martedì 13 dicembre 2022

In Europa corrotti in manette, in Italia fuori dal carcere: nel pieno dello scandalo Qatargate il Senato vota per ridare i benefici ai colletti bianchi

 


da: https://www.ilfattoquotidiano.it/

Nelle stesse ore in cui vengono perquisiti gli uffici dei nostri eletti a Bruxelles, a palazzo Madama si vota sul cosiddetto "Decreto rave", che la maggioranza ha usato come grimaldello per fare un regalo ai detenuti per i reati contro la pubblica amministrazione: potranno tornare a ottenere i benefici penitenziari che ora gli sono preclusi dalla legge Spazzacorrotti, cioè ad avere la garanzia di non fare mai nemmeno un giorno di carcere, proprio come accadeva prima della Spazzacorrotti. L'esatto contrario del "giustizialismo in fase di esecuzione della pena" a cui la premier ha detto di ispirarsi

Mentre a Bruxelles i rappresentanti italiani finiscono in manette per uno scandalo di corruzione internazionale senza precedenti, in Italia il Senato vota per salvare i corrotti dal carcere. Nelle stesse ore in cui l’Eurocamera destituisce la sua vicepresidente e gli investigatori perquisiscono gli uffici dei nostri eletti per trovare tracce di mazzette dal Qatar, a palazzo Madama sono in corso le dichiarazioni di voto sul cosiddetto “Decreto rave“, il primo atto legislativo del governo di Giorgia Meloni. Che però, a dispetto del nome mediatico, non si occupa solo della contestata norma contro i raduni abusivi, ma di tanto altro, a partire dalla riforma dell’ergastolo ostativo (approvata in extremis per evitare il “colpo di spugna” della Corte costituzionale). Ed è proprio questa parte del provvedimento che la maggioranza, con l’aiuto di Italia viva, ha usato come grimaldello per fare un regalo ai detenuti per corruzione, concussione, peculato e

altri reati contro la pubblica amministrazione: dai prossimi giorni – quando il decreto diventerà legge – potranno tornare a ottenere i benefici penitenziari che ora gli sono preclusi dalla legge Spazzacorrotti, approvata nel 2019 (sotto il primo governo Conte) per iniziativa dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Cioè ad avere la garanzia di non fare mai nemmeno un giorno di carcere, proprio come accadeva prima di quella legge: l’esatto contrario del “giustizialismo in fase di esecuzione della pena” a cui la premier ha detto di ispirarsi per bilanciare il “garantismo nel processo”.

Nessun commento:

Posta un commento