da: Il Fatto Quotidiano
Marco
Travaglio: Italia o Spagna purchè se magna
Da giorni, a Madrid, migliaia di persone
manifestano davanti al Parlamento contro un governo che non sa far altro
che tagliare sulla pelle dei lavoratori e degli onesti per salvare le banche.
Eppure il governo Rajoy è stato appena
eletto dagli spagnoli, mentre il nostro no, anzi si lavora per fotocopiarlo
nella prossima legislatura infischiandosene del piccolo dettaglio chiamato
elezioni. Ma davanti a Palazzo Chigi, a Montecitorio e a Palazzo Madama nessuno
protesta. Nemmeno dopo aver visto la galleria di mostri messa in scena da Report, nella puntata di Bernardo Iovene
sugli “onorevoli” condannati e inquisiti, con avvocati al seguito, che
dovrebbero votare la legge anticorruzione. Il pluripregiudicato Del Pennino: “Non sta a me stabilire se un
condannato possa stare in Parlamento, sono troppo coinvolto”. Povera stella.
L’imputato (per corruzione aggravata da finalità camorristica) Landolfi: “Per me non dovrebbe starci
neanche un indagato per reati minori, come all’estero. Ma in Italia non è
così e chiediamoci perché”. Perché si svuoterebbero le Camere? No, “perché qui
la magistratura non è al di sopra di ogni sospetto”. Il sen. avv. Longo, difensore di B: “Anche un condannato definitivo può stare in Parlamento: esso deve dare rappresentanza mediana al popolo,
dunque gli eletti non devono essere
migliori degli elettori”. L’idea che eleggere voglia dire scegliere il
meglio non lo sfiora neppure, per ovvi motivi autobiografici: siccome il popolo
contiene milioni di delinquenti, deve farsi rappresentare da 945 mezzi
delinquenti, o da un delinquente sì e uno no. E lui si candida alla bisogna.
Sennò evasori, corruttori, rapinatori, spacciatori, stupratori, pedofili, papponi,
truffatori, assassini e mafiosi restano senza voce e la democrazia
rappresentativa dove va a finire. Il pregiudicato
Brancher sostiene di essere innocente perché lo dice lui, “fidatevi di me”.
La prova? L’han condannato per aver intascato “200 mila euro da Fiorani nel
2001, quando l’euro non c’era ancora”: ecco, siccome erano lire e la condanna è
arrivata “troppo presto”, è come se non le avesse prese. Notevole il filmato di
Napolitano che lo nomina ministro del Federalismo e l’applaude pure. Betulla Farina, che ha patteggiato 6 mesi per favoreggiamento
nel sequestro Abu Omar, annuncia che
si ricandida perché, sì, faceva la
spia per il Sismi, ma agiva “in stato di necessità” e poi “Feltri mi dice
sempre che sono un idiota”: meritava almeno la seminfermità mentale. E poi
anche il popolo degli idioti merita una degna rappresentanza. L’on. avv. Sisto rivoluziona secoli di
criminologia: l’anticorruzione è sbagliata perché “aumentare le pene non è un
deterrente per chi commette reati”. Il deterrente è depenalizzarli, così sai
che paura. L’on. Napoli contesta il
nuovo reato di traffico d’influenze illecite, previsto dalla convenzione di
Strasburgo e punito in tutto il mondo, perché “nessuno potrà più fare il
sindaco” senza finire in galera. Lui lo dà proprio per scontato che un sindaco
traffichi influenze illecite. E che, non si può più neanche rubare in pace? Un
po’ come gli imprenditori che truccano i bilanci: nel ’97, quando fu condannato
Romiti, il Gotha dell’industria firmò un appello per depenalizzare il falso in
bilancio in modica quantità. Nel 2002 fu accontentato da B. E ora l’avv. min. Severino, che difendeva i maggiori gruppi industriali,
risponde dolente: “Per il falso in
bilancio non c’è più tempo”. Oh che peccato. Ce l’aveva proprio sulla punta
della lingua. Ma quando ci invadono gli
spagnoli?
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