mercoledì 9 novembre 2011

Umberto Galimberti: L’ospite inquietante / 7


..La tristezza che invade è la tristezza del tramonto, quando il sole cede il posto a una luna che è malvagia perchè giunge a concludere un giorno in cui il lavoro è stato vano, perchè la terra si è disseccata, i frutti non hanno risposto alle attese, le fonti si sono prosciugate e nessun abisso si è dischiuso a inghiottire l’uomo, che dunque resta testimone dell’aridità della terra, del niente che ne è nato.
Il nichilismo conclude la “terra della sera” e custodisce il senso del tramonto. Nietzsche, infatti, concepisce l’uomo moderno e il suo tempo come una fine, la fine del movimento morale e spirituale di più di duemila anni, la fine della metafisica e del cristianesimo, la fine di ogni giudizio di valore. E perciò alla domanda: “Che cosa significa nichilismo?” risponde: “Che i valori supremi perdono ogni valore”.
A parere di Heidegger il nichilismo denunciato da Nietzsche non è un evento casuale, un fatto storico che poteva anche non accadere, ma è il “processo fondamentale della storia dell’Occidente, e l’interna logica di questa storia”.

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