da: Corriere della Sera
Caos
per lo sciopero, passeggeri del metrò bloccati in galleria
Prima
la ressa per salire sugli ultimi convogli in partenza, poi qualcuno ha tirato
il freno di emergenza. Forse per un malore
Mi sento male, mi manca l'aria». La signora
è anziana, un uomo tira la leva d'emergenza per aprire le porte, il treno si
blocca, fermata Lima della metropolitana milanese, si gonfia l'insofferenza, la
paura di perdere l'ultimo metrò prima dello sciopero che inizierà venti minuti
dopo, alle 18; i passeggeri premono, s'accalcano, si spingono, spintonano,
pressano; i soccorsi alla donna diventano complicati, ancor più difficile
richiudere le porte e ripartire, mentre il caldo aumenta e l'aria si impasta di
sudore, diventa irrespirabile; a quel punto i passeggeri bloccano con la leva
d'emergenza altre due porte. Si alimenta così, in dieci minuti di ressa, il
pomeriggio più drammatico del trasporto pubblico milanese.
Perché dietro, su quel binario chiuso da un
treno che fa da «tappo», ci sono altri 22 convogli già in viaggio, con oltre 20
mila persone a bordo. Dall'altoparlante i dirigenti provano a giocare l'ultima
carta: «Scendere tutti dal treno, ce ne sono altri in arrivo». La risposta dei
milanesi, pressati come in una scatola, è una rabbia che esplode immediata. E
alimenta un'estemporanea leggenda metropolitana: «Hanno iniziato lo sciopero in
anticipo e ci lasciano tutti a piedi». Conseguenza, un treno snervato ed
eccitato si unisce in un comandamento: «Non si scende». È una sorta di
occupazione, che manda in stallo l'intera linea 1 del metrò. Il bilancio di
fine serata parla di quasi 30 mila passeggeri coinvolti nel caos, molti
costretti a lasciare
i treni e camminare nel buio in galleria, aiutati solo dalle torce dei vigili del fuoco. Intervento di polizia, carabinieri e vigili, che stentano a trattenere la rabbia della folla. Due ore di stop della circolazione e una ventina di persone curate dalle ambulanze, otto delle quali portate in ospedale.
i treni e camminare nel buio in galleria, aiutati solo dalle torce dei vigili del fuoco. Intervento di polizia, carabinieri e vigili, che stentano a trattenere la rabbia della folla. Due ore di stop della circolazione e una ventina di persone curate dalle ambulanze, otto delle quali portate in ospedale.
Possibile? L'Atm, l'azienda dei trasporti
milanese, in serata spiega: «Si è sollevata una forte agitazione dei passeggeri
all'interno del treno. Un numero elevato di persone si è rifiutato di scendere.
Al momento della ripartenza, alcune delle porte sulle quali era stato azionato
il dispositivo d'emergenza dall'interno non si richiudevano». Così si è
bloccata una metropoli come Milano. In ora di punta. Un caos che impone alcune
domande: l'emergenza è stata gestita bene? C'era personale sufficiente,
nell'affollatissima fermata di Lima, per fronteggiare l'imprevisto? Di fatto
l'ansia e l'agitazione sono sfociate in un problema di ordine pubblico. Un'onda
di nervosismo che ha coinvolto anche gli esponenti della giunta di Giuliano
Pisapia, che sulla mobilità e sui trasporti si sta giocando buona parte del suo
credito politico: «È stata una pessima giornata, queste situazioni non si
devono verificare», attacca l'assessore all'Ambiente, Pierfrancesco Maran. Che
aggiunge una stoccata per i sindacati: «Nel pieno rispetto del diritto di
sciopero, le fasce di garanzia devono assicurare il diritto di tutti a tornare
a casa». Il sindaco, via Twitter, rispondendo ad alcune critiche, dice che «la
precettazione spetta al prefetto».
Nessun commento:
Posta un commento