domenica 17 maggio 2020

Riaperture, ecco cosa riparte il 18 maggio. Palestre e piscine dal 25, cinema e teatri dal 15 giugno




Ecco tutto quello che si potrà fare da domani restando nel proprio territorio e distanziati. Gli altri allentamenti saranno scaglionati in tre date. Il 25 maggio è il turno di piscine e centri sportivi, il 3 giugno tocca alle frontiere, ma entro la Ue

Liberi di spostarsi in macchina o in moto nella propria regione, di vedere gli amici, di andare al bar e al ristorante. Liberi di trasferirsi nelle seconde case al mare e in montagna oppure al lago purché si trovino nella stessa regione di residenza, liberi di farsi tagliare i capelli, di curare il corpo. Liberi di andare al parco e sedersi sulle panchine, di andare in bicicletta e fare sport all’aperto, di partecipare alle funzioni religiose. Ma obbligati a stare lontani almeno un metro, a indossare la mascherina al chiuso o nei posti affollati, a farsi misurare la febbre ogni volta che sarà richiesto. Saranno così le prossime due settimane della Fase 2 dell’epidemia da coronavirus. Attenti al monitoraggio del ministero della Salute (qui quello pubblicato ieri: il «punto di partenza», con tre Regioni da tenere d’occhio) che raccoglie i dati trasmessi dalle regioni sulla tenuta del sistema sanitario e consente di calcolare l’indice di contagio. Attenti soprattutto al numero dei nuovi contagiati.

La giusta distanza
Nel nuovo decreto che — come spiegato ieri dal premier Giuseppe Conte in conferenza stampa — entrerà in vigore domani, 18 maggio, rimane il divieto di assembramento nei luoghi pubblici e questo vuol dire che «può ripartire la vita sociale» nei luoghi chiusi e nelle case private, senza limiti di persone ma sempre mantenendo la distanza necessaria a evitare
il contagio. In questo caso la valutazione è rimandata alla responsabilità individuale e nel provvedimento non c’è alcuna indicazione specifica rispetto al numero massimo di persone che possono incontrarsi.

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Le date delle aperture
Le prossime aperture sono state scaglionate. Da domani, 18 maggio, ripartono le attività di negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, stabilimenti balneari, musei. Le linee guida (che trovate qui e, «spacchettate» nel dettaglio per ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti, piscine in fondo all’articolo) sono state concordate con i governatori ascoltando anche il parere dei sindaci e quindi sarà possibile decidere restrizioni se ci dovessero indicazioni negative rispetto alla curva epidemica. Qualora fossero individuati nuovi focolai di Covid-19 i sindaci e i governatori potranno chiedere al governo di emanare un provvedimento per la dichiarazione di «zona rossa». Da domani ripartono anche gli allenamenti individuali degli sport a squadre. Sarà possibile partecipare alle funzioni religiose. Dal 25 maggio si potrà andare in palestra, nelle piscine e nei centri sportivi, anche se in questo caso le regioni possono decidere una riapertura anticipata. Dal 3 giugno sarà libero lo spostamento tra le regioni e dunque ci si potrà muovere liberamente in tutta Italia e anche andare all’estero negli Stati che lo consentono, oppure rientrare in Italia dall’estero senza avere l’obbligo di rimanere 14 giorni in quarantena. Infine dal 15 giugno si potrà andare al cinema, a teatro e si apriranno i centri ricreativi per i bambini. Questa è la progressione decisa dal governo e l’accordo con i governatori è che le «linee guida» concordate potranno essere modificate quando si riterrà che ci siano le condizioni per allentare le misure oppure per stringerle qualora ce ne fosse bisogno per contenere il rischio contagio.

L’autocertificazione servirà?
Il modulo di autocertificazione non dovrà più essere compilato per giustificare gli spostamenti all’interno della propria regione ma solo per indicare il motivo del trasferimento in un’altra regione. I motivi per andare fuori regione sono tre: «Lavoro, salute, necessità e urgenza». La visita ai congiunti che vivono in un’altra regione non è consentita, a meno che non ci sia un grave motivo che deve però essere giustificato. Se il motivo non viene ritenuto valido scatta la sanzione da 400 a 3.000 euro. Rimane il divieto di uscire dalla quarantena, pena la denuncia per reati legati alla salute pubblica.

Si può andare nelle seconde case?
Si può andare nelle seconde case e si può anche soggiornare purché siano nella stessa regione di residenza. Rimane invece il divieto di andare nelle seconde case fuori regione a meno che non ci siano motivi di «necessità e urgenza». In questo caso va compilata l’autocertificazione per giustificare lo spostamento. E dunque va dimostrato il guasto o la situazione di emergenza che necessita la presenza del proprietario. Nelle seconde case fuori regione si può rimanere soltanto per il tempo necessario a risolvere la situazione di emergenza. Chi viola la norma rischia la sanzione.

Parrucchieri 7 giorni su 7
Parrucchieri e centri estetici riaprono da lunedì e d’ora in poi potranno rimanere aperti tutta la settimana, anche la domenica. Si potrà andare soltanto su appuntamento e bisognerà mantenere la distanza di almeno un metro tra i clienti. I locali dovranno essere sanificati e dovranno avere i dispenser per il disinfettante per le mani. Il personale dovrà indossare guanti e mascherina. Prima del trattamento dal parrucchiere è obbligatorio il lavaggio dei capelli. Per l’estetica è sconsigliato il trattamento con aerosol e comunque le cabine dovranno essere igienizzate dopo l’uscita di ogni cliente. (Qui le linee guida specifiche)

Le regole per bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie
Bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie potranno aprire l’attività e dovranno garantire il distanziamento tra i clienti di un metro. I gestori non dovranno pagare la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, una decisione presa per favorire la sistemazione dei tavoli all’aperto che dovranno comunque essere posizionati garantendo la distanza anche per consentire il passaggio dei camerieri che dovranno indossare guanti e mascherina. I clienti dovranno invece avere la mascherina soltanto quando non sono al tavolo. Non potrà esserci un numero di clienti superiore a quello dei posti a sedere anche all’interno dei bar. (Qui le linee guida specifiche)

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