La formazione dei
professori
Questi sono i
problemi della scuola, problemi che si possono risolvere solo con la
formazione, e non solo la preparazione, di professori che abbiano come tensione
della loro vita la cura dei giovani. E come non si può fare i corazzieri se si
è alti un metro e cinquanta, cominciamo a chiederci perchè si può insegnare per
il solo fatto di possedere una laurea, senza alcuna richiesta in ordine alla
competenza psicologica, alla capacità di comunicazione, al carisma. Sì, proprio
il carisma.
Tutti abbiamo
conosciuto almeno un professore che è stato decisivo nelle nostre scelte di
vita. Perchè questa possibilità è sempre più ridotta per i giovani di oggi,
quando la psicologia ci insegna che i processi di identificazione con gli
adulti, le cariche emozionali che su di loro vengono convogliate sono le prime
condizioni per la costruzione di un concetto di sé così necessario per non
brancolare nell’oscillazione dell’indeterminatezza?
La mancanza di
formazione personale, infatti, se non porta gli adolescenti al suicidio, li
porta là dove si spaccia musica, alcol e droga, in quella deriva dell’esistere
che è poi quell’assistere allo scorrere della vita in terza persona senza
esserne granché coinvolti, in ritmi sempre più estremi ed estranei. Per cui, in
certo modo, ci si sente stranieri nella propria vita, in quell’insipido
trascorrere di giorni, dove equivalente diventa esserci o non esserci, senza
che alcun gradiente faccia apparire la vita preferibile al suo nulla, in
quell’atmosfera opaca e spessa che si frappone tra sé e le proprie cose, che se
ne vanno lontane da una vita che avverte se stessa sempre più anonima e altra.
A queste forme di
disagio si è soliti rispondere con quell’elenco di riforme dove ciò che si
prospetta sono autonomie gestionali, rivalutazione della figura del preside,
incentivi materiali, nuovi programmi ministeriali messi a punto in funzione di
nuovi profili professionali, accorpamento di indirizzi di studio, commissioni
di esperti, informatizzazione di questo e di quello, magnifici libri di testo,
corsi integrativi, corsi di aggiornamento. L’unico fattore trascurato è il
frequente disinteresse emotivo e intellettuale dell’insegnante, con
trasmissione diretta allo studente, che tra i banchi di scuola finisce per
trovare solo quanto di più lontano e astratto c’è in ordine alla sua vita, in
quella calda stagione dove il sapere non riesce, per difetto di trasmissione, a
divenire nutrimento della passione a suo percorso futuro.
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