non si sa perché - e,
soprattutto, se la definizione sia stata coniata senza uso di additivi chimici –
“autorevoli fonti della stampa”. Spesso lavorano di “fantasia”; interpretano,
quando si tratta semplicemente di riportare dichiarazioni e concetti così come espressi
ma, altrettanto spesso, ricevono dichiarazioni “riservate” dai personaggi
pubblici che vogliono così far arrivare a destinazione certi messaggi cui
seguono, regolarmente, “smentite” o “sono stato frainteso”.
Il quotidiano da cui rilevo una presunta
dichiarazione è La Stampa, il giornalista che scrive è uno di quelli di stretta
frequentazione politica e, nella fattispecie, uno che ha “agganci” nel Pd. Si
tratta di Federico Geremicca. Uno di coloro che, personalmente, non mi pare uso strumentalizzare né a lavorare troppo di “fantasia”.
Ergo: qualcosa di vero in ciò che scrive
ritengo vi sia.
Geremicca riporta ciò che Bersani avrebbe
detto ai suoi fedelissimi rispetto a Renzi: “credo
cominci ad aver paura che io riesca a fare un governo: e che magari duri due anni, lui si brucia e perde la chanche».
Orbene.
I casi sono …
1. Bersani o uno dei suoi fedelissimi, ha
fatto “trapelare” a Federico Geremicca quanto si sono detti in merito a Renzi perché
lo rendesse pubblico;
2. Federico Geremicca ci ha messo del suo. Conosce
il Pd e le sue logiche e ha fatto 2+2.
Vale a dire: se Bersani riuscisse a formare
un governo senza l’appoggio del Pdl, si concentrasse su alcuni punti e
procedesse a passo spedito, questo farebbe recuperare al Pd consenso a
sinistra, smuoverebbe dall’astensione alcuni.
Non è difficile comprendere come solo un governo diverso dai precedenti,
seppure limitato nel tempo, potrebbe migliorare non solo l’immagine ma anche la
sostanza di Bersani: impotenza. Politica, intendo.
E non è difficile comprendere come ‘Marc’Antonio’
Matteo Renzi che per giorni e giorni da un lato diceva “ma Bersani è uomo d’onore” e dall’altra ne elencava contraddizioni
e limiti, reali, ma derivati più dall’incapacità pre voto che da quella post
risultato elettorale, non ha convenienza personale a che Bersani ce la faccia.
L’obiezione che si potrebbe fare è che
Matteo Renzi non è un’individualista che pensa a se stesso ma sta pensando al
bene del paese. Ora…a parte il fatto che sta roba – come la mia opinione su
Renzi - non è scientificamente provata ma opinabile, che sono vent’anni che
sento gli stessi “concetti” da Berlusconi, facciamo che sia vero. Rimangono le
parole che da giorni e giorni ripete e che sono contraddittorie. Capita, quando
non si è sinceri.
Dichiara lealtà a Bersani e due secondi
dopo ne evidenzia quelle che ritiene incapacità. Che di tipo di lealtà è –se non
a parole – quella nei confronti di uno che si ritiene inadeguato tanto che, lo si sottolinea
ogni tre per due.
Che lealtà è quella di uno che parla come
se non facesse parte del Pd. Ieri ha detto: “decidetevi”. Che si tratti di un
problema d’italiano: non sa coniugare i verbi? Lui fa parte del Pd, anche se
non è il segretario. Parlare al plurale significa riconoscimento di
appartenenza, assunzione di responsabilità condivise perché parte del medesimo
gruppo. Ergo: “decidiamoci”, non “decidetevi”.
Non siamo più nell’antica Roma. Il popolo
romano cui si rivolgeva Antonio è sostituito dal consumatore-telespettatore –
di tg, di talk, di..Amici - cui arrivano le dichiarazioni di lealtà di Matteo
Renzi con, allegato, l’elenco delle incapacità che attribuisce a Bersani. Lui, Matteo Renzi, che è iscritto al Pd, che
vuole essere leader del Pd, che vuole vincere le elezioni e governare tramite
Pd e non Pdl, dica cosa farebbe al posto
di Bersani.
Pare che nella sua dichiarazione giornaliera abbia negato di volere un
governo con il Pdl. Vuole le elezioni.
Come
sempre omette qualcosa. Domanda: con questa riforma elettorale? Perché se vuole andare a votare con
il porcellum significa che ritiene di poter vincere comunque. Se, invece, vuole
che sia cambiata, dovrebbe spiegarci come questo può avvenire. Cosa fa il
Parlamento, quale governo per fare cosa.
Contrariamente, come sempre, sono slogan,
frasi per attirare e mantenere visibilità e consenso sui…telespettatori.
E la domanda rispunta: c’è per caso
qualcuno prima di Renzi che abbia usato medesima tecnica comunicativa.
Detto quanto sopra..
E’ indubbio che siamo in una situazione di
stallo dalla quale non s’intravede via d’uscita e Bersani non è certo esente da
responsabilità. Nessuno – né Bersani né Renzi – si possono permettere scelte
individualistiche o incaponimenti per perseguire obiettivi irraggiungibili.
Altro particolare non proprio irrilevante:
qualora Bersani riuscisse a mettere in piedi una “maggioranza senza precedenti”
– cioè senza il Pdl – chi garantisce che riuscirà a realizzare qualche reale
cambiamento e rispondere ad alcune delle priorità del paese.
Bersani sta in politica da molti anni. E’
stato anche ministro. Perchè oggi gli dovrebbe riuscire ciò che non ha fatto
per anni. Perché c’è il M5S di Beppe Grillo? Non mi pare una garanzia di
capacità di cambiamento. Caso mai, la vittoria del M5S chiede a Bersani e al Pd
di cambiare passo. Il riuscirci è altra roba. E se non ci riesci, i voti che
prendi in Parlamento li perdi subito.
In questo modo, sì, avresti perso tempo.
Soprattutto, avresti dimostrato inequivocabilmente che aveva ragione il
rottamatore Renzi, bravo a dire agli altri cosa devono fare, ma che non
risponde a certe domande perché privo di contenuti e perché non funzionali ad
attirare il consenso dei…telespettatori.
P.S:
guarda caso, Matteo Renzi è uscito allo scoperto nei confronti di Bersani in
questi giorni. Sarà stato l’effetto commissione dei “saggi”. Non certo per
catalizzare l’attenzione su domani sera: Canale 5, primo serale di Amici,
ospite: Matteo Renzi vestito da Fonzie.
Renzi non mi e' mai piaciuto,lo considero un arrivista.Speriamo se ne vada col Berlusca,il suo posto e' li.
RispondiEliminaCondivido in pieno ciò che dice l'anonimo e aggiungo che questo personaggio dovrebbe subito lasciare ilPD e correre ad Arcore per avere il resto dellka tangente.
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