mercoledì 16 novembre 2016

Referendum 4 dicembre 2016, Riforma Costituzionale / 2: alcuni presupposti basilari…



Io parto da alcuni presupposti basilari:

1. Non esiste, né attualmente né post riforma Renzi, una Carta Costituzionale e un sistema elettorale che garantisca la qualità della classe politica. Il punto della questione è la qualità della classe politica. Puoi avere la più bella Costituzione del mondo, il miglior sistema elettorale del mondo, ma sei hai una classe politica mediamente corrotta, incapace, …..sei in un paese senza presente, senza futuro. Un paese dissolto.

2. Se il punto della questione è il livello qualitativo della classe politica, è vero che la Costituzione e la legge elettorale sono strumenti tramite i quali la classe politica esercita le sue funzioni. Se sei onesto e capace, cioè se sei un politico di qualità, ma non hai gli strumenti efficaci per operare sei azzoppato. Non ti puoi muovere. Non puoi realizzare.

3. Io sono nata e cresciuta in un paese che, con tutti i limiti e le contraddizioni, è una democrazia. E in questo sistema voglio rimanere. Non credo che una democrazia, un paese, possa fondarsi su un uomo solo al comando o su un gruppo ristretto di potere che gestisce e controlla tutti poteri che devono essere separati. Separatezza e controllo, sono condizioni fondamentali non solo per la democrazia ma per la funzionalità e l’efficacia di uno Stato.

4. La massima espressione democratica e di rappresentanza è quella che consente al cittadino italiano di votare un partito, un movimento, una lista, esprimendo delle preferenze: ergo, il sistema proporzionale. Però, democrazia non significa solo esprimere un voto ma, tramite questo, delegare a una classe politica la gestione del paese, della cosa pubblica. Se ho espresso un voto e una preferenza ma il risultato elettorale è tale da creare maggioranze disomogenee o subordinate agli interessi individualistici di lobby minoritarie, il mio voto non serve a nulla. Ho svolto un esercizio democratico che non incide nella vita del paese.

5. Non esiste un sistema elettorale perfetto ma il sistema elettorale che serve in Italia è quello che consente la massima espressione democratica e assicuri una governabilità. Ma bisogna intenderci su cosa sia la “governabilità”. Non ci serve quella della prima Repubblica. Quella della Democrazia Cristiana.
E’ vero che in Italia si è susseguita una serie innumerevole di governi e che gli italiani sono stati chiamati a votare più volte di quanto non succedesse in altri paesi, ma questa non era ingovernabilità. L’Italia è stata governata per decenni dalla D.C. I cambi di governo erano solo cambi di poltrone. C’era continuità. Questa governabilità non ha certo fatto bene all’Italia. La stabile governabilità della D.C – quando si votava con il sistema proporzionale – ha creato uno stato assistenzialista e ha prodotto la voragine dei conti pubblici che ancora paghiamo e che ha comportato il “commissariamento di fatto” da parte di Bruxelles. 

Nessun commento:

Posta un commento