lunedì 26 ottobre 2020

Dopo aver letto l’articolo della Tamaro: comprensibili alcuni limiti nell’azione del governo, ma il problema è il solito…

 


Sono sostanzialmente d’accordo con SusannaTamarro. Osservo però che la navigazione a vista è inevitabile quando ti arriva una pandemia e non sei attrezzato per gestirla perché da troppi, troppi anni, questo paese è Sgovernato, cioè ha una classe politica incapace di definire priorità e risolvere problemi.  

Osservo inoltre che per evitare interventi a pioggia, che poi finiscono in parte a furbetti e disonesti, devi avere conoscenza degli interventi operativi/informatici da predisporre e, inoltre, devi avere un tempo ragionevole per realizzarli. E se hai processi operativi e informatici macchinosi e obsoleti, il tempo passa, e i soldi non arrivano a destinazione. Ovviamente, a questo nuovo giro di “ristoro” mi aspetto che tutto si svolga in maniera rapida e chi i soldi finiscano a chi li deve avere. Ma dubito che sarà così.

Diversamente da Susanno Tamaro, non mi sento di essere considerata una demente da questo o quel decreto, ci sono attenuanti comprensibili, errori comprensibili. Ciò che invece non capisco e non accetto è la mancanza di prevenzione, pianificazione di interventi minimali decisamente prevedibili con la ripartenza autunnale del virus.

Diversamente da Susanna Tamaro, persona intelligente che pensa e scrive cose sensate, ma che di mestiere fa la scrittrice, io ho altra esperienza professionale in aziende private. Ho quindi ben presente che in tre-quattro mesi non puoi ribaltare storture ataviche, intervenire in maniera definitiva nelle diverse criticità che si amplificano in tempi di pandemia, ma per conoscenza ed esperienza professionale personale so che significa “intervento tattico” e “intervento strategico”. So che devi conoscere (e conoscere chi conosce) per affrontare una

questione, una situazione, una criticità, per sviluppare, per revisionare. So che è indispensabile analizzare, ascoltare e confrontarsi, definire gli interventi, pianificarli, curare lo stato avanzamento e chiuderli. Certo. Per fare tutto questo devi avere delle competenze. 

Quanto sopra rappresentano concetti sconosciuti alla classe politica italiana. Tutta: da sinistra a destra, da destra a sinistra. Concetti probabilmente noti (forse) a qualche team di consulenti di Giuseppe Conte (non mi riferisco ai Ferragni!). Ma sempre per competenza ed esperienza professionale so che se il committente (in questo caso il governo)  non sa che vuole, come lo vuole, il consulente non serve a un beato cazzo. Anzi, no: serve a foraggiare le società di consulenza. Nient’altro.

Ecco perché, non solo temo che a gennaio  - dopo un “sereno Natale”, se mai ci sarà - ci troveremo ancora con misure restrittive. Ecco perché penso che la “strategia” di Conte sia: pregare perché arrivi quanto prima il vaccino e i soldi del Recovery Fund. Purtroppo penso anche che la classe politica - nella sua interezza - non sia in grado di progettare in maniera funzionale alle esigenze del paese. Riprenderemo forse a uscire. Quelli che vivono di movida, vacanze, shopping, riprenderanno la loro “normalità”, ma non avremo affrontato neppure uno dei problemi di questo paese con il rischio di buttare quei soldi, parte a fondo perduto, parte prestiti, ma soprattutto, butteremo le future generazioni in pasto al solito padrone: quel capitalismo, quel liberismo che mangia i deboli. E chi ha debiti, troppi debiti, è debole.

Il Covid, prima o poi, passerà. Il dopo non si preannuncia migliore perchè torneremo alla cosiddetta normalità. Quella che, per fare un esempio: vede l'affollamento e lo stordimento della movida, vede centinaia e centinaia di persone ammassate per andare sulle piste da sci. Ha ragione la Tamaro: non siamo un popolo di dementi ma è evidente che un certo numero circola per il paese. E, si sa, non esiste un vaccino antipirla.

Nessun commento:

Posta un commento