domenica 23 giugno 2024

Elezioni: quelli che ce l’hanno con gli astensionisti....

 


Le elezioni europee hanno visto una bassa affluenza. Diciamo che non è l’appuntamento elettorale a cui il cittadino italiano tiene maggiormente. Ma, soprattutto, sono state le ultime elezioni politiche, quelle che hanno portato alla vittoria la coalizione di centro-destra, per meglio dire: di destra-centro, a vedere una crescita dell’astensionismo. Meloni ha vinto non perché la maggior parte degli italiani è di destra o di centro o di centro-destra o di destra-centro. Meloni ha vinto perché tra gli elettori votanti il voto maggiore è andato a FDI e al resto della sua coalizione.

Dopo i risultati elettorali, sia interni sia per l'elezione del Parlamento europeo, parte il coro di coloro che – non avendo votato la compagnia Meloni – insorgono contro gli astensionisti. Sarebbero questi italiani i colpevoli della vittoria o riconferma della Meloni.

Se gli assenti hanno sempre torto, se astenendosi si lascia la decisione a chi vota, a me pare che il problema principale di questo paese sia il contrario. Non gli astensionisti. Non mi riferisco ai menefreghisti o chi – e sono parecchi - comunque vada, chiunque vinca, ha sempre qualcuno che difende i suoi interessi, ergo: manco c'è bisogno che vada alle urne. 

Colpe o meriti non sono degli astensionisti che ne hanno pieni i coxxioni e/o rassegnati a uno status quo politico che mai affronta e risolve i problemi del paese.

La vittoria di un partito, di una coalizione, dipende da coloro che votano a prescindere indipendentemente dalla qualità dei politici, dai programmi proposti e raggiunti, dall’onestà dei candidati. E non si tratta solo di elettori di destra. La specie in questione è presente tra gli elettori PD. Solo che è minoritaria rispetto ai votanti per Meloni e compagni di merenda.

C’è una parte consistente di italiani che vota a prescindere. Votano per impedire che l’”altro” possa vincere. Di questa specie c’è un numero considerevole tra elettori di centro destra ma anche del PD. Tra questi o accanto a questi c’è chi vota per un partito, una coalizione, perché gli garantisce il sostegno ai propri interessi individualisti. Gli evasori fiscali premiano destra-centro o centro-destra che lo si voglia chiamare.

Per quanto non approvi chi vota per i propri interessi di bottega, trovo ancora peggio chi vota “a prescindere” per un partito. Tra l’altro, tra questi, vi è chi è critico, consapevole della pochezza del partito per cui vota. Ma tant’è “piuttosto che vinca l’altro”.

E, allora, a questi dico: smettetela di rompere i coxxioni agli astenuti. Se cresce il numero di italiani che ha smesso di votare (tralasciando Mentana le cui ragioni fanno ridere) è perché non è più pensabile votare “turandosi il naso”, o per “impedire che l’altro vinca”. Con il voto consegni una delega. Evidentemente, gran parte degli italiani non si sente di consegnare una delega a questa classe politica.

Sono coloro che votano a prescindere, tanto quanto gli individualisti che votano per il loro tornaconto personale, che impediscono un cambiamento. Mi rendo conto che questa classe politica ha tutto l’interesse e trae vantaggio dalla crescita dell’astensionismo. Ma votare non porterebbe a nessun cambiamento. Chiamatelo populismo, come caxxo vi pare. Ma questo è, per quanto mi riguarda, il punto della questione. Non c’è differenza sostanziale tra uno schieramento e l’altro. A meno di non essere ideologicamente o stoltamente da una parte.

Destra e sinistra sono categorie superate? Chi lo sostiene lo fa per opportunismo, per raccattare voti al centro.

Tra destra e sinistra una differenza dev’esserci. In termini di valori, idee, proposte, soluzioni, capacità gestionali. Ma io non vedo differenze. Se non in concetti astratti, in dichiarazioni propagandistiche. Una diversità tra movimenti, partiti, organismi politici deve esistere. Se no siamo alla deriva. Al contrario della dialettica democratica. E quando la dialettica democratica è assente in che regime si finisce?

Il paese non è di centro destra come sostengono alcuni commentatori, più o meno faziosi. È che è maggiore la quota di italiani che costantemente vota per il centro-destra. Ad ogni elezione, europee incluse, perché comunque l’italiano vota sempre in maniera casareccia, non perché gli freghi qualcosa del Parlamento europeo.

Tra gli altri, quelli che non si riconoscono o si ritengono rappresentati dalla destra, è maggiore il disincanto, la rassegnazione, l’incazzatura. Con l’eccezione di una parte, quelli che votano per ideologia (e quale sarebbe poi ?!) o per impedire che vinca la destra, questi italiani hanno smesso di votare per un’opposizione inesistente, sconclusionata, con valori al massimo astratti ma che non si traducono in azioni, progetti concreti.

La destra, il centro-destra, non ha interesse a ridurre l’astensionismo. L’altra parte, comunque la si voglia etichettare (sinistra?) non è in grado di farlo.

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