da: la Repubblica
Mediaset,
valzer delle poltrone e rispunta il nome di Minzolini
Donelli
potrebbe essere sostituito. L’ex direttore del Tg1 in pole position per Matrix
o il Tg5
di Silvia
Fumarola
Sta succedendo qualcosa a Mediaset o in
Rai? E’ bastato un tweet del più potente manager tv, Lucio Presta, a mettere in
allarme il mondo televisivo. «In arrivo grandi cambiamenti, gente che va gente
che arriva, direttori che vanno direttore che arrivano» scrive su Twitter. «Morto
il Papa evviva il Papa».
Poche parole, rilanciate da Dagospia, e
ieri mattina a Viale Mazzini e nei corridoi di Cologno Monzese in molti s’interrogavano
sul proprio futuro. Il clima non è buono: se tirano venti di crisi a RaiUno, a
Canale 5 non brindano. La pubblicità è ai minimi, le previsioni sono fosche. Da
mesi circolano voci sul possibile arrivo di un manager da affiancare al
vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, indiscrezioni sempre smentite. «Vista la
crisi» fa notare qualcuno «è difficile poter assumere un dirigente a livello
così alto».
La poltrona che scotta sarebbe quella del
direttore di Canale 5 Massimo Donelli. A primavera (quando la rete soffriva per
gli ascolti), i candidati per sostituirlo erano stati individuati nel direttore
della fiction Giancarlo Scheri e in Alfonso Signorini. Ora Canale 5 è partita
bene, ma le carte si starebbero comunque rimescolando e si torna a parlare di
un cambio della guardia (forse interno). Come in Rai – dove, con la riforma
voluta dall’ex direttore generale Lorenza Lei, i direttori di rete hanno perso
autonomia – anche a Mediaset il potere è sempre più accentrato nelle mani del
vicedirettore contenuti di Rti Federico Di Chio e in quelle del direttore
Alessandro Salem. Ma la vera partita a Cologno è quella dell’informazione con l’arrivo,
in vista della campagna elettorale, dell’ex direttore del Tg1 Augusto
Minzolini. Per alcuni avrebbe già firmato, ma il direttore dell’informazione
Mauro Crippa smentisce. Minzolini potrebbe condurre il nuovo Matrix (a Alessio
Vinci è stata affidata la domenica pomeriggio) o dirigere il Tg5. L’ipotesi
aveva già scatenato la protesta dei giornalisti: «Nuove assunzioni in un
momento in cui in tutte le redazioni si chiede di contenere i costi?».
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