mercoledì 26 giugno 2024

Tito Boeri e Roberto Perotti: PNRR, la grande abbuffata / 2

 


Il PNR presenta a nostro avviso numerose criticità; cinque particolarmente importanti: 1) L’Italia ha voluto prendere a prestito troppo; 2) ha avuto troppo poco tempo per programmare come spendere queste risorse e ha troppo poco tempo per spenderle efficacemente; 3) ha fatto affidamento su riforme che non tengono conto della realtà, e sono quindi destinati a fallire o sono già fallite; 4) non ha pensato “al dopo 2026”, quando la grande abbuffata del Pnrr cesserà ma le strutture create con i suoi fondi andranno mantenute e gestite anno dopo anno, pena il degrado in poco tempo, e quando tante spese correnti dovranno tornare al loro livello normale, dopo un’effimera fiammata di soli tre anni; 5) ha sbagliato (in questo errore hanno in parte pesato i vincoli che ci sono stati imposti dall'Europa) nell'attribuire solo una piccola quota delle risorse a quello che riteniamo il problema principale del nostro paese, l’emarginazione e il degrado sociale. Non vale a questo riguardo l’obiezione secondo la quale l'obiettivo del Pnrr era stimolare la crescita anziché l'integrazione sociale.

Primo, perché il recupero di fasce di popolazione in condizione di emarginazione sociale può avere effetti importanti sul tasso di scolarizzazione e sulla disoccupazione, dunque sulla crescita. Secondo, perché non esiste solo il tasso di crescita, ma anche il benessere emotivo, l’autostima e più in generale la vita sociale, emotiva e intellettuale della next generation che vive nelle centinaia di quartieri problematici del nostro paese.

Questi problemi ricorrono spesso nel Pnrr: ciò non significa che il Piano sia tutto da buttare. Ma è un dovere e un diritto analizzarlo freddamente e lucidamente, alla luce di quello che sappiamo e non sappiamo, e non in base ai sogni, chimere, voli pindarici e ideologie. Nessuna retorica e nessun fiume di parole può trasformare un’idea confusa o non realistica in un buon investimento.

 

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