martedì 1 maggio 2018

Ma c’è ancora qualche pirla che non ha capito chi sia Matteo Renzi (e qualcosa su Matteo Richetti)



Ma c’è ancora qualche idiota che non ha capito che a Renzi non gliene frega niente del paese, che non gliene frega niente di ciò che può essere utile alla collettività, che non gli frega niente di nulla e di nessuno se non di se stesso.

Ciò che conta per lui è solo essere il vincitore. L’unico vincitore. Le parole – scarse – con le quali “ammette” la sconfitta derivano dal credere che, comunque, lui è superiore e ce la farà ancora. L’assenza totale di autocritica è la dimostrazione del suo egocentrismo che lo porta a credere  - in maniera totale e assoluta  - di non avere la benché minima responsabilità in ciò che succede per effetto delle sue azioni, delle sue scelte, delle sue imposizioni.

E vorrei anche capire se c’è in giro qualche pirla che pensava che Renzi si fosse realmente dimesso.

Il PD è suo e lui decide che farne. I suoi “compagni” di partito che si stanno “opponendo” alle direttive che domenica ha espresso a Che tempo che fa, sono ancora più penosi del degno figlio di Berlusconi quale è Matteo Renzi. Dovrebbero essergli grati perché la sua funzione, da quando ha preso il potere nel PD, è stata ……l’accanimento terapeutico. Di questo si è trattato.
Di accanimento terapeutico che ha fatto credere a quelli del PD – militanti e votanti inclusi – che il PD fosse risorto. Invece, da quando ha fallito Walter Veltroni, il PD è un partito di morti viventi. L’accanimento terapeutico di Matteo Renzi ha fatto credere ai morti viventi di essere ancora vivi. Si è trattato solo di procrastinare una finta vita per qualche anno con tanto di danni per il Paese.
Prima o poi la spina va staccata. E’ giunta l’ora di prendere atto che il PD è politicamente morto.

Matteo Renzi si faccia il suo PDR (partito di renzi), vada in giro per il paese a fare “sondaggi” (vedi a Firenze, il “sondaggio volante” sul governare con il M5S), speri che chiunque governerà non farà meglio di lui (cosa che lui sta dando per scontato dal 4 marzo). Si ripresenterà davanti alle telecamere, inizialmente con un “racconto” diverso: meno egocentrico e più votato a parole al senso del gruppo, ma la sostanza non cambierà. Perché il dna non si cambia. Matteo Renzi è figlio di Berlusconi. Matteo Renzi è – e rimane - un pericoloso fanfarone.

Non so e non mi frega di che succederà alla riunione dei morti viventi che si terrà giovedì. Di certo, ci sono ancora parecchi renziani nel PDMV (partito di morti viventi) che non hanno trovato un altro carro cui attaccarsi e, quindi, stanno ancora piegati a Renzi. Di certo, non c’è qualcuno che abbia capacità di leadership, che significa sapere costruire e gestire il gruppo. Del resto……….morti sono.

Prima di chiudere, qualche osservazione su uno che piace a certi militanti del PD nonché giornalisti (per fare un nome: Andrea Scanzi, ma anche Gruber e Annunziata): Matteo Richetti.
E’ un’impressione che ho da tempo e per quanto non stia certo a cercare o vedere sue interviste, quando mi imbatto in sue dichiarazioni questa impressione si consolida sempre più.

Trovo che abbia la stessa ambizione di Renzi, né più né meno. Sia chiaro: essere ambiziosi non è un delitto. Ma Richetti crede di poter fare meglio di Renzi. Vabbè, non lo posso deplorare per questo. E’ convinto che un PD all’opposizione, che scende in strada per tornare a “vedere” il paese reale, mentre gli altri stanno governando deludendo le attese degli italiani riporterà il PD a fasti di gloria. La stessa cosa che pensa il suo omonimo di nome. Ma Matteo Richetti vorrebbe avere un ruolo principale in questa “nuova azione” del PDR (dove la “r” sta per renzi, non per richetti). Sennonché, il Renzi non è cretino. Sa riconoscere i suoi simili. Ergo: lo ha sempre tenuto a distanza, quando non lo ha messo in un cantuccio.

Del resto, Matteo Richetti non osa scontrarsi con Renzi per quanto si ritenga più capace di quest’ultimo di riportare il PD a risultati elettorali migliori. Due galli in un pollaio possono coesistere? No. Richetti dovrà stare sempre un passo indietro, camminare all’ombra di Renzi. Contrariamente, dovrà cercare di farlo fuori. Politicamente, s’intende. E se non lo eliminerà non gli resterà che fare qualche intervista o presentarsi in qualche talk show per dire che “io quando devo criticare Matteo (Renzi) lo faccio perché gli voglio bene”. Commovente e….ipocrita. Se ti credi il migliore o si ritieni di poter fare meglio sfida il tuo “amico”. Altrimenti, continua a stargli incollato al sedere. E se gli scappa un moto di aerofagia spera che non sia di quella puzzolente che ti lascia senza fiato e…………inevitabilmente ti costringe a stare parecchi passi indietro a lui per non soffocare.

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