venerdì 26 ottobre 2012

Cinema: ‘Viva l’Italia’


da: La Stampa

“Viva l’Italia”, Bruno racconta la volgarità dei nostri politici
Giovedì nelle sale la commedia con Placido, Bova, Gassman e Ambra



Corruzione, raccomandazioni, mancanza di moralità, Massimiliano Bruno torna al cinema con il suo secondo film da regista “Viva l’Italia” e dopo il successo di “Nessuno mi può giudicare”, parodia della società e del mondo delle escort, stavolta fa una fotografia divertente ma amara della nostra classe politica.  

Con questo film, da giovedì nelle sale in oltre 500 copie, «ho voluto raccontare la volgarità estrema della classe dirigente che governa il Paese -ha detto il regista alla presentazione del film - sottolineare i problemi con la commedia, facendo fare una risata al pubblico che però diventa amara, nello stile della grandi commedie come “Il sorpasso” e “La grande guerra”».  

“Viva l’Italia” è la storia di Michele Spagnolo (Michele Placido), politico all’apice della carriera che per anni ha sempre anteposto a tutto i suoi interessi personali, dimenticandosi della famiglia, dei valori e dell’onestà, senza guardare in faccia a nessuno. Mentre si trova a letto con una ragazza a cui ha promesso di diventare
showgirl in tv si sente male, si salva ma viene colto da una forma di demenza fronto-parietale che gli fa perdere i freni inibitori e dire solo la verità, a tutti. Rivelando truffe, inganni e vicende scomode, il partito lo caccia via e i figli che ha sempre trascurato sono costretti a prendersi di lui.  

Susanna (Ambra Angiolini), attrice incapace che parla con la zeppola e ha sempre lavorato solo grazie al suo cognome, si trova in difficoltà. Valerio (Alessandro Gassman), buonannulla laureato con raccomandazione e con un posto di prestigio in un’azienda, deve crescere e fare i conti con il suo essere “bamoboccione”. E Riccardo (interpretato da Raoul Bova), l’unico dei tre che da giovane ha voltato le spalle al padre e ai suoi mezzi per fare carriera, medico onesto e volenteroso, all’improvviso è costretto a riavvicinarsi alla famiglia. La verità, scomoda per tutti, farà confrontare i fratelli con se stessi, lasciando una piccola speranza di cambiamento pur nel fallimento . 

«Se si dà solo una fotografia marcia di un Paese marcio non si dice nulla, così come fanno i politici di oggi che criticano senza fare proposte - ha detto Massimiliano Bruno alla presentazione - qualcosa bisogna dire e suggerire e noi con la commedia abbiamo voluto dare una speranza, una piccola possibilità di cambiamento, soprattutto ora che si avvicinano le elezioni. Nel mio film tutti sono condannati e colpevoli, anche se il politico alla fine si redime è sotto gli occhi di tutti la situazione in cui siamo, un Paese in cui non c’è lavoro per i giovani, i meritevoli devono andare all’estero per emergere e la meritocrazia è superata da tempo» ha aggiunto.  

Michele Placido, il politico corrotto che alla fine dice di essere “guarito”, aver chiuso con la politica e di essere pronto a mettersi a disposizione della magistratura per raccontare come per anni ha governato l’Italia, ha dichiarato: «Facendo questo ruolo ho pensato a tutti. Mi sono anche spaventato, non credo di salvi nessuno al giorno d’oggi, all’inizio mi sono anche chiesto: non avremmo osato troppo facendo questo film?». E alla fine della pellicola il suo personaggio parla agli italiani, sollecitandoli ad aprire gli occhi e a guardare il “grande inciucio” che per un’altra volta la classe dirigente gli sta proponendo e a cui ci si dovrebbe ribellare.   

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