da: La Stampa
Colpi
di mortaio dalla Siria, la Turchia risponde bombardando
Cinque
morti tra cui una donna e i suoi bimbi sotto i proiettili di Damasco
conquistata dai ribelli.
Convocato
un vertice Nato urgente
Venti di guerra fra Siria e Turchia: Ankara
ha risposto questa sera bombardando «obiettivi siriani» lungo il confine a un
colpo di mortaio sparato dal territorio siriano - dove sono in corso
combattimenti fra esercito e ribelli - caduto nella cittadina turca di
Akcakale, causando nel pomeriggio cinque morti.
La tensione si è fatta altissima fra i due
vicini mediorientali dopo mesi di improvvise impennate e di periodi di relativa
calma. Mai come ora i due Paesi sono vicini ad un conflitto dalle conseguenze
imprevedibili per tutta la regione. Una riunione urgente della Nato è stata
convocata nella notte a Bruxelles su richiesta della Turchia dopo un colloquio
telefonico fra il ministro degli Esteri di Ankara Ahmet Davutoglu e il
segretario dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen.
La riunione è stata convocata in base
all’articolo 4 del Trattato che prevede l’obbligo di consultazioni tra alleati
su richiesta di uno Stato membro che si senta minacciato da un’intervento
esterno. Non è chiaro al momento se la Turchia intenda appellarsi anche
all’articolo 5 Nato, che prevede l’assistenza di tutti gli alleati a un paese
membro che subisca una aggressione.
La tensione fra i due Paesi è forte da
mesi. Il premier islamico nazionalista turco ha
preso posizione l’anno scorso
contro l’ex amico Bashar al Assad - le due famiglie andavano insieme in vacanza
- e si è schierato con i ribelli sunniti siriani, di cui accoglie i dirigenti
in Turchia e che, secondo la stampa americana, finanzia e arma. In risposta,
secondo Ankara, Damasco ha dato appoggio e finanziamenti al gruppo armato
separatista curdo Pkk, che da luglio ha lanciato una dura offensiva nel
Kurdistan turco contro le forze di Ankara.
A fine giugno i due vicini sono stati già a
un passo dalla guerra dopo l’abbattimento di un caccia turco - che secondo
Damasco faceva spionaggio - al largo delle coste siriane. Ankara ha minacciato
ritorsioni ma poi - anche sembra per l’assenza di appoggio di Usa e Nato a una
possibile offensiva armata contro la Siria - si è limitata a dichiarazioni
muscolari.
Non è chiaro per ora quali «obiettivi
siriani» siano stati colpiti questa sera dalla Turchia. L’ufficio di Erdogan,
dopo una serie di riunioni di crisi con i vertici del governo e delle Forze
armate, ha annunciato in serata che la Turchia aveva «risposto all’odioso
attacco siriano» e che la sua artiglieria aveva «colpito obiettivi siriani
individuati dai radar» nella zona di confine. Da tempo, secondo la stampa
turca, Erdogan valuta di imporre con la Nato una zona di esclusione aerea su
parte della Siria e una zona cuscinetto lungo il confine, come chiedono i
ribelli. Secondo il sito israeliano di intelligence Debka, si sarebbe scontrato
in giugno con il `no´ del presidente Usa Barak Obama.
I paesi occidentali inoltre sono sempre più
preoccupati dal ruolo che le centinaia - forse migliaia - di combattenti
stranieri jihadisti vicini ad Al Qaida svolgono nella ribellione anti-Assad.
Nei giorni scorsi è giunto un monito di Mosca a Turchia e Nato, che la Russia -
che ha una importante base navale sulle coste mediterranee della Siria, a
Tartus - ha diffidato dal cercare `pretesti´ per una `ingerenza´ militare in
Siria.
Nessun commento:
Posta un commento