da: Lettera 43
Borsa,
l'Italia è malata di corruzione
Metà
delle aziende quotate a Piazza Affari è sotto inchiesta. Siamo secondi solo
alla Grecia in Ue. Arrestato Rizzoli.
Monte dei Paschi di Siena, Eni e Finmeccanica
sono solo gli ultimi casi finiti nell'occhio del ciclone. A cui si è aggiunto
il 14 febbraio l'arresto di Angelo Rizzoli per bancarotta fraudolenta.
I dati per il 2012 della Guardia di
finanza, riportati da Il Sole 24 Ore, hanno tracciato un quadro inquietante del
sistema finanziario italiano: un panorama dove a farla da padrone è la
corruzione, la concussione e il conflitto di interessi.
SOCIETÀ INDAGATE. Metà delle aziende quotate a Piazza Affari infatti, in termini di capitalizzazzione, sono sotto inchiesta da parte delle procure di mezza Italia. Le società nel mirino della magistratura valgono qualcosa come 150 miliardi di euro.
200 MLN DI BENI SEQUESTRATI. Ma i
particolari delle indagini sono ancora più preoccupanti: quasi 5.500 colletti
bianchi denunciati per reati bancari, finanziari, societari e fallimentari
(1.000 in più rispetto al 2011); più di 500 persone arrestate, 200 milioni di
beni sequestrati, 34 denunce per abuso di mercato, cioè la manipolazione dei
mercati finanziari che determinano conseguenze sfavorevoli per gli atri
investitori; e altre 33 denunce per ostacolo all'attività di vigilanza.
SISTEMA MALATO DI OMERTÀ. Gli scandali che
hanno portato alla decapitazione dei vertici di aziende di spicco dell'industria
italiana quindi è solo l'ultimo tassello di un sistema malato. Dove l'omertà la
fa da padrone.
Se infatti i casi di corruzione sono in aumento in tutto il mondo, quello che contraddistingue l'Italia è una certa assuefazione. «Lavoro alla Kroll da 10 anni», ha raccontato Marianna Vintiadis, country manager di Kroll in Italia, «e non è mai capitato che un'azienda italiana ci chiedesse di indagare su casi di corruzione. È l'unico Paese dove questo non accade».
Se infatti i casi di corruzione sono in aumento in tutto il mondo, quello che contraddistingue l'Italia è una certa assuefazione. «Lavoro alla Kroll da 10 anni», ha raccontato Marianna Vintiadis, country manager di Kroll in Italia, «e non è mai capitato che un'azienda italiana ci chiedesse di indagare su casi di corruzione. È l'unico Paese dove questo non accade».
SOLO LA GRECIA CI SUPERA PER CORRUZIONE. I
risultati di questa pratica hanno portato l'Italia
al secondo posto come Paese più corrotto d'Europa, dopo la Grecia. Anche se
in Europa non mancano i casi di mazzette.
Secondo la Banca mondiale poi, siamo al
73esimo posto per la facilità di fare impresa. Traguardi negativi che non
ledono solo i risparmiatori, ma la credibilità dell'intero sistema Italia.
A nulla sono serviti i tentativi di rendere
più trasparenti i mercati finanziari.
SITEMI DI VIGILANZA NON HANNO FUNZIONATO.
La cronaca recente lo ha dimostrato: dal caso Fondiaria Sai (nel mirino del pm
Luigi Orsi per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio), a Impregilo
(ipotesi di acquisto di concerto tra Salini e il fondo Aber), passando per Bpm
e le inchieste penali su UniCredit. E questi sono solo i pesci grossi. Che
nemmeno Bankitalia, Consob e revisori sono riusciti a sorvegliare.
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