Ho divorato due
libri recentemente. Il primo è “L’ospite inquietante” di Umberto Galimberti. Un
saggio che dev’essere letto da ragazzi, genitori e professori. Galimberti è
stato anche ospite al “Senso della vita” di Bonolis e con un linguaggio
chiarissimo ha sintetizzato alcuni punti essenziali del suo pensiero sul
nichilismo.
L’altro libro che
ho divorato, cosa stranissima per me che amo la letteratura classica e snobbo
nel profondo la narrativa italiana è “Un amore di zitella” di Andrea Vitali.
Un’autentica
scoperta questo scrittore che riesce a rendere alcuni fatti della vita di una
persona un racconto espresso in una forma perfetta e scandito passo per passo.
Il racconto inizia a crescere, a scorrere veloce quando entra in campo la bugia
salvifica di questa donna sola, che vive in una cittadina della provincia
lombarda e che lavora presso il municipio.
Il finale l’ho
trovato quanto di più geniale. La confessione della bugia e nuovamente il ripresentarsi
di questa non per volontà della protagonista è intrigante. Può sembrare beffa
dell’autore nei confronti della protagonista o logica conseguenza della storia
di una donna dalla vita monotona. Una vita monotona che diventa invece
interessante per come Vitali la racconta.
Sicuramente
leggerò altri suoi libri. Continuo ad avere però la convinzione che lui sia un
eccezione nel panorama della narrativa, che è categoria inferiore alla
letteratura.
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